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choc dell´autore Matt Groening: Bart e Homer sotto sfratto
"Cartoni troppo scandalosi"
Un cartoon trasmesso in 90
paesi e amato da 100 milioni di persone
Dalla marijuana
all´affare Enron: i produttori della Fox perennemente in
imbarazzo
ROMA - Homer e Bart Simpson hanno
iniziato a camminare lungo il loro "viale del tramonto"?
«Penso che siamo vicini alla fine, un altro paio di anni e poi
basta». La frase, detta qualche giorno fa al Financial Times
da Matt Groening, l´autore della fortunatissima serie a
cartoni animati, aveva messo in agitazione i fan di tutto il mondo.
I Simpson avevano i giorni contati, la fine delle avventure della
famiglia di Homer J. Simpson era vicina. La notizia era rimbalzata
velocemente sui giornali inglesi ed americani, nelle televisioni e
nelle radio. Tale e tanta agitazione ha messo in crisi persino lo
stesso Groening che, il giorno dopo si è affrettato a fare
marcia indietro: «Voglio rassicurare tutti, ci saranno ancora
episodi dei Simpson negli anni a venire, persino dopo che io sarò
sepolto». Argomento chiuso? Mica tanto, perché nelle
interviste rilasciate a quotidiani e agenzie Groening ha ribadito
che i rapporti tra lui e la Fox, la rete televisiva che produce i
Simpson e anche Futurama, la seconda fatica a cartoni animati di
Groening, sono tutt´altro che rosei.
Nonostante il
clamoroso successo (i Simpson sono oggi trasmessi in più di
novanta paesi e hanno un pubblico che supera i cento milioni di
telespettatori ogni settimana; la "simpsonmania" ha
prodotto pupazzi, videocassette, gadget di ogni tipo con le effigie
di Bart Simpson e dei suoi parenti), «e nonostante io abbia
fatto guadagnare alla Fox diversi milioni di dollari» dice
ancora Groening, molto di più di quanto abbiano prodotto
serie come Beverly Hills 90210 o X-Files, tra i dirigenti televisivi
e l´autore non corre buon sangue. «Diciamo che nessuno
di loro sorride quando io entro in una stanza», ha detto
ancora il disegnatore. Se a questo si aggiunge che Futurama rischia
in questi giorni la chiusura, a causa dei cattivi risultati di
audience, si capisce quale sia lo stato d´animo del cartoonist
americano e perché abbia ventilato l´ipotesi che le
avventure dei Simpson possano finire.
La famiglia Simpson,
composta dal papà Homer J., da sua moglie Margie, e dai tre
leggendari figli, Bart, Lisa e Maggie, ha iniziato le sue avventure
nel 1987, diventando rapidamente un fenomeno globale, un cartoon per
ragazzi che piace anche agli adulti, una "striscia"
animata piacevolmente "cattiva", ricca di satira sociale,
spesso politicamente scorretta, un cartone che è ancora in
grado di suscitare polemiche e che mette costantemente in imbarazzo
di dirigenti della Fox. Che sia ancora così lo dimostra il
"caso" scoppiato nelle scorse settimane con il sindaco di
Rio de Janeiro, che ha ufficialmente protestato con la Fox per una
puntata della serie in cui si dipingeva la città come il
paradiso dei rapitori di bambini. La Fox si è scusata, ma
Groening ha invitato il sindaco a un faccia a faccia sull´argomento
con Homer Simpson. E nelle puntate più recenti non sono
mancate frecciate sul caso Enron, o sull´uso terapeutico della
marijuana (con papà Homer impegnato a fumare una canna), che
hanno scatenato ulteriori discussioni.
I Simpson, insomma, sono
molto più che una semplice serie a cartoni animati, sono una
"sitcom" generazionale, nella quale gli autori si muovono
con grande libertà creativa, coinvolgendo anche grandi star
del cinema, del rock e della tv, che "partecipano" spesso
alle puntate, anche loro in versione a cartoni animati. E per questo
funziona. Ma non è facile per Groening e il suo team andare
avanti in eterno: «Dopo trecento puntate è spesso
difficile restare fedeli allo spirito originale, al carattere dei
personaggi» ha detto Groening, «ma noi cerchiamo sempre
di migliorarci. Quando un personaggio è stolido come Homer
Simpson è difficile sorprendere continuamente il pubblico».
ERNESTO ASSANTE
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