Un
altro mondo è possibile, questo è il solo pianeta
che abbiamo
Il
documento finale sostiene che la difesa dell'ecosistema esige nuovi
modelli economici e politici Forum Preparatorio Rio+10
Noi,
i rappresentanti di 40 paesi riuniti nel Forum preparatorio di
Rio+10, manifestiamo a tutti i partecipanti l'importanza di
incorporare la questione della sostenibilità ambientale nelle
discussioni di questo II Forum sociale mondiale. Il mondo che
esclude é lo stesso che distrugge la base della Vita e della
Natura.
Nel
2002 si compiono 10 anni dalla prima manifestazione parallela a un
incontro di governi (ECO 92) e la trasformazione delle società
e della loro relazione con la natura continuano ad essere compiti
politici fondamentali. A settembre, la cupola delle Nazioni Unite per
lo sviluppo sostenibile, Rio+10, si terrà a Johannesburg, con
il doppio compito di avvallare gli accordi firmati nel 1992 e
pronunciarsi sui temi emergenti (quali il commercio internazionale,
la produzione e il consumo di alimenti transgenici e i limiti etici
della scienza), firmando una nuova agenda di impegni per il futuro.
Nonostante
alcuni progressi, perdurano le difficoltà di incorporazione
effettiva delle questioni ambientali nelle agende e nelle politiche
di sviluppo in tutto il mondo. Il crescente processo di
globalizzazione voluto dall'egemonia neoliberale e il mancato
compimento degli impegni stabiliti nella Convenzione sul clima sono
il simbolo di questo contesto.
Difendiamo
la ripresa di valori etici che affermino una cultura di pace, dialogo
e tolleranza e che collochino la fratellanza, la solidarietà e
l'alterità come elementi centrali nelle relazioni sociali e
ambientali. Una ripresa di questi valori deve essere articolata come
una lotta politica per la democrazia e l'apertura di nuovi spazi e
meccanismi concreti di inclusione e partecipazione. Le strategie
ambientali sono indissociabili dalla lotta contro le enormi
disuguaglianze e ingiustizie nelle relazioni fra paesi, esseri umani
e regioni del pianeta.
Difendiamo
l'idea secondo cui un processo di globalizzazione richiede meccanismi
di partecipazione, trasparenza e controllo sociale per la costruzione
di una cittadinanza planetaria che conduca ad un miglioramento delle
condizioni di vita dell'umanità, una riduzione delle
disuguaglianze sociali e regionali e una protezione dell'ambiente.
Difendiamo il riconoscimento del debito ecologico, sociale e
culturale.
Rifiutiamo
la globalizzazione che mantiene al suo centro la ricerca del
profitto. La Natura è un valore fondamentale in sè
stessa e la vita e la sua protezione devono stare in cima agli
accordi commerciali internazionali. Difendiamo la sovranità
dei popoli e delle nazioni sul loro patrimonio genetico e la
creazione di strategie sostenibili che rendano possibili le
condizioni di vita delle popolazioni e la conservazione della
biodiversità.
Rifiutiamo
il mercato dei brevetti e l'appropriazione privata della vita, della
natura e del sapere dei popoli. Gli alimenti geneticamente modificati
che le grandi corporazioni tentano di imporci, mettono in pericolo la
sicurezza alimentare di milioni di persone e rappresentano una
minaccia per la biodiversità e per la salute umana.
I
modelli attuali di urbanizzazione e di industrializzazione
concentrano la ricchezza e distribuiscono miseria e degrado
ambientale. Difendiamo una democratizzazione dell'accesso all'acqua e
alla terra, in campagna e in città, un modello energetico
rinnovabile ed il controllo sociale sul suo uso.
Difendiamo
un radicale mutamento dei padroni della produzione e del consumo e
dell'uso delle risorse naturali e l'implementazione dell'Agenda 21 e
di tutti gli accordi internazionali oriundi di Rio 92 a qualsiasi
livello (locale, regionale, nazionale e internazionale).
Rifiutiamo
la posizione del governo degli Stati Uniti di non firmare il
Protocollo di Kyoto, collocando i propri interessi economici al di
sopra degli interessi collettivi dell'Umanità intera.
Difendiamo l'applicazione del principio di riduzione delle emissioni
di carbonio e delle altre sostanze inquinanti che attentano alla vita
e alla salute dei popoli.
Ci
appelliamo ai partecipanti del II Forum sociale mondiale per
un'azione collettiva, nel senso di garantire che l'agenda degli
impegni di Rio+10 sia un'agenda di tutti i popoli e non dei governi
soltanto.
Il
nostro progetto del futuro deve avere al suo centro la ricerca di
un'umanità giusta in un mondo sostenibile.