BIBLIOTECA | | EDICOLA | | TEATRO | | CINEMA | | IL MUSEO | | Il BAR DI MOE | | LA CASA DELLA MUSICA | | LA STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | | | NOSTRI LUOGHI | | ARSENALE | | L'OSTERIA | | LA GATTERIA | | IL PORTO DEI RAGAZZI |

BIBLIOTECA
IL SECOLO XIX – 1/2/2001

Un copione già scritto

 

Così sarebbe stata ritrovata. La contessa Vacca Augusta avrebbe concluso la sua parabola fra gli scogli della costa francese. Gli ingredienti per un giallo classico ci sono tutti e questo fa sospettare. Mi spiego meglio: chi fa il mio mestiere, cioè quello del narratore, sa quanto imprevedibile possa essere la realtà e sa anche che, per quanto egli faccia, non riuscirà mai a concepire la stessa varietà di trame che la vita vissuta ogni giorno ci propone. Il caso Agusta mi pare diverso, mi pare tutto già scritto. Come a dire che per una volta la finzione ha superato la realtà.

Partiamo dall'inizio: una ricca nobildonna, in una sera di gennaio esce dalla sua villa nella costiera ligure in accappatoio e ciabatte per fare un bagno in piscina. Non torna più. Otto ore dopo scatta l'allarme. Che è successo alla contessa? E' caduta, si ipotizza, Aveva bevuto? Un po’, parrebbe. Aveva motivi per suicidarsi? Era depressa, si risponde.

Una serie contrastante di scenari si aprono improvvisamente. Proviamo ad esaminarli.

E' caduta - Semplice e lineare: era già buio, sentiero poco illuminato, scogliera a picco sul mare, ma nessuna traccia di sangue sulle rocce e rami intatti.

Ora è piuttosto difficile immaginare una donna caduta incidentalmente che "incidentalmente" si da la spinta che le occorre per cadere senza toccare le rocce. Sulle suddette rocce tuttavia sono state ritrovate le pantofole della contessa. E si passa alla seconda ipotesi.

Si è buttata - Tutto quanto scritto sopra resta valido, ma ci sarebbe l'intenzionalità e quindi la possibilità che la presunta suicida abbia tentato di finire in mare senza sbattere. Era una bellissima donna, non avrebbe scelto di sfigurarsi. Nel cadere la contessa ha perso l'accappatoio che, per un miracolo della fisica, si è strappato sulla schiena quando, mentre veleggiava verso il mare, è piombato in acqua a poca distanza dalla scogliera. Il corpo, nudo, è volato da un'altra parte. La corrente avrebbe fatto il resto. Una corrente estremamente selettiva che ha scelto di trasportare il corpo piuttosto lontano, circa 400 chilometri, ma ha lasciato l'accappatoio praticamente fermo nello stesso punto in cui era caduto. Non distante dall'accappatoio è stato trovato un paio di occhiali della contessa. Anch'essi risparmiati dalla corrente, che pure doveva essere tanto potente da far sparire un cadavere. Delle due l'una: o il cadavere e gli oggetti vari sono caduti in due momenti diversi, e questo giustificherebbe le diverse correnti, oppure ci troviamo di fronte ad un fenomeno che va studiato a fondo.

L'hanno uccisa e buttata in mare - Non lì e non insieme agli oggetti, vale tutto quanto detto sopra, ma si spiegano molte cose: intanto la presenza dell'accappatoio, ciabatte, occhiali in quel preciso punto potrebbero rappresentare un tentativo di far credere che la contessa proprio lì e caduta e ha perso la vita. Ma questo non è affatto scontato, infatti mentre gli inquirenti perdono tempo a dragare il tratto di mare il corpo della contessa naviga altrove. E' tutto tempo che si perde e perdere tempo, in questioni del genere, significa allontanarsi dalla verità. Facciamo un po’ di conti: otto ore per chiamare gli inquirenti, una settimana per dragare il tratto di mare nei pressi della villa, otto giorni per collegare il corpo trovato nelle acque francesi al caso Agusta. Tempo perso. Tutto a favore di ignoti assassini che hanno spazio per concordare, far collimare, sistemate. E tutto questo tardare e perdere tempo ci introduce ad un ulteriore e inquietante scenario.

Non è lei -Ipotesi, ben inteso. Il cadavere ritrovato in Francia non ha acqua nei polmoni quindi non è annegato e questo si adatterebbe alle ipotesi precedenti. E' sfigurato, quindi irriconoscibile. Con tutta probabilità dunque per accertare l'identità del corpo ritrovato in Francia come appartenente alla contessa bisognerà accontentarsi degli occhiali, delle ciabatte, dell'accappatoio e di due anelli che il cadavere porterebbe al dito, questi ultimi riconosciuti con celerità di proprietà della nobildonna. Come dire limitarsi alla superficie per non rischiare di dover badare alla sostanza. E la sostanza consiglierebbe di considerare l'ipotesi che quel cadavere non appartenga alla contessa. Certo se mai qualcuno ha premeditato tutto ha letto pessimi gialli. La realtà sa fare di meglio. La realtà farà di meglio prima o poi.

Marcello Fois - IL SECOLO XIX – 1/2/2001

| MOTORI DI RICERCA | UFFICIO INFORMAZIONI | LA POSTA | CHAT | SMS gratis | LINK TO LINK!
| LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing List | Forum | Newsletter | Il libro degli ospiti | ARCHIVIO |
LA POESIA DEL FARO|