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Lidia Ravera

Noi che abbiamo visto Genova

C'è una stanchezza, si dice, dei girotondisti, dormicchiano a Firenze gli indignati professori. Cofferati è un po' che non porta in piazza tre milioni di persone (che fa, ha messo la bacchetta magica in naftalina?). D'accordo, s'è vinto alle amministrative, ma quella è prosa, è politica del quotidiano.

Dov'è la poesia delle piazze? Perché Nanni Moretti non salta su nessun palco, che fa, si sarà mica messo a girare un film? E perché non c'è niente di nuovo? La società civile si dedica ai suoi quotidiani trastulli: lavorare, educare i figli, studiare, pagare le tasse. La società politica ai suoi: opporsi, scomporsi, riproporsi, se è di centrosinistra. Celebrarsi, celebrarsi, celebrarsi, se è di centro destra.

I giornali di gossip e di governo, per coprire faccende ignobili come l'assenza dei paesi ricchi dal summit della Fao, si dedicano all'analisi maliziosa di quanto costano le suites dei leaders dei paesi poveri con il loro seguito (Panorama) e quello ha comprato la borsa di Gucci mentre il suo popolo muore di fame, e quello ha bevuto due bottiglie di prosecco da Fortunato al Pantheon mentre il suo paese muore di sete.

I giornali di sinistra si dedicano alla faticosa elencazione delle trovate della destra, quelli che vogliono vendere i monumenti, quelli che vogliono schedare gli immigrati e quelli che dovevano governare come manager di vaglia l'impresa Italia e invece guarda qua bel debito pubblico, guarda che frittata fiscale.

L'impressione che ne trae il viaggiatore è di una grande immobilità sotto il sole. Che succederà, da qui alla vacanza? Che cos'altro si inventerà il governo per farci divertire (etimologicamente, divergere da noi stessi)? Una bella sanatoria che faccia contenti tutti gli amici evasori o una bella sanatoria che assolva chi ha costruito sei piani di villino su una stalla di venti metri quadri? Il Colosseo in leasing ai giapponesi o la Torre di Pisa, un tot a volo, per i suicidi? La caccia al gommone carico di curdi per piccoli oggi shore da diporto o la caccia al dissidente da scovare, licenziare da radio e televisioni, proporre all'opinione pubblica come pericolo terrorista?

L'estate è così, tutto quello che d'inverno faceva paura, marcisce e incomincia ad avere un cattivo odore. Che faranno i ceti medi riflessivi? Si tapperanno il naso fino a farselo sanguinare o, come da definizione, si dedicheranno alla riflessione? 2La seconda che hai detto”. Rifletteranno, cioè: rifletteremo. Tutti giorni, di sera, anche fuori orario. Tranne il 20 di luglio, a Genova, e in tutte le città che, tutte, si chiameranno Genova, quel giorno.

Il 20 di luglio, in silenzio, sfileremo. E saremo talmente tanti che sarà difficile non notarci. Non fare i conti con noi. Noi che abbiamo visto quello che è successo a Genova.

Lidia Ravera – L'UNITA' – 20/06/2002

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