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DACIA
MARAINI |
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"Ricominciamo da una sana autocritica" |
ROMA «Nanni
Moretti ha ragione: il centrosinistra deve fare unautocritica.
Non accuso i leader come persone, la responsabilità è
di tutti noi. La sinistra ha paura di parlare, teme di essere
tacciata di moralismo o di giustizialismo». La scrittrice Dacia
Maraini chiede soprattutto questo ai leader dellUlivo:
autocritica, maggiore ascolto e più confronto.
Crede
anche lei, come il regista, che lUlivo debba cambiare
radicamente, anche come classe dirigente?
«Laccusa
di Moretti è giusta, anche se è stato un po
brutale: devono fare unautocritica. Ma non voglio trasformare i
dirigenti in capri espiatori. Sono persone pulite, oneste, non
metterei altri al posto loro, anche perché non ci sono
alternative. Ci siamo dentro tutti, però, esiste una
responsabilità culturale della sinistra. Si è
identificata la morale con il moralismo, e la difesa della giustizia
con il giustizialismo, così, per paura di questi giudizi,
siamo stati zitti. Chiedere giustizia non è giustizialismo, se
è questa è stata ferita va detto. E la questione morale
riguarda letica: certi comportamenti sono inaccettabili, eppure
molti temi sono stati trascurati, come luso del corpo femminile
nella pubblicità e in tv. La sinistra sta inseguendo troppo i
miti del mercato, per paura di cadere nel moralismo. Dobbiamo
analizzare gli errori commessi, anche per non ripeterli».
Quali
sono, secondo lei?
«Il primo: perché in
cinque anni non è stata fatta una legge sul conflitto di
interessi? Finora ci sono state solo risposte ambigue, vaghe. Vorrei
che qualcuno dicesse: sì, abbiamo sbagliato».
E
gli altri errori?
«La guerra: su questo la sinistra
ha sbagliato in pieno, secondo me, che notoriamente sono contraria. È
una follia inutile, si è distrutto un paese povero che ormai è
preda del banditismo, le donne non si sono tolete la "burka"
e i due ricercati principali sono spariti. Insomma, non si sta
facendo una guerra contro il terrorismo.
Terzo errore: la tv
pubblica, un bene prezioso che non viene difeso e non va
privatizzato. Poi la scuola: la sinistra, quando era al governo, è
stata debole e ha accettato con troppa facilità lidea di
finanziare la scuola privata».
Si accusa lUlivo
di non ascoltare le indicazioni che vengono dalla società e
dalla base. È daccordo?
«Certo, di
ascolto ce nè stato poco. Ma sono anche scomparsi i
luoghi di confronto, prima cerano le sezioni, ora non più.
Ma è indispensabile discutere sui vari temi».
Nelle
piazze ci sono molti soggetti che si autorganizzano e che non hanno
troppa fiducia nellopposizione: dagli studenti ai no global,
dagli operai ai professori universitari che hanno manifestato a
Firenze. Crede che la cosiddetta «società civile»
sia più avanzata della sinistra istituzionale?
«Direi
che cè poco scambio. Negli anni 70, dopo il 68,
cerano grandi discussioni pubbliche. Adesso si tende a stare a
casa, a chiudersi».
Anche gli intellettuali?
«In
qualche modo si fanno sentire, i loro discorsi sono simbolici,
parlano con il loro lavoro, non essendo dei politici. Ma ricordo
quando facevo teatro, negli anni 70: ogni sera si discuteva con il
pubblico».
E Nanni Moretti gridò: «No,
il dibattito no!»...
«Era un modo per sentire
cosa dicevano le persone, magari si litigava, ma ci si
confrontava».
Crede che con questa destra di governo
sia possibile un dialogo?
«Perché no? Se ci
sono le occasioni per venirsi incontro sì, ma senza cercare
compromessi, non si deve venire meno alle proprie opinioni. Per
esempio, io contesto quasi sempre Formigoni, ma sta affrontando il
problema ecologico con coraggio».
Molti accusano
DAlema di aver cercato un accordo impossibile con Berlusconi
sulle riforme, nella Bicamerale. Cosa ne pensa?
«Certo
Berlusconi non dialoga. È un commerciante molto bravo, impone
le sue merci e sa come venderle, e basta. Sì, può
essere utile andare incontro allaltro, ma come puoi farlo
quando ti mette i piedi sulla testa? Forse è stata
sottovalutata la prepotenza dellavversario».
Rutelli
non accetta le critiche «distruttive» di Moretti, Fassino
invece chiede al regista un confronto, e DAlema difende le sue
scelte. Come giudica le loro risposte?
«Fa bene
Fassino, non si può non ascoltare, e da quel che sento in giro
tutti danno ragione a Moretti. Non si possono perdere le elezioni e
poi non fare autocritica. Non cè stata. E sul perché
non si è risolto il conflitto di interessi DAlema non ha
risposto».
Vedi anche Nanni Moretti striglia la sinistra
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