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L'INTERVENTO A PORTO ALEGRE
PORTO ALEGRE
- Il sistema di dominazione dei popoli oggi è estremamente
fragile. Il pretesto cambia ma le politiche continuano
sostanzialmente a essere le stesse. Negli ultimi anni abbiamo
conosciuto il comunismo, il crimine, la droga, il terrorismo. A volte
il cambiamento dei pretesti insieme alla continuità delle
politiche è tanto drammatico che richiede un grande sforzo per
non rendercene conto. Ovviamente questi centri di potere sfruttano
ogni opportunità per portare avanti i loro programmi e usano
la crisi, come un grande terremoto o una guerra o perfino un atrocità
come quella dell'11 settembre.
E la crisi fa sì che
sia possibile sfruttare la paura e la preoccupazione del pubblico per
esigere che gli avversari siano umili, ubbedienti, distratti. In
Stati più brutali può significare l'aumento del terrore
e della repressione. Questo è stato molto più facile
negli ultimi mesi - e non voglio insultare la vostra intelligenza
dicendo a che cosa mi riferisco. Le vittime di questo sistema
certamente dovrebbero resistere allo sfruttamento prevedibile
dell'elemento "crisi". Dovrebbero concentrarsi sulle
principali questioni che rimangono pressapoco le stesse che erano
prima: programmi di militarizzazione e l'attacco sempre più
forte contro la democrazia e la libertà, che sono il nucleo
centrale dei programmi cosiddetti neoliberali.
Il conflitto in
corso viene simbolizzato in questo momento dal FSM a Porto Alegre e
dal FEM di Davos a New York. Il FEM di Davos è una riunione di
quelli che veramente prendono le decisioni nel mondo dei ricchi e
famosi del mondo, i leaders, gli uomini d'affari, i politici. Dicono
di riunirsi per pensare profondamente ai problemi che l'umanità
affronta. Temi come: come possiamo inserire valori morali in quello
che facciamo? Oppure: che cosa dobbiamo mangiare? In effetti, i
ristoranti eleganti di New York saranno pieni zeppi dei partecipanti
di Davos...
I media americani fanno riferimento in questi
giorni a un anti-forum che si sta realizzando in Brasile, frequentato
da pazzi riuniti a Porto Alegre per protestare contro le decisioni
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. E un altro riferimento è
alla brutta faccia dei partecipanti. Questa retorica è
interessante: è infantile ovviamente. Secondo me, tale
infantilità deve essere capita come segno di inferiorità
e insicurezza. Noi ritenuti "pazzi", riuniti qui a Porto
Alegre, dobbiamo essere l'antiforum. E i pazzi dell'antiforum sono
ovviamente quelli che si oppongono alla globalizzazione: questa è
un'altra retorica che dobbiamo rifiutare.
La globalizzazione
significa integrazione internazionale, e nessuno ci si opporrà,
e ciò dovrebbe essere ovvio per il movimento sindacale dei
lavoratori e della sinistra. Il FSM è una delle realizzazioni
più importanti della speranza della sinistra e del movimento
dei lavoratori e di altri movimenti popolari. Dobbiamo cercare un
programma di globalizzazione che si preoccupi dei reali interessi del
popolo e combatta la concentrazione illegittima di potere. Il termine
globalizzazione non può essere ristretto alla loro visione
della integrazione internazionale. Una visione che si preoccupa solo
degli interessi corporativi, essendo gli interessi del popolo
qualcosa di incidentale.
E' con questa terminologia ridicola
che chi cerca una forma più giusta e decente di
globalizzazione viene definito "anti-globalizzatore". Non
dobbiamo accettare questo termine spreggiativo con cui i primitivi,
uomini dell'età della pietra, si riferiscono agli
"anti-globalizzatori". I re Magi di Davos, si chiamano
modestamente. Io preferirei il termine usato dal Financial Times "I
Signori dell'Universo". Giacché i signori dell'Universo
professano e ammirano Adam Smith allora possiamo sperare che seguano
la sua descrizione del proprio comportamento, sebbene Smith li
chiamasse "Signori dell'Umanità" (ciò è
stato prima dell'era Spaziale), si riferiva a quello che lui chiamava
i principali architetti della politica del suo tempo: i mercanti e i
fabbricanti d'Inghilterra, che cercavano i propri interessi, anche a
costo di avere un impatto sugli altri popoli.
Ora dirò
qualche parola sul tema di questa conferenza, cioè, su un
mondo senza guerre. Parlerò in modo molto generico, le
questioni specifiche su cosa fare in Colombia, Palestina, saranno
trattate poi in apposite conferenze. Non possiamo dire molto su temi
umani senza avere fiducia, ma a volte ciò è possibile.
Noi possiamo per esempio avere fiducia in due cose: o ci sarà
un mondo senza guerre o non ci sarà più un mondo.
Almeno un mondo abitato da creature che non siano batteri, scarafaggi
ed altri insetti.
E questo perché gli uomini hanno
sviluppato mezzi per l'autodistruzione nell'ultimo secolo. Inoltre, i
leaders del mondo civilizzato hanno piena coscienza di quello che
stanno facendo, almeno così ammettono i funzionari delle loro
agenzie di intelligence come la Cia, tutti favorevoli alla corsa alla
distruzione del mondo. Più terribile ancora è che ciò
è svolto e messo in atto in una base irrazionale. Esistono
ideologie e valori dominanti che classificano la sopravvivenza molto
al di sotto dell'egemonia. Sono principalmente marxisti volgari, come
ho detto. Questa è la base per la militarizzazione dello
spazio, che appartiene a questi programmi, programmi che sono stati
portati avanti sfruttando l'opportunità aperta dagli eventi
dell'11 settembre e quindi aumentando la minaccia di distruzione in
nome della difesa contro il terrorismo.
