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LETTERE
Cara E,
[...]
Credo
di potere ampiamente capire cosa provi: abbiamo al momento tre cani
adulti e tre cuccioli, di cui una in particolare molto malandata,
salvata da sicura morte almeno un paio di volte, che probabilmente
resterà con qualche
problema. Ma le vogliamo bene lo
stesso, forse anche di più.
La storia è semplice e
breve: ho abitato a Palermo città per trentotto anni, da un
paio di mesi ci siamo trasferiti in una località vicina, su
per le colline.
In
una casa di campagna ci vuole il cane, e il cane è arrivato un
giorno, ancora mentre eravamo in città, sotto forma di un
batuffolo piccolopiccolo. Batuffolo che in seguito è diventata
una "cana" chiamata Lilly, simil pastore tedesco,
sicuramente incrociata con un husky, che manifesta un irrefrenabile
interesse per le galline.
A seguire, un caso di maltrattamento ci
ha portato Alex, un bel meticcio che assomiglia molto ad un bracco
italiano. Giunti nella nuova casa, nei pressi della boscaglia che la
circonda abbiamo trovato una cana neo mamma, con sette cucciolotti
malmessi.
Dopo la morte di uno di loro, per una manovra sbadata di
un vicino, la mamma con i sei cuccioli rimasti è entrata a far
parte della famiglia. In quel momento avevamo quindi tre cani adulti
e sei cuccioli. E in casa cinque
gatti adulti e due cuccioli.
Tutto chiaro? Fatti due conti? Dopo varie storie i cuccioli sono
rimasti in quattro, dato che due li abbiamo regalati a due pastori
della zona. Sul momento non avrei voluto darli via, ma mi
sono
ricreduto quando il più anziano dei due mi ha chiesto
lo stato di svezzamento, il libretto delle vaccinazioni e la marca
del cibo che usavamo.
Era Eukunuba o altro? Ho dato i cani molto
tranquillamente.
Un altro cucciolo l'ho regalato ad un bambino
che passava le giornate davanti al cancello a giocarci, sempre con lo
stesso. e il canetto giocava con lui, quindi perchè
interrompere una storia come questa? Troppe volte sono rimasto io,
dietro un cancello a giocare con il cane dei miei sogni,
assolutamente incurante del cartello che avvertiva della presunta
ferocia del cane.
La piccolotta è una storia a parte è la classica più
debole di una cucciolata, sembrava non avere voglia di campare.
L'abbiamo trovata in mezzo all'acqua, semi assiderata, riscaldata,
rifocillata e curata. Un giorno le ho fatto un
discorso molto
chiaro, dove le spiegavo che in casa mia è vietato essere
tristi, ammalarsi o non godersi la vita.
L'ho
chiamata Zara, e l'ho affidata alle cure del nostro Gatto Guardiano,
un soriano nero di circa otto chili a
nome Dago, che ha già
una buona esperienza nel crescere ed educare i cani, come ben sa
Lilly (la prima cana). La cucciolotta è migliorata, mangia
come un lupetto, cammina quasi normalmente, e per evitare che si
creda un gatto
ogni tanto la lasciamo giocare con i suoi fratelli
e con la sua mamma. Ogni domenica passiamo in rassegna i cani, ne
verifichiamo lo stato di salute e riferiamo al veterinario,
praticamente un amico di famiglia. Fine della storia dei cani (forse,
fin quando non ne arriverà qualche altro fuori dal cancello).
I
gatti sono tutta un'altra cosa: i primi due sono arrivati da Zoppola,
vicino Pordenone, e li abbiamo presi che pesavano si e no mezzo chilo
scarso ognuno, di cui una buona metà pulci. Uno dei due è
Dago, l'altra Tigre, che ha deciso credo immediatamemte che io sarei
diventato il suo essere umano. Suo nel senso di possesso, non so se
conosci i gatti e sai come ragionano. Io non lo sapevo, ma ho
imparato molto in fretta. Gli altri due ci sono nati in braccio, a me
e mia moglie, mentre visitavamo questa casa. La loro nascita, insieme
a tutta una serie di cose troppo incredibile
per raccontarla, ci
ha fatto decidere per l'acquisto in circa venti secondi. L'ex
proprietario, scultore e pittore, è oramai un carissimo amico.
Li abbiamo chiamati Mistral e Storm. In ultimo sono nati Yin e Yang,
da una relazione incestuosa di Mistral e Storm, sul cui esito
genetico il veterinario mi ha tranquillizzato non poco. E aveva
ragione, sono nati tre
cuccioli splendidi, il primo però è
morto per una malformazione congenita. I due che sono rimasti sono da
vederli.
Riccardo
Ciao, leggo con piacere che B ha deciso di restare con noi, quindi mi pare che il 98% dei problemi sia risolto. Ovvio, hai la convalescenza con cui fare i conti, ma fa parte, come stai imparando, del gioco della vita.
Harriot:
James Harriot ha riempito pomeriggi interi della mia vita, posso
citarti a richiesta interi brani a memoria dei suoi libri, possiamo
parlare di Skeldale House, delle colline, di Siegfrid e suo fratello
Tristan.....e di tutti gli animali. Hai letto "Storie di Gatti"
?
Certo, non è "letterariamente" granché,
ma ti posso assicurare che baratterei volentieri alcuni libri della
mia, ahimè, vastissima biblioteca per un James Harriot fresco
di stampa.
L'ahimè è dovuto al fatto che la
vastissima biblioteca, o meglio i libri che la compongono, ho dovuto
imballarli, catalogarli, caricarli a Palermo, scaricarli qui e
metterli a posto. Ci sono libri vecchissimi (mia moglie dice antichi)
libri appartenuti ai miei nonni, ai nonni di mia moglie, ai nostri
genitori, e per finire a noi due. Più vite rappresentate da
quello che è stato più volte letto. Impossibile
stabilire una logica, in questa biblioteca: certo ci sono più
o meno le sezioni, ma tutto sommato è una gran confusione.
