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Daniele
Veranda, in arte Gek, è nato a Cittadella il 21 Ottobre
1980 e ancora oggi vive e lavora nel padovano, ma sogna un luogo
dove l'uomo è al centro della vita e non le cose da
possedere. |
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POESIE |
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Alba
