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Moni Ovadia

Un mondo di ciechi e di sordi

I venti di guerra cominciano a soffiare sempre più persistenti, le vecchie e logiche di dominio e di schieramento resistono in forme apparentemente soft ai cambiamenti del mondo che reclamerebbero un modo diverso di agire e di pensare. Il pianeta nello stato delle cose in cui versa ha una spasmodica necessità di organismi internazionali forti, autorevoli e legittimati, ma essi al contrario vengono sistematicamente indeboliti fino a volerli ridurre ad un simulacro per l'esercizio del potere da parte del più forte.

Dopo le Torri Gemelle, negli Stati Uniti ha ripreso sempre più forza la cultura più reazionaria del partito repubblicano e i “falchi” di quel partito sembrano orientare la politica del presidente Bush, peraltro da sempre a suo agio con quell'apparato di pensiero di cui oggi è orgoglioso porta parola. Lo spirito che anima quel tipo di americano è quello del Far-West, il suo eroe mitico: il John Wayne ammazza indiani o vietcong. Egli non concepisce che non si possa amare l'american way of life, non è disposto ad accettare altri modelli di democrazia che facciano perno su una diversa organizzazione dei valori come per esempio quella del socialismo scandinavo. Continuando ad accarezzare deliberatamente lo stereotipo con un po' di malizia possiamo immaginarlo sostenitore accanito delle libere armi per i privati cittadini (come da anni è l'ex Mosè cinematografico Charlton Heston).

Posso a colpo sicuro affermare che una delle sue citazioni preferite è ”occhio per occhio, dente per dente”. Questo celeberrimo e “sciagurato” verdetto è stato per secoli adoperato come una clava per giustificare la vendetta e il legittimo uso della violenza. Sono consapevole del fatto che non ho molte chance di essere letto dai conservatori alla Barry Goldwater, ma non si sa mai, talora i rumori circolano in modo inatteso e vorrei comunque prendermi lo sfizio di deludere i fan della legge del taglione fra cui ahimè circolano di questi tempi molti, troppi ebrei. La corretta traduzione del versetto è verosimilmente: “occhio sotto occhio, dente sotto dente!”. Ed è in quel preciso punto delle scritture che l'etica del taglione, per esempio il risarcimento finanziario, il quale naturalmente deve pesare quanto il danno arrecato per non essere uno sfregio alla giustizia.

I teatranti come me hanno il privilegio di frequentare una realtà parallela, quella del palcoscenico, sospesa fra arte e vita. Lì si incontrano singolari tipi di essere umano e con essi si condividono emozioni, sentimenti, sogni i utopie. Negli ultimi tempi ho frequentato Tevjie il lattivendolo, personaggio principale del musical “Il violinista sul tetto”, tratto da un celeberrimo racconto del grande scrittore di lingua yiddish Sholem Aleikem. Tejie vive la sua vicenda pacificamente e poveramente in un piccolo shetl (la cittaduzza ebraica dell'est Europa in cui fiorì la vita e la spiritualità dell'ebraismo orientale) fino a quando lo zar Nicola II decretò l'espulsione di tutti gli ebrei del suo distretto. Qualcuno del villaggio propone di organizzare la resistenza armata impugnando il celebre versetto: “Occhio per occhio, dente per dente!”. Tevjie allora commenta amaramente: “Ma bravi! Bravi! E' questo che volete? Vivere in un mondo di ciechi e sdentati?”. E noi? E' questo che vogliamo?

Moni Ovadia – L'UNITA' – 05/10/2002


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