Il nostro è
davvero un bizzarro paese, lo abbiamo sempre saputo. A lungo le
sue anomalie sono state al tempo stesso una risorsa e una
patologia come per esempio la difficoltà ad accettare
regole che ha avuto come contraltare, un certo estro birbone che
si è espresso nell'arte di arrangiarsi ma anche nella
fantasia e in una sorprendente inventiva imprenditoriale. Per
queste ed altre ragioni, il mondo ci ha guardati con sentimenti
contrastanti di simpatia e sfottò al confine col disprezzo
e più raramente e per brevi periodi ci ha considerati con
ammirazione. Ma da ché il Cavaliere è sceso in
campo, e soprattutto da quando, insieme alla sua armata
Brancaleone di dipendenti della sue aziende, di ex-fascisti non
proprio ex, di xenofobi separatisti, governa con nefasta
regolarità, la credibilità dell'Italia è
precipitata ai suoi minimi storici. La stampa internazionale più
autorevole e le agenzie di valutazione più accreditate, ci
hanno declassato, rispetto a molti indicatori che misurano i
tassi di democrazia e di affidabilità
economico-finanziaria, ai livelli del terzo mondo.
L'impressionante declino del sistema Italia deriva, oltre che da
ragioni antiche e da problemi congiunturali, dalla manifesta
incapacità dell'attuale governo a rispettare le regole
costitutive della nostra democrazia e, con Berlusconi, la
gaglioffa propensione ignorare le regole è diventata
norma, la trasgressione ha preso il posto della legge. Le
recenti violenze che hanno avuto come teatro la città di
Milano ne sono la prova. Le forze del centro destra hanno
focalizzato la loro bieca propaganda anti Prodi, sui teppisti
violenti che hanno devastato una delle più importanti
arterie commerciali della città meneghina. Tutto il centro
sinistra e anche le forze più autorevoli dei centri
sociali e del movimento no-global, hanno giustamente condannato
con fermezza il teppismo dei casseur ed espresso solidarietà
ai cittadini ed ai commercianti vittime di quella ignobile
violenza. Il centro destra invece, da par suo, si è dato
alla solita sarabanda di vergognose strumentalizzazioni, proprio
mentre un suo autorevole esponente e suoi collaboratori, sono
indagati per un attentato gravissimo allo stato di diritto, per
intercettazioni e pedinamenti illegali fatti a rappresentanti dei
cittadini allo scopo di infangarne il buon nome. Ma fatto ancora
più grave, l'esecutivo si comporta con indulgenza
connivente nei confronti dei movimenti neonazisti. Il governo non
ha fatto nulla per fare arrestare i manifestanti che hanno
sfilato per le strade di Milano esibendo tutto il lugubre
repertorio di feticci criminali e di slogan nazisti e fascisti
dimostrando sprezzo assoluto per le leggi fondanti dell'identità
democratica italiana nata dalla Resistenza e dall'Antifascismo.
Un articolo della Costituzione repubblicana proibisce la
ricostituzione del partito fascista e la propaganda mirante a
questo fine. Le leggi del nostro paese, considerano l'incitamento
alla violenza e all'odio razziale un crimine. L'ostentazione di
simboli fascisti e nazisti è ineludibilmente legata al
razzismo, al colonialismo ed allo spirito di sopraffazione, alla
negazione della libertà, dei diritti e della democrazia,
nonché al radicale disprezzo dei più sacri valori
cristiani. Come reagiscono i cattolicissimi Casini, Buttiglione e
gli altri compagnucci della parrocchia? Con la più
infastidita indifferenza! Perché? Perché hanno
sostenuto un governo fondato sugli interessi di un solo uomo, sul
suo vergognoso strapotere mediatico, sul leader autoproclamatosi
unto e bisunto del Signore (scusate la blasfemia), dichiaratosi
per autoinvestitura «il colui che ha sempre ragione»!
Roba già sentita non è vero? Per questi ed altri
motivi non hanno nessuna difficoltà ad incamerare nella
coalizione i nazifascisti di oggi. Persino «Vita
Pastorale» ha bacchettato questi sedicenti cristiani dalla
corta memoria evangelica. Noi ci adeguiamo e domandiamo con
preoccupata sollecitudine se questi sono questi gli eredi di Don
Sturzo e di De Gasperi. Affidiamo la risposta a Totò: Mi
scompiscio! Mi scompiscio!.... Poi dice che uno si butta
a sinistra!
Moni Ovadia
L'UNITA' 21/03/2006
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