| BIBLIOTECA | | EDICOLA | | TEATRO | | CINEMA | | IL MUSEO | | Il BAR DI MOE | | LA CASA DELLA MUSICA | | LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
|
LA STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | | | NOSTRI LUOGHI | |
ARSENALE |
| L'OSTERIA | | LA GATTERIA | | IL PORTO DEI RAGAZZI |

[01.02.2002]

Un altro mondo è possibile, questo è il solo pianeta che abbiamo


Il documento finale sostiene che la difesa dell'ecosistema esige nuovi modelli economici e politici
Forum Preparatorio Rio+10

Noi, i rappresentanti di 40 paesi riuniti nel Forum preparatorio di Rio+10, manifestiamo a tutti i partecipanti l'importanza di incorporare la questione della sostenibilità ambientale nelle discussioni di questo II Forum sociale mondiale.
Il mondo che esclude é lo stesso che distrugge la base della Vita e della Natura.

Nel 2002 si compiono 10 anni dalla prima manifestazione parallela a un incontro di governi (ECO 92) e la trasformazione delle società e della loro relazione con la natura continuano ad essere compiti politici fondamentali. A settembre, la cupola delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, Rio+10, si terrà a Johannesburg, con il doppio compito di avvallare gli accordi firmati nel 1992 e pronunciarsi sui temi emergenti (quali il commercio internazionale, la produzione e il consumo di alimenti transgenici e i limiti etici della scienza), firmando una nuova agenda di impegni per il futuro.

Nonostante alcuni progressi, perdurano le difficoltà di incorporazione effettiva delle questioni ambientali nelle agende e nelle politiche di sviluppo in tutto il mondo. Il crescente processo di globalizzazione voluto dall'egemonia neoliberale e il mancato compimento degli impegni stabiliti nella Convenzione sul clima sono il simbolo di questo contesto.

Difendiamo la ripresa di valori etici che affermino una cultura di pace, dialogo e tolleranza e che collochino la fratellanza, la solidarietà e l'alterità come elementi centrali nelle relazioni sociali e ambientali. Una ripresa di questi valori deve essere articolata come una lotta politica per la democrazia e l'apertura di nuovi spazi e meccanismi concreti di inclusione e partecipazione. Le strategie ambientali sono indissociabili dalla lotta contro le enormi disuguaglianze e ingiustizie nelle relazioni fra paesi, esseri umani e regioni del pianeta.

Difendiamo l'idea secondo cui un processo di globalizzazione richiede meccanismi di partecipazione, trasparenza e controllo sociale per la costruzione di una cittadinanza planetaria che conduca ad un miglioramento delle condizioni di vita dell'umanità, una riduzione delle disuguaglianze sociali e regionali e una protezione dell'ambiente. Difendiamo il riconoscimento del debito ecologico, sociale e culturale.

Rifiutiamo la globalizzazione che mantiene al suo centro la ricerca del profitto. La Natura è un valore fondamentale in sè stessa e la vita e la sua protezione devono stare in cima agli accordi commerciali internazionali. Difendiamo la sovranità dei popoli e delle nazioni sul loro patrimonio genetico e la creazione di strategie sostenibili che rendano possibili le condizioni di vita delle popolazioni e la conservazione della biodiversità.

Rifiutiamo il mercato dei brevetti e l'appropriazione privata della vita, della natura e del sapere dei popoli. Gli alimenti geneticamente modificati che le grandi corporazioni tentano di imporci, mettono in pericolo la sicurezza alimentare di milioni di persone e rappresentano una minaccia per la biodiversità e per la salute umana.

I modelli attuali di urbanizzazione e di industrializzazione concentrano la ricchezza e distribuiscono miseria e degrado ambientale. Difendiamo una democratizzazione dell'accesso all'acqua e alla terra, in campagna e in città, un modello energetico rinnovabile ed il controllo sociale sul suo uso.

Difendiamo un radicale mutamento dei padroni della produzione e del consumo e dell'uso delle risorse naturali e l'implementazione dell'Agenda 21 e di tutti gli accordi internazionali oriundi di Rio 92 a qualsiasi livello (locale, regionale, nazionale e internazionale).

Rifiutiamo la posizione del governo degli Stati Uniti di non firmare il Protocollo di Kyoto, collocando i propri interessi economici al di sopra degli interessi collettivi dell'Umanità intera. Difendiamo l'applicazione del principio di riduzione delle emissioni di carbonio e delle altre sostanze inquinanti che attentano alla vita e alla salute dei popoli.

Ci appelliamo ai partecipanti del II Forum sociale mondiale per un'azione collettiva, nel senso di garantire che l'agenda degli impegni di Rio+10 sia un'agenda di tutti i popoli e non dei governi soltanto.

Il nostro progetto del futuro deve avere al suo centro la ricerca di un'umanità giusta in un mondo sostenibile.

Porto Alegre, 30 gennaio 2002



| MOTORI DI RICERCA | UFFICIO INFORMAZIONI | LA POSTA | CHAT | SMS gratis | LINK TO LINK!
| LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing List | Forum | Newsletter | Il libro degli ospiti | ARCHIVIO | LA POESIA DEL FARO|