Ho aderito alla
manifestazione per la pace che si terrà oggi a Milano e vi
parteciperò personalmente. Le mie ragioni, nellordine,
sono queste: fine delloccupazione e della colonizzazione
delle terre palestinesi, compresa Gerusalemme est, concordata nei
tempi e nei modi dalle due parti con pari dignità e sotto
legida delle istituzioni della comunità
internazionale, cessazione delle ostilità in ogni forma,
garantita dallinterposizione di una forza di pace sotto le
bandiere dellOnu, trattativa con tutte le parti in causa
del conflitto medio orientale nel quadro di una conferenza
internazionale, creazione dello Stato Palestinese con massicci
investimenti culturali, sociali ed economico-finanziari per
riattivare il circuito virtuoso dello sviluppo, pace definitiva
nel quadro della riconosciuta esistenza e piena sicurezza di ogni
paese dellarea. Ritengo che questo sia lordine
logico in cui procedere. Non è sensato chiedere alla
dirigenza sotto assedio o in prigione, di un popolo ridotto in
condizioni disperate, che vive sotto occupazione, colonizzato ed
imprigionato, di assumersi responsabilità definitive. Ma
se qualcuno sapesse arrivare agli stessi risultati per altre vie
riceverebbe ugualmente la mia approvazione e, verosimilmente,
quella di quanti in tutto il mondo si battono per vedere la fine
dello spargimento di sangue, delle violenze e dellingiustizia,
in quelle terre martoriate. Fatta questa premessa, è molto
importante a mio parere fare chiarezza su alcuni punti chiave. Se
qualcuno intende trasformare questa occasione in una
dimostrazione contro Israele tout court, mi dissocerò da
chiunque lo faccia. Io manifesto aspramente contro la politica
del governo israeliano, non contro lo Stato dIsraele e
tanto meno contro il suo popolo. Ripudio sin dora qualsiasi
forma di violenza, pratica o simbolica, tipo il rogo delle
bandiere, che trovo stupida, indegna, controproducente, figlia di
una logica narcisistica e non politica. Non mi farò
tuttavia intimidire dalle eventuali reprimende o
criminalizzazioni di chi strumentalizza i gesti violenti per
liquidare un intero movimento e continuerò con tutte le
mie forze a sostenere le ragioni della pace. Sarò con i
suoi stendardi come essere umano universale, come cittadino
italiano e come ebreo. Come essere umano universale perché
la pace è la più grande delle benedizioni che
lumanità possa ricevere, come cittadino italiano in
piena sintonia con la nostra mirabile Costituzione ed in questo
momento con lottima azione diplomatica del nostro governo
rappresentato egregiamente dal ministro degli Esteri Massimo
DAlema, di DAlema condivido anche la sollecitazione
rivolta agli ebrei democratici ad unirsi allappello dello
scrittore israeliano David Grossman e trovo le critiche
rivoltegli da molti esponenti della comunità ebraica
ingenerose e surrettizie, segno di una iper reattività
immotivata e un po sterile. Come ebreo sfilerò
perché lamore per laltro e particolarmente per
lo straniero è lhumus fondante di tutta letica
che promana dalla Torah e perché, senza lafflato
universalista e la passione per laccoglimento dellalterità
nelle forme più alte della giustizia, lintero
ebraismo regredisce ad un pensiero tribale. La pace è
limperativo categorico che fa uscire il nostro simile dalle
tenebre del non uomo, la pace in Medio Oriente unisce ai valori
intrinseci propri di ogni pace un significato simbolico
dirompente di cui oggi abbiamo grande bisogno per riprendere il
cammino a fianco dei nostri fratelli dellIslam.
Moni Ovadia L'UNITA'
18/11/2006
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