Trovi Umberto Eco vicino a Salgari, Pirandello vicino a Einstein,
Camilleri vicino a una serie infinita di gialli. Questo, di norma.
Poi tutta la casa è costantemente "pervasa" dai
libri. Se puta caso trovo un autore che mi piace, compro
immediatamente quanto c'è disponibile in quel momento in
libreria. Così ho fatto per Camilleri, dopo avere letto in un
pomeriggio "Il ladro di merendine", assolutamente per caso.
Per ora sono fissato con Grisham, ho letto tutto quello che ha
pubblicato, e lo stesso ho fatto con Follett, con Forsithe e vari
altri. Certo, letteratura da "intrattenimento", ma mi piace
da matti perdermi in mezzo a questi libri. La cosa diventa difficile
quando"m'acchiappa" un classico. Arrivo all'assurdo di
tirare un'intera notte in bianco, e poi andare regolarmente a
lavorare (il mio capo, immancabilmente mi guarda e mi chiede "Allora,
che abbiamo letto stanotte??"), pur di non interrompere quella
magia di rapporto tra me e la pagina, tra me e la storia.
Mi pare
quasi che il libro MI legga, e non viceversa: un pò come con
alcune mie pipe, che per quanto costantemente tradisca con le
sigarette, generosamente MI fumano, deliziandomi immancabilmente.
Agli
animali ci vivo in mezzo, e ogni volta che mi sorprendo a guardare
qualcuno di loro mi sovvengono alla memoria le parole di mia Madre
"Più conoscerai gli uomini, più amerai le bestie".
Mia Mamma me lo diceva in tono un pò ironico, ma ora che ho la
possibilità, grazie alla disponibilità di mia moglie,
di averne la casa piena, effettivamente non posso non ripensare a
quelle parole.
In realtà sono un pò orso (mia moglie
dice che definirmi "orso" è un eufemismo
ottimistico) e mi piace senz'altro di più starmene a casa con
i miei animali, che stare in mezzo alla gente. Ma non sempre, nella
vita, si può fare quello che si vuole. Tra le cose che si
possono fare e quelle che si devono fare ci stanno in mezzo i sogni.
E'
entrata una falena, da una finestra socchiusa: c'erano tre gatti che
dormivano, due sulla poltrona di fronte a me, ed una cucciola di tre
mesi in braccio. La falena, poveretta, è durata sei secondi.
Ora i gatti dormono di
nuovo. L'unica differenza è che la
cucciola fa le fusa.
Mauro
Corona. Ho letto tutti e tre i libri, tutti e tre dopo averlo
conosciuto. Per essere schivo, lo è sicuramente: ogni volta
che andiamo su, per beccarlo ci dobbiamo armare di santa pazienza e
andare per boschi per una mezza giornata. Se lo troviamo, cosa che
non sempre accade, "leggere" con lui i boschi, gli alberi e
gli animali è un'esperienza estrema, quasi impossibile da
concepire. Se ricordi i suoi libri, sai bene di che cosa parlo. E
l'abete bianco, esisteva veramente. Mi ha definito un Carpino, e un
Carpino arriverà a novembre, regalo di mia moglie. Non so
ancora come abbia fatto a procurarselo, secondo me c'è di
mezzo Mauro. A suo tempo saprò.
Per
B, devi fare attenzione a non considerarlo eterno: ricorda che gli
animali, l'amore per gli animali è un mezzo, e non un fine. E'
un mezzo, secondo me, per imparare di più di noi stessi, per
placare le ire del vivere costantemente obbligati a qualcosa, legati
costantemente a tutti gli impegni di cui ci circondiamo per non
restare da soli con noi stessi, cosa che magari può fare un pò
paura. Figurati che paura fa a me, che mi sono preso un paio di
branchi cui badare !!! Quindi, giustamente preoccupati per lui e non
fargli mancare nulla. Considera pure, perchè lo devi fare, che
gli
animali, tutti gli animali, hanno una enorme fortuna: non sono
assolutamente consapevoli del fatto che la loro vita deve avere un
termine. Questa "non conoscenza" è la quintessenza
del fascino che gli animali esercitano su quasi tutti gli umani.
I
piccoli animali di cui ci circondiamo hanno fisiologicamente un ciclo
di vita notevolmente inferiore al nostro. Se
pensi, se ritieni che
B abbia per te rappresentato qualcosa, segui l'istinto e prendi
subito, domani mattina, un'altro cucciolo da affiancargli: servirà
a accorciare la sua convalescenza, sarà un compagno di gioco e
in più conserverà alcuni tratti caratteriali che ti
serviranno a non sentire troppo la mancanza di B, e quando sarà,
a farlo andare in pace, consapevole di non lasciarti da sola.
Un cane sente perfettamente che la fine gli è vicina, ma la sua sofferenza è alleviata se è consapevole del fatto che il padrone non resterà solo; sembra impossibile ma è assolutamente provato, riprovato e garantito.
Sbagliano
dunque tutti quelli che, dopo aver avuto un amico a quattro zampe, ne
tradiscono l'affetto e la memoria
rifiutandosi di averne altri, a
meno che non sussistano problemi di altro tipo.
I supponenti e
gli arroganti. Chissà quanti di loro hanno mai avuto un
cucciolo da crescere, o un amore in cui credere. Penso molto pochi.
A
presto, che abbiamo, se non erro, un discorso da
continuare.
Riccardo
per
gentile concessione dell'autore
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