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"Il
tema della biodiversità mi sta particolarmente a cuore, perché
racchiude in sé sia il concetto filosofico del valore
intrinseco di ogni specie, sia attività molto pratiche, come
la creazione delle banche di semi". Vandana Shiva, scrittrice
impegnata nella politica della scienza, dirige la Research Foundation
for Science, un'associazione coinvolta nella difesa della
biodiversità e nello sviluppo di un'agricoltura sostenibile.
"Alcuni ambientalisti", ha dichiarato Vandana Shiva
in un'intervista "credono che proteggere la biodiversità
significhi andare contro le esigenze degli esseri umani, come se la
protezione dell'ambiente fosse necessariamente contraria alla
produzione. Io credo al contrario che sia importante portare
l'ecologia e la biodiversità nel cuore della produzione e non
tenerle al di fuori. La vera questione che coinvolge tanto le persone
quanto la natura, è che il controllo sui semi e sul materiale
genetico è sempre più concentrato nelle mani di coloro
che perseguono il profitto come unico interesse".
L'impegno
di Vandana Shiva nella difesa della biodiversità si unisce
alla lotta contro i diritti della proprietà intellettuale. Le
grandi multinazionali, infatti, esercitano un monopolio sulla
tradizionale produzione di cibo attraverso la sostituzione delle
sementi comuni con semi ibridi brevettati. "In India"
spiega infatti Vandana Shiva, "l'agricoltura è da secoli
la maggiore fonte di ricchezza. Ma è stata anche il terreno su
cui si è giocata la penetrazione delle grandi corporazioni
nell'economia del paese. Con gravi danni non solo per l'economia, ma
anche per la cultura tradizionale. La 'rivoluzione verde' non solo
non ha migliorato la qualità della vita, come vorrebbero far
credere le grandi multinazionali, ma ha portato il paese ad
indebitarsi e a diventare dipendente dalle aziende chimiche."
Secondo Vandana Shiva "la strada da percorrere non è
quella di arrestare il progresso o la tendenza verso la
globalizzazione dei mercati. Il nostro movimento non deve essere
solamente reattivo, ma deve essere capace di sviluppare un piano
strategico da qui ai prossimi venti anni. Un piano che sappia da un
lato proteggere i diversi sistemi sostenibili di produzione - ovunque
essi esistano - e dall'altro di tenere conto delle esigenze che
provengono dalla società industriale. Gli ingredienti per
un'esistenza più sostenibile e umana sono già
presenti".
sta in http://www.romascienza.it/biotecnologie/geneticamente/ogm_shiva.html
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