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La Francia ha
qualcosa di definitivo da insegnare ad ogni società
democratica e alla nostra traballante democrazia in particolare.
Oggi, la lezione francese ha la forma della lotta degli studenti
contro l'iniqua legge Villepin sul lavoro flessibile che prevede
il principio del licenziamento senza motivo e cancella, ancorché
in un periodo limitato, l'idea stessa di diritti del lavoratore
con l'aggravante che, in quanto giovane, questo perde il suo
statuto di cittadino per regredire a quello di servo che deve
subire l'arbitrio del padrone. È difficile non pensare che
l'intento sia quello di testare la soglia di tollerabilità
nel tempo di simili provvedimenti per poi proseguire sulla strada
della spoliazione tout court dei diritti del lavoratore.
Fortunatamente la lotta degli studenti francesi è
sostenuta dai sindacati, dai partiti della sinistra e, fatto
assai importante, da un'inequivocabile maggioranza del popolo
francese. Si tratta di una lotta impetuosa, ferma e civile che
rinnova un senso promanante dalle parole d'ordine uscite dalla
Rivoluzione del 1789: liberté, egalité, fraternité.
L'insegnamento francese si dispiega su due piani: quello dei
principi e quello della prassi. La prassi si incarna nella piena
legittimità dello strumento della lotta per contrastare le
ingiustizie e i soprusi del potere. I principi sono quelli che
hanno fondato la democrazia liberale borghese tanto decantata a
casa nostra, proprio da coloro che oggi la vogliono disgregare
nell'acido solforico del populismo mediatico. Lo scopo è
di provocare la dissoluzione di quel tessuto connettivo civile
rappresentato dalla Costituzione Repubblicana. I nostri
peronisti, goffamente camuffati da liberal-liberisti con le
chiappe protette da un'idea di stato facente le funzioni del
maggiordomo del padrone, ripetono ossessivamente la parola
libertà, la cantano, la sbattono in faccia agli avversari,
la frullano nell'etere, ci condiscono persino l'insalata ma si
guardano bene anche solo dal bisbigliare la parola uguaglianza
che, in una democrazia piena, è consustanziale al concetto
di libertà. Quanto all'idea di fraternità, per i
democratici nostrani da repubblica delle banane la fraternità
è, al massimo, un'idea caritativa elargita dall'alto con
ipocrita pelosità.
Moni Ovadia L'UNITA' - 08/04/2006 |
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