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A un certo punto ci siamo preoccupati, ha detto la signora, pensando di essere spiritosa, che non se ne volessero più andare. Mettetegli un cappuccio, pisciategli in testa, così riusciranno a rimpiangere perfino quelle loro sgradevoli spelonche, senza moquette, senza dvd, senza tosaerba. Lynddie R. England (una che fa Inghilterra di cognome, pensa te) sorride fiera e birichina. La frangetta da liceale sportiva, il pollice della sinistra alzato nel segno internazionale dellobbiettivo raggiunto, lindice della destra teso a indicare i genitali di un prigioniero nudo, le mani incrociate sopra la testa, il petto glabro, la vergogna occultata da una maschera nera tipo Ku Klux Klan, con i buchi per gli occhi. Buchi per vedere miss Silly Monkey (stupida scimmia) che si diverte con la sua umiliazione. Il pistolino del musulmano, ah ah ah. Colpisce, nella fotografia che ha fatto il giro del mondo occidentale, suscitando il solito putiferio di indignazione, colpisce linnocenza giocosa dellespressione confrontata allenormità del crimine. Approfittare di una posizione di potere per infierire su un inerme. Via dieci punti, cè il ritiro dalla patente di essere umano. Non basta. Bisogna aggiungere la mancanza di rispetto per la cultura islamica che non esibisce la nudità, ma la occulta, non commercia in falli e vulve (simbolici e reali) ma li censura. Cè lassenza totale di empatia: nudo nelle mani di una ragazzina infedele, come si sarà sentito quel giovane uomo, musulmano, religioso, figlio di una cultura in cui i generi non sono omologati? Chi se ne frega? Certo, è lì il problema. Il problema è che non gliene frega niente a nessuno, fra i supposti raddrizzatori dei torti, fra i civilizzatori del mondo, della sensibilità, delle opinioni, delle religioni degli altri. Chi non è come me, è contro di me. Valanghe di stupore perché, come in ogni festa che si rispetti, anche nellorgetta delle facili infamie, cerano le donne. Quasi sicuramente i maschi si saranno divertiti di più. Viva le truppe miste, viva le galere sadomaso! Io, scusate tanto,
non riesco ad associarmi al coro degli scandalizzati. La famosa
diversità femminile esiste, ma raramente veste tute
mimetiche, o altre divise militari. La diversità femminile
veste di nero e marcia per le strade dEuropa contro la
guerra. La diversità femminile non fa carriera
nellesercito. La diversità femminile non vende
milioni di copie insultando lIslam e proclamando la
superiorità occidentale, con rabbia e con orgoglio
ignorante. La diversità femminile esiste e veste di bianco
negli ospedali da campo, lottando contro fiumi di sangue con
pochi mezzi e poche medicine. Cè, la diversità
femminile. Ma sta perdendo. È messa allangolo, in
questo precipizio verso una società a dominante cazzuta,
una società dove si impone con le armi lo stile del più
forte, riducendo il debole a mero mercato, banchetto di petrolio
e povertà, e o ci stai o ti bombardo, ti faccio
prigioniero e quindi faccio di te quello che voglio. Lidia Ravera - L'UNITA' 03/05/2004 |
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