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La sindrome della maestrina |
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Caro Presidente, lo so, da qualche mese la trascuro, mi schiero contro di lei, firmo appelli, lettere all'altro Presidente (Ciampi), manifesto in piazza, con Cofferati, senza Cofferati, insomma remo cortesemente contro, ma in modo freddo e impersonale. Ha ragione e dolersene, Presidente. Ragione da vendere. Lei non è soltanto un Potere, Simbolo, e un Rischio Micidiale per la Democrazia. Lei è anche un uomo, perbacco, e come tale merita quell'intimità che ogni donna tende ad instaurare con ogni uomo anche se non c'è feeling. Chi ha avuto, come lei, più d'una moglie sa bene quanto le donne amino dare consigli, nell'illusione che i loro uomini possano cambiare. Un mio amico la chiamava .la sindrome della maestrina.. Lo confesso, neppure io ne sono immune. E lei, come tanti altri uomini che ho conosciuto assai più intimamente. Ne farà, oggi, le spese. Caro Silvio, figlio mio, impari ad usare le parole. Guardi, non ci vuole molto. Come ha imparato a cantare e a suonare il pianoforte, quand'era giovanotto. Legga qualche buon libro, in fondo possiede anche una casa editrice, con ottimi cataloghi. Lo faccia. Acquisti in una delle sue librerie un buon dizionario (lo Zanichelli, per esempio). Si eserciti, anche soltanto dieci minuti ogni sera, prima di andare a letto, a trovare l'aggettivo più adatto, la parola più adeguata ad esprimere un sentimento, un pensiero. Se vuole dire che Enzo Biagi la infastidisce in quanto, pur non essendo un giovane facinoroso, si ostina ad esprimere opinioni critiche, personali, certo, ma ben argomentate, nei confronti del centrodestra, non dica che fa un uso criminoso della televisione pubblica. L'azione criminosa o delittuosa è azione che costituisce delitto, cioè .violazione della legge che provoca danni ad altri.. Le pare che la rubrica .Il fatto. inciti a delinquere? Un altro esempio. Quando si congratula con sé stesso per aver vinto le elezioni ed essere quindi in grado di .possedere. attraverso la politica anche la televisione pubblica oltre a quella privata, esprima pure liberamente il suo giubilo. Ma non cerchi di farsi passare per un difensore del pluralismo, accusando il centro sinistra di aver .occupato militarmente. la Rai durante la precedente legislatura. Le parole, Presidente, hanno un suono e un senso e un peso. C'erano forse le truppe dell'armata Rossa a Viale Mazzini ad imporre il generale Santoro e i suoi bivacchi di rozzi bolscevichi fino al 12 maggio scorso? O c'era piuttosto il suo fido signor Saccà, già direttore, il suo utile Vespa, già star dell'informazione, la sua adorabile Carlucci & sisters a condurre quest'evento e quell'altro? Si muovevano impacciati sotto il tiro dei kalashnikov o mietevano successi e soldi pubblici? Vede, caro Silvio, che non ha usato espressioni opportune. E non dica che è la prima volta. Dica semmai: prometto che non lo faccio più. Ecco, bravo, lo dica, perché se lei continua a farsi beffe della lingua italiana, continueremo, tutti, a perdere un sacco di tempo: lei a correggere il tiro (.non intendevo., .sono stato frainteso.), noi ad autoconvocarci, schierare personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, commentare, esecrare, stigmatizzare. Uffa, Presidente! Lidia Ravera . L'UNITA' . 25/04/2002 |
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