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Marina
Sereni |
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La strada che parte da Porto Alegre |
Tentare una valutazione
sintetica delle giornate di Porto Alegre è un'impresa a dir
poco impossibile: decine di migliaia di persone da ogni parte del
mondo, centinaia di associazioni, gruppi, incontri, manifestazioni di
ogni genere.
Può forse invece essere utile esporre
schematicamente alcune considerazioni politiche, anche per orientare
il lavoro dei DS nei prossimi mesi. A Porto Alegre si sono tenuti tre
momenti di discussione: il Foro delle Autorità Locali per
l'inclusione sociale, promosso ed organizzato dal Sindaco della città
Tarso Genro, il Foro Mondiale dei Parlamentari, realizzato dal
Governatore dello Stato del Rio Grande do Sul Olivio Dutra, il Forum
Sociale Mondiale, di cui è responsabile un Comitato
internazionale che raccoglie, accanto alle organizzazioni sociali
brasiliane, reti internazionali di movimenti. Ritengo che questa
articolazione sia stata positiva e possa favorire per il futuro
l'ulteriore crescita di quel "movimento di movimenti" che
si incontrerà di nuovo a Porto Alegre nel 2003.
In
particolare la presenza di un gran numero di Parlamentari di forze
politiche diverse (dal paese ospitante hanno partecipato esponenti di
tutti i partiti) dovrebbe essere assunta come un successo dei
movimenti sociali che hanno evidentemente saputo sollecitare
l'attenzione e l'interesse di molti livelli istituzionali nazionali e
del Parlamento europeo. Per questa ragione trovo poco comprensibile
l'insistenza con la quale Rifondazione Comunista ha posto, isolata e
senza successo, la questione di una sorta di "illegittimità"
della presenza di parlamentari appartenenti alle forze
dell'Internazionale Socialista, ed in particolare dei Ds.
Le
differenze anche profonde, che ci sono state e rimangono, sul tema
dell'intervento armato in Afghanistan dopo l'attacco terroristico
dell'11 settembre non hanno impedito che nel Forum dei parlamentari
si svolgesse un'utile discussione e si raggiungessero posizioni
comuni su punti centrali nell'iniziativa dei movimenti di critica a
questa globalizzazione: le forme per finanziare e sostenere lo
sviluppo sostenibile, la tutela della biodiversità, il
Trattato Alca, l'embargo a Cuba, la pace in Medio Oriente.
Anche
sui punti più delicati connessi alla lotta al terrorismo e
all'uso della forza, nel Forum dei parlamentari sono stati elaborati
documenti significativi che, nel condannare senza alcun tentennamento
il terrorismo, prendono decisamente le distanze dalle teorie della
"guerra permanente", dalle ipotesi, pur presenti
nell'amministrazione Usa, di estensione dell'intervento armato e, più
in generale, da logiche belliciste che tendono a costringere il mondo
nel binomio amico/nemico rischiando così di comprimere libertà
e diritti che consideriamo intrinsecamente parte della nostra
concezione della democrazia.
Ho l'impressione che il punto da
cui hanno avuto origine queste polemiche nostrane sia piuttosto
legato al tema della rappresentanza politica di questo movimento.
Devo dire che per quanto riguarda i Ds questo punto non è
all'ordine del giorno: quello che ci interessa è aprire un
confronto, dialogare, identificare se possibile terreni di lavoro
comune.
Al II Forum Sociale Mondiale hanno partecipato dall'Italia
e dal mondo realtà assai diverse tra loro: associazioni di
giovani, gruppi femminili, sindacati, intellettuali, o.n.g. laiche e
religiose, movimenti per i diritti civili.
C'è una
lettura di questo movimento che ne sottolinea la distanza
(addirittura secondo alcuni incolmabile) dalla politica della
sinistra riformista. Non credo affatto che sia così. Anzi
ritengo che questo complesso e variegato movimento interpelli la
sinistra socialista e socialdemocratica su quali politiche possono
essere messe in atto per contrastare le ingiustizie che segnano
drammaticamente gli attuali processi di globalizzazione. Alla
radicalità di molte delle domande che sono state poste nelle
centinaia di incontri e seminari di Porto Alegre può e deve
corrispondere una risposta riformista.
La lotta ai paradisi
fiscali e gli strumenti di controllo delle speculazioni finanziarie,
la cancellazione e gestione del debito dei paesi del Sud del mondo,
le risorse per la cooperazione e per uno sviluppo sostenibile, le
iniziative ed i progetti per garantire a tutti diritti essenziali
come l'acqua, la democratizzazione degli organismi e delle
istituzioni internazionali, la partecipazione diretta dei cittadini
dalla dimensione locale a quella globale. Su tutti questi temi i
Democratici di Sinistra - al pari dei Socialisti francesi, belgi,
spagnoli che erano a Porto Alegre - si sentono impegnati in un
percorso che è di innovazione ed arricchimento della nostra
elaborazione culturale e politica ma anche di azione e di iniziativa
nelle istituzioni e nella società. La preparazione del Forum
Sociale Europeo che si terrà in novembre in Italia sarà
un primo banco di prova per tutti. C'è da auspicare che a
questo appuntamento possano e vogliano dare il loro contributo tutte
le realtà associative e sociali presenti in Europa impegnate
per la solidarietà, la pace e la giustizia. Lungo questa
strada pensiamo di poter incontrare se non tutto certamente la
maggioranza del movimento che in questi anni ci ha detto - a volte
urlato - che "un altro mondo è possibile".
Lungo
questa strada abbiamo già incontrato alcune esperienze di
grande interesse come quella della città di Porto Alegre che,
con il suo "bilancio partecipativo", ha scelto la strada di
una "democrazia radicale" come strumento di lotta
all'esclusione sociale, come alternativa possibile ad una
globalizzazione senza diritti e senza solidarietà. Con Tarso
Genro, Sindaco di questa città, ed altri esponenti politici ed
intellettuali della sinistra brasiliana ed europea si è
infatti avviata una collaborazione ed una ricerca politica e teorica
comune, che pensiamo possa essere raccolta in un'associazione, per
mettere a confronto punti di vista diversi, per verificare se da
un'esperienza peculiare e simbolica come quella di Porto Alegre non
si possa trarre un filo utile per la sinistra riformista, alle prese
- in questa parte del mondo come nell'altro emisfero - con sfide
complesse ed inedite.
*Responsabile Esteri
Segreteria
Nazionale DS
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