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Vacanze fasciste |
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La nostra Costituzione tuttora vigente, ha un articolo che dichiara vietata la ricostituzione del partito fascista. Una norma tanto perentoria fu posta dai padri costituenti nella prima parte della nostra Carta dei diritti fondamentali per significare che la democrazia italiana si basa sull'antifascismo. Recentemente il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della commemorazione della ricorrenza dell'8 settembre 1953, ha ribadito a nome di tutti gli italiani che egli degnamente rappresenta, la ripulsa del nazifascismo in quanto barbarie ed ideologia contraria ai nostri valori più intimi. Sono trascorsi tre giorni e il capo del governo Silvio Berlusconi se ne è venuto fuori con una delle sue sparate sul carattere benigno e balneare della brutale dittatura voluta da Benito Mussolini e dai suoi scherani. Come sempre, dopo avere tirato il sasso nasconde la mano e dice di avere voluto difendere l'onore italico davanti ad un oltraggioso paragone avanzato da un giornalista britannico con l'Iraq di Saddam Hussein, Sarebbe stato sufficiente ricordare la Resistenza che restituì dignità e libertà al nostro paese, ma quell'epopea è totalmente estranea a Berlusconi; egli la considera roba da rossi, non vi fa mai riferimento, sia perché ignora totalmente la natura di quella straordinaria stagione di lotta, sia perché ne rifiuta il valore. Memorabile è la sua gaffe su papà Cervi. Del resto quando si celebra la ricorrenza del 25 aprile, lui va in vacanza. I suoi sentimenti più profondi non sono democratici ma solo anticomunisti e comunisti per lui sono tutti coloro che si battono per la giustizia sociale per una maggiore equità distributiva. Comunisti poi sono soprattutto coloro che lo criticano. E' davvero deprimente doversi confrontare con la banalità e l'indecenza delle affermazioni di un primo ministro che è chiamato a rappresentare l'Italia tutta, ma è necessario farlo proprio a causa del ventennio dominato dalle televisioni del Cavaliere che hanno fatto di tutto per gettare il paese del marasma mediatico di una sottocultura qualunquista. E' bene ricordare a chi per ignoranza, furore revisionista o per corta memoria non ne sia consapevole, che il regime fasciata abolì tutte le libertà, incarcerò ed uccise gli oppositori, sostenne con uomini e mezzi il suo collega tiranno Francisco Franco in Spagna per abbattere il governo repubblicano democraticamente eletto, aggredì l'Abissinia con brutalità facendo uso di gas letali e incendiando interi villaggi con i lanciafiamme, trascinò in paese in una guerra disastrosa causando infiniti lutti alla popolazione civile, represse le minoranze slave dell'Istria e della Dalmazia, fu fedele e convinto alleato di Hitler e promulgò leggi razziali che portarono ottomila ebrei, colpevoli solo di essere ciò che erano, insieme a loro soldati e oppositori civili, negli ameni luoghi di villeggiatura di Auschwitz-Birkenau, Maidanek, Bergen Belsen, Sobibor e simili. Da quelle vacanze i più non fecero ritorno. Ma al di là delle farneticazioni dell'incontenibile Cavaliere e del miserabile ossequio dei suoi yes men, c'è un'evidenza allarmante: una parte significativa del centro destra in Italia, in Spagna, negli Stati Uniti, non è autenticamente democratica. Per questo può simpatizzare con Mussolini. Per questo può bloccare le richieste di estradizione nei confronti della dittatura argentina che torturarono ed uccisero decine di migliaia di innocenti. Per questo fa di tutto perché il golpista sostenuto dalla Cia Pinochet, massacratore di migliaia di cileni, non venga processato. Questi democratici del gruzzolo, non odiano le dittature in quanto tali, odiano solo i comunisti e tutti coloro che essi ritengono essere comunisti. Cioè i democratici. Le dittature fasciste per loro vanno benone, perché tengono a bada i rossi. Ieri le televisioni di tutto il mondo mostravano la commemorazione dei quasi tremila morti per l'efferato terrorismo delle Twin Towerrs di New York. Le immagini erano profondamente commoventi, i volti tesi pieni di dignità, le lacrime silenti trattenute a stento, le voci dei bambini che scandivano nome dopo nome. Per vendicare quei morti si sono scatenate due guerre: quella afgana che ha fatto cinquemila morti per lo più civili inermi e quella irachena ancora in corso con morti e distruzioni. Ma al Cile, all'Argentina, ai morti e torturati di tutte le dittature fascista del dopoguerra, i superdemocratici del mercato non sono disposti a rendere giustizia. Eppure anche le loro madri a ai loro cari piangono con le stesse lacrime. Ma dai Berlusconi, dagli Aznar e dai Bush non possiamo certo aspettarci quella giustizia che conferisce a tutti i morti innocenti la stessa dignità e, dunque, la pace. Moni Ovadia L'UNITA' 13/09/2003 |
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