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Moni Ovadia

L'oratoria torrentizia del senatore Nania

Gli esseri umani hanno molte debolezze, io non faccio eccezione e ne voglio confessare una particolarmente bizzarra proprio qui, sulle pagine di un glorioso quotidiano della sinistra: io uomo di sinistra ho un’irreprimibile ammirazione per lo stile oratorio dell'onorevole Nania.
Quando facendo zapping, mi capita di incrociare il capogruppo di An al Senato che parla vuoi per esprimere una dichiarazione di voto nell'austera aula di palazzo Madama, vuoi per rilasciare un'intervista o per partecipare ad un dibattito, il dito si blocca motu proprio, il telecomando cessa la sua frenetica attività e io non posso impedirmi di ascoltare con lo sguardo fisso sulla sua chioma bianca.
Il fluire dell'eloquio è torrentizio, il tono inclina sempre verso il disprezzo per la sinistra anche se non menzionata direttamente, tuttavia riesce sempre a non tracimare mai nella volgarità.
Ciò che mi entusiasma nella sua vis retorica, è un retrosapore sottotraccia che rivela un misto di sofferenza e risentimento plebeo di chi è stato a lungo l'impresentabile paria missino della politica italiana e ora siede nella stanza dei bottoni instabilmente e potrebbe essere ricacciato nel sottosuolo da cui proveniva prima che il munifico principe, che serve da cinque anni, lo nobilitasse a caro prezzo.
Eh sì, a caro prezzo! Perché per essere ammessi al salotto buono, gli ex missini si sono dovuti svendere tutti i gioielli di famiglia al mercato delle pulci del governo di Berlusconi per Berlusconi: dai valori del virilismo a quelli del sacro suolo patrio. Per questa ragione il leit motiv ossessivo del Nania oratorio, si può sintetizzare in una frase del genere: “Quando voi della sinistra facevate certe cose, andavano bene. Ora che le facciamo noi della destra, ci criticate e ci insultate con ogni sorta di epiteti. Mi dispiace, ma ora quelle cose che facevate voi del centro-sinistra le facciamo noi del centro-destra e così pareggiamo i conti”.
L'arte oratoria del senatore Nania, sarebbe degna di miglior causa, che so, magari potrebbe con la sua foga ed il suo risentimento retorico, denunciare lo scempio che il governo di cui fa parte ha fatto del nostro già disastrato Sud.
In qualche misura l'ossessione del senatore di Alleanza nazionale di fare come gli avversari, segnala involontariamente un problema che è anche del centro-sinistra: il rischio di un'assuefazione all'inquinamento della politica e della società prodotta dall'anomalia patologia insita nella genesi stessa del sedicente polo delle libertà.
Alcuni di noi della sinistra “sofistica” e rompiscatole, paventano che il prossimo governo guidato dall'attuale opposizione, possa essere fatalmente tentato a considerare veniali alcuni aspetti della deriva berlusconiana e che possa scambiarli per trasformazioni inevitabili della società stessa nella sua “naturale” evoluzione.
Per esempio la televisione spazzatura e patogena per l'ecosistema mentale tipica dell'era forzaitaliota.
Un centro-sinistra disinvolto, culturalmente frivolo e moralmente “relativista”, potrebbe essere tentato di rispondere ai critici della porcheria mediatica, che gli amorazzi di Al Bano e della Lecciso, sono quello che la gente vuole.
Prima che ciò accada, ci sembra opportuno ricordare che questa è una panzana reazionaria di stile fascista. Inoltre, se è vero che quindici milioni di italiani seguono L'isola dei famosi, è altresì vero che i cittadini elettori del nostro paese sono quarantaquattro milioni e tra questi vi è una nutrita minoranza che di panzane e di cialtronerie da Auditel non ne può più.
Questa minoranza elettoralmente rilevante, questa volta si turerà il naso per arrestare la pandemia Silvio ma la prossima volta potrebbe non essere così responsabile.
Dimenticarlo sarebbe sciagurato perché il nostro paese necessita urgentemente di un governo decente per almeno tre legislature consecutive.


Moni Ovadia – L'UNITA – 03/12/2005


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