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VERSO
IL FSM-2002
Nuovi documenti approfondiscono la
caratteristica proposittiva del II FSM.
Niente meno che
nove nuovi testi di proposte per il II Forum Sociale Mondiale sono
disponibili dall'inizio di questa settimana, su
www.portoalegre2002.net.
Redatti da membri delle reti invitate dal Comitee Internazionale
del FSM in occasione dell'apertura delle conferenze sul Lavoro,
Multinazionali,
Sapere
e Proprietà Intellettuale,
Acqua,
Sicurezza
Alimentare,
Violenza
contro le Donne,
Migrazione
e rifugiati,
Democrazia
partecipativa
e lotta
alle discriminazioni.
La divulgazione anticipata di questi documenti fa parte dello
sforzo per fare in modo che il Forum di Porto Alegre sia un incontro
più propositivo e capace di promuovere, tramite l'ampio
dibattito, il lancio di proposte e campagne comuni.
Altre due
novità su www.portoalegre2002.net:
la struttura del portale è stata tradotta in
Italiano
ed il bollettino "Outras Palavras" è disponibile in
questa lingua. Con queste iniziative, Porto Alegre 2002 crea nuovi
ponti con i movimenti italiani di resistenza alla globalizzazione
neoliberalista -- che hanno dimostrato una notevole capacità
di mobilitazione contro la guerra dell'Impero.
LA
SFIDA DELLE ALTERNATIVE (3)
La fame si vince con la
sovranità
Prosegue oggi, a Porto Alegre 2002, la
serie di rassegne sui documenti-base del II FSM. Questa volta, il
testo riguarda la Sicurezza Alimentare. Redatto dagli
organizzatori del forum internazionale su questo tema realizzato
all'Avana, a settembre. Denuncia, con la forza dei dati, i disastrosi
risultati delle politiche di apertura dei mercati agricoli che si
sono sparsi nei paesi del Sud nelle decade dall' 80 al 90. Dimostra
che il "libero" commercio ha arrichito le multinazionali
dell'agricoltura e ha fatto calare i prezzi di certi prodotti - ma ha
colpito l'agricoltura familiare, ha devstato l'ambiente, sta
distruggendo le abitudini alimentari non-egemoniche. Propone come
alternativa il recupero dell'autonomia dei popoli e degli Stati per
lo sviluppo di politiche pubbliche che garantiscano il nutrimento dei
suoi cittadini, proteggano l'ambiente, appoggino i piccoli
produttori. Si legga la versione integrale del testo (in
spagnolo)
e la rassegna (alla fine della pagina).
SI LEGGA
ANCHE
Guidata dal capitale, la scienza moltiplica i
profitti ma non il grano.
La realtà smascherò
l'affascinante promessa della coltivazione che,geneticamente
modificata , sarebbe in grado di nutrire l'intera umanità.
Dominata dalle grosse aziende, la scienza portò l'innovazione
per aumentare i profitti, e non la quantità di alimenti.
Silvia Ribeiro, dell'organizzazione Rural Advancement Foundation
International, mostra come quasi il 75% dei semi siano stati alterati
a fine di resistere ad un erbicida. Circa il 20% sono stati
sviluppati per essere usati come pianta insetticida e il restante è
una combinazione dei due. Risultato: maggior inquinamento nelle
campagne e completa dipendenza degli agricoltori dalle
multinazionali. (in
spagnolo)
Senza parlare dell'incertezza degli effetti, sugli esserei umani e
sull'ambiente, degli sperimenti genetici sugli animali - come avverte
Brian Halweil, del World Watch Istitute (in
portoghese),
- o sulle piante - come mostra Gabriela Flora per il CorpWatch
(in
inglese)
e l'ATTAC-Francia (in
francese).
Modello
promette alimenti e sparge miseria
In un incontro della
FAO (Oganizzazione per l'Agricoltura e l'Alimetazione delle Nazioni
Unite, dalla sigla in inglese), i governanti hanno stabilito
l'obiettivo di ridurre a metà il numero di affamati sul
pianeta entro il 2015. La promessa è stata firmata nel 96, a
Roma, ma fino ad ora poco si è fatto perchè il sogno,
neanchè tanto ambizioso, diventi realtà (in
spagnolo).
Questo
perchè, gli accordi firmati dalle nazioni all'interno della
OMC, in pratica, rendono inapplicabili le politiche nazionale di
sicurezza alimentare. Europa e Stati Uniti, continuano a dare sussidi
miliardari ai grandi produttori, che esportano in massa verso i paesi
in via di sviluppo e minano le basi dell'agricoltura familiare.
Intanto, la soluzione dell' OMC per il sud del pianeta è
quella di spalancare i mercati, la quale cosa ha messo a rischio
l'esistenza delle comunità indigene e i piccoli agricoltori
(in
spagnolo).
Malgrado
il disinteresse dei governi, i popoli continuano la lotta.
La
partecipazione di quasi tutti gli Stati a questo modello ha spinto i
movimenti sociali ad assumere la responsabilità di formulare
un'alternativa. Entità come la Slow Food italiana si
legga contributo in inglese,
la Confederazione Contadina della Francia in
portoghese,
il MST e l'Associazione Nazionale di piccole Agricoltori di Cuba
hanno realizzato il Forum Mondiale della Sovranità Alimentare,
a L'Avana. Si Legga la dichiarazione finale in
spagnolo.
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La
fame si vince con la sovranità
Per ridurre il
numero di affamati, non basta aumentare la produzione di beni
alimentari. È invece necessario affrontare un'enorme sfida
politica - quella di cambiare il modello di sviluppo agricolo. E
questo può essere raggiunto solo se si rifiuta qualsisi
negoziazione sugli alimenti dalle tavole rotonde dell'OMC e dalla
garanzia che ogni popolo possa prendere le misure che ritiene
necessarie per eliminare la fame.
Questa constatazione, fatta
dai partecipanti del Forum Mondiale della Sovranità
Alimentare, si deve al fallimento del modello attuale, che parte
da una formula semplicistica. Consacrata all'interno dell'OMC (World
Trade Organization - Organizzazione Mondiale del Commercio), l'idea
che per fermare la fame basta prendere due misure: l'aumento, ad ogni
costo, della produttività della terra e la totale libertà
di comercializzazione di beni alimentari, almeno nei paesi del sud
del pianeta.
Divenuti realtà in seguito all'Uruguai
Round, che ha creato la OMC nel 1994, in due principi mancarono
l'obiettivo. Negli ultimi sette anni, il profitto delle
multinazionali alimentari è aumentato, ma il numero di
affamati non è calato. Di fronte al fallimento, gli
organizzatori del Forum della Sovranità Alimentare esigono la
fine di tale modello. Chiedono, perciò, un'altro terreno di
dibattito, distinto dall' OMC.
Le politiche del settore
dovranno, secondo i redattori del testo-base, avere come principio la
garanzia di un consumo sano e di una produzione sustenibile. Il Forum
di Sovranità Alimentare propone che la Conferenza delle NU per
il Comercio e lo Sviluppo (UNCTAD dalla sigla in inglese) si prenda
carico di questi dibattiti. Gli incontri intravederebbero accordi per
l'integrazione regionale basati sulla cooperazione agricola.
La
ricerca di politiche comuni non toglie alle nazioni la responsabilità
di garantire, a livello interno, i mezzi per una produzione
sustenibile e diversificata: programmi radicali di riforma agraria,
il rispetto dei popoli indigeni, la valorizzazione del ruolo della
donna nelle campagne, ed altri.
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