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Morire, morire di fame |
Con metà
della popolazione mondiale che vive in condizioni di povertà
non possono esservi né sviluppo sostenibile né
sicurezza globale.
È essenziale che si riconosca da parte
di noi tutti questa conseguenza dell'interdipendenza mondiale.
Per
troppi anni gli investimenti nel campo della sanità sono stati
considerati da numerosi economisti un di più che i paesi in
via di sviluppo potevano permettersi solo una volta raggiunto un
maggior livello di reddito.
Trascuravano il fatto che salute e
sviluppo economico sono inestricabili. In realtà è
necessario un approccio che si basi su due momenti. Una popolazione
sana è il presupposto della crescita oltre che esserne il
prodotto.
Negli anni '90 il sistema delle Nazioni Unite ha
ospitato una serie di conferenze globali che hanno garantito
l'accordo su una quantità di strategie di sviluppo
internazionale unitamente agli obiettivi ai quali poteva aspirare la
comunità mondiale. Vi è stato consenso su impegni
globali per i bambini, la popolazione, l'ambiente, la casa,
l'alimentazione e la parità di diritti per le donne.
Al
contempo è stato sottolineato in misura crescente l'appoggio
alle misure di stabilizzazione economica nei paesi in via di sviluppo
e in quelli a medio reddito modificando le condizioni di scambio
commerciale per le nazioni in via di sviluppo, dando impulso a
iniziative nuove in materia di riduzione del debito unitamente a
risposte più forti nei confronti delle emergenze e della
ricostruzione dopo i conflitti.
È stata raggiunta l'intesa
sui nuovi diritti economici, sociali e culturali intesi come criteri
universali e legittimi attraverso i quali si articolano gli obblighi
dei governi nei confronti dei singoli. Sono stati prodotti da governi
per i governi e costituiscono una importante piattaforma per le
iniziative di sviluppo.
Nei primi anni '90 hanno avuto il momento
di gloria le ideologie del libero mercato unitamente agli sforzi
sistematici per ridurre il potere dei governi. Tuttavia alla fine del
decennio una governance incisiva e positiva, istituzioni efficaci e
democratiche e una amministrazione illuminata da parte dello Stato
erano considerate vitali per un equo sviluppo.
Perch ci siano più
mercato e un mercato migliore occorrono più governo e un
governo migliore. I cittadini di alcuni dei paesi dell'OCSE
(l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che
raccoglie le nazioni più sviluppate) hanno compreso che le
forze della globalizzazione possono essere sfruttate a beneficio dei
miliardi di poveri. I loro governi godevano del sostegno politico
necessario per raggiungere determinati livelli di spesa per lo
sviluppo e pochi hanno superato l'obiettivo dello 0,7% del PIL.
All'alba del 2000 i leader mondiali erano pronti a trovare
un'intesa sui lungimiranti «impegni per il millennio» che
erano la conseguenza degli accordi in materia di diritti, obiettivi,
standard e responsabilità negoziati durante il decennio
precedente. I leader del G-8 nei loro incontri annuali prestavano
maggiore attenzione alle questioni globali. Lo stesso dicasi per il
settore privato. Al contempo molte organizzazioni non governative
(Ong) spostavano la loro attenzione dalla fornitura di servizi alla
promozione dell'equità e della giustizia sociale. Medicina
Senza Frontiere, ad esempio, è diventata sempre più
importante ed influente ai fini della giustizia sanitaria globale.
Il
2001 verrà ricordato come l'anno in cui un mondo tormentato ha
preso coscienza dell'importanza della salute della gente. Il Rapporto
della Commissione sulla Macroeconomia e la Salute presentato a Londra
nel dicembre 2001 mostra, in modo semplicissimo, in che modo la
malattia indebolisce lo sviluppo e in che modo gli investimenti nel
settore della sanità possono essere un input concreto per lo
sviluppo economico. Il rapporto dice inoltre che migliorare lo stato
di salute della gente può essere il fattore più
importante di sviluppo per l'Africa.
Questo rapporto rappresenta
una autentica svolta. La salute era il parente povero della famiglia
dello sviluppo. È stata trascurata negli ultimi due decenni
durante i quali si poneva l'accento sulla costruzione di
infrastrutture e sulla creazione di un clima favorevole agli
investimenti. Il mondo ha lentamente capito l'importanza
dell'istruzione per lo sviluppo, ma l'istruzione da sola non può
garantire uno sviluppo sostenibile. Ora va dato alla salute il ruolo
centrale che merita.
La Commissione si batte per un approccio
globale ed esaustivo alla salute con obiettivi concreti e specifiche
scadenze. Auspica che le forze della globalizzazione vengano
incanalate per ridurre le sofferenze e per promuovere il benessere.
Gli investimenti proposti sono interventi sperimentati di cui è
nota l'efficacia. Il loro impatto può essere misurato in
termini di riduzione delle malattie e di miglioramento del rendimento
dei sistemi sanitari. L'accento va posto sui risultati,
sull'investimento di risorse economiche nei settori strategici.
Uno
studio dei dati globali evidenzia che tre malattie, AIDS/HIV,
tubercolosi e malaria, hanno una importanza predominante.
Altre
priorità sanitarie globali sono le condizioni delle madri e
dei figli, le malattie legate alla riproduzione, le lesioni e le
conseguenze mediche dell'uso di tabacco.
Qualunque serio
tentativo di ridurre le malattie da parte dei più poveri del
mondo deve concentrarsi su tutte queste condizioni, al pari di
qualsiasi serio tentativo di stimolare lo sviluppo globale economico
e sociale e quindi di promuovere la sicurezza umana.
Le sfide
sono gigantesche, ma non è mai stata maggiore di oggi
l'opportunità di riunire le forze globali per affrontarle.
Gro Harem Brundtland è direttore
generale
dellOrganizzazione Mondiale
della
Sanità
IPS
Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
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