La globalizzazione ha
portato a una prosperità mai vista prima, ed è quello
che ci dicono. Ciò è vero soprattutto per quel che
riguarda gli USA, e nella decade degli anni Novanta gli USA hanno
avuto il più grande boom economico del mondo. Alcuni sono
rimasti indietro in questo miracolo economico della decade. Noi
"pazzi" ci preoccupiamo di questi poveretti. Le falle del
modello riflettono il dilemma sulla questione della crescita veloce e
della globalizzazione. Ci dicono che le disuguaglianze aumentano
perché alcuni non sfruttano le opportunità meravigliose
di questo sistema. Questo quadro è falso. Ed è
difficile percepire che, indipendentemente dalla crescita della
disuguaglianza, la crescita degli USA negli anni Novanta è
stata uguale a quella dell'Europa, molto al di sotto dei primi 25
anni dopo la seconda guerra mondiale, e molto minore di quella degli
anni durante la guerra in una economia gestita dallo Stato.
Allora:
come può un quadro convenzionale come questo essere tanto
radicalmente diverso? Come mai fatti così controversi? La
risposta è semplice. Per una piccola parte della società
gli anni Novanta sono stati davvero anni di un boom economico e
questo settore include quelli che danno a tutti gli altri la
meravigliosa notizia.
E in realtà non possono essere
accusati di essere disonesti, leggono tale notizia ad ogni momento
sui giornali che scrivono sulla base della propria esperienza
personale. Ciò è vero anche per le persone con cui si
riuniscono attraverso i circoli universitari e le conferenze d'élite
come quella che i Magi ora stanno frequentando a New York o nei
ristoranti eleganti dove si divertono. È soltanto il resto del
mondo che è diverso da loro.
La globalizzazione è
precedente alla prima guerra Mondiale. Allora era molto più
ampia che oggi. Per esempio, era molto più diffusa quella che
che Smith chiamava la libera circolazione della mano d'opera. Il caso
più drammatico che posso citare è il flusso di capitale
finanziario speculativo a breve termine che va ben oltre a qualsiasi
fatto precedente. Questa differenza fra la globalizzazione di oggi e
quella del passato rivela caratteristiche essenziali della versione
contemporanea della globalizzazione: il capitale è la
priorità, il popolo è qualcosa di incidentale.
I
confini tra gli USA e il Messico sono artificiali, come del resto
tutti i confini, sono risultato di conquiste. I confini sono stati
militarizzati dal governo. Clinton, per impedire la libera
circolazione della mano d'opera ha indebolito il libero commercio,
nel senso classico del termine, e ciò è stato
importante per gli effetti del miracolo economico in Messico che ha
portato al disastro la maggior parte della popolazione messicana.
Il flusso di capitale è stato accellerato ancor di
più. Due terzi del commercio oggi sono gestiti da tiranni
privati. Una misura più tecnica della globalizzazione è
la convergenza in rapporto al mercato globale: prezzo unico e salario
unico. Certamente ciò non è ancora avvenuto, rispetto
al reddito sta succendendo il contrario.
La disuguaglianza sta
aumentanto in diversi paesi e dentro ai paesi, noi ci aspettiamo che
continui l'aumento della disuguaglianza. La comunità di
informazioni degli USA insieme a esperti e accademici recentemente ha
divulgato una relazione in cui rivelano le loro aspettative per i
prossimi 15 anni: l'evoluzione della globalizzazione sarà
segnata da volatilità finanziaria cronica e una divisione
economica mondiale sempre più grande. Ciò significa,
meno convergenza e meno globalizzazione in senso tecnico, più
globalizzazione in senso dottrinario del termine e la volatilità
finanziaria significa crescita più lenta, più crisi,
più povertà.
È esattamente in questo
momento che abbiamo chiara la connessione stabilita tra
globalizzazione voluta dai cosiddetti Signori dell'Universo e la
probabilità di guerra. Il motivo è che gli esperti
militari usano queste previsioni e hanno spiegato bene che questa
aspettativa sta dietro alla grande espansione degli armamenti,
addirittura prima dell'11 settembre.
Vediamo che c'è
una grande celebrazione della democrazia nell'emisfero, tuttavia
un'altra prospettiva dimostra che non è proprio così.
Negli USA, i leaders delle aziende dicono che bisogna imporre alla
popolazione una fisolofia di futilità perché ci sia una
concentrazione dell'attenzione umana in cose superficiali, cose che
vanno di moda, beni di consumo; la gente riceve bene queste idee e si
dimentica di pensare su come gestire la propria vita e finisce per
lasciare in mano a questi grandi maghi le decisioni riguardo al suo
futuro.
Questa lotta per imporre il regime assumerà
molti volti, ma non finirà finchà ci sarà una
concentrazione grande del potere di decisione. Quindi possiamo
aspettarci che questi Signori dell'Universo sfruttino qualsiasi
opportunità - soprattutto quando sentono la paura delle
popolazioni come nell'11 settembre - ma possiamo non accettare queste
ragioni e chi ha a cuore il futuro dell'umanità può
prendere una strada diversa. La lotta popolare contro la
globalizzazione basata sui diritti degli investitori, soprattutto nel
Sud, sta influenzando la retorica di questi Signori dell'Universo che
sono spaventati. Questi movimenti non hanno precedenti come scopo,
come solidarietà, come ampiezza. Le riunioni come questa di
oggi sono estremamente importanti, il futuro è in mano a
quelli che fanno questi movimenti e non dobbiamo sottovalutarli.
(2
febbraio 2002)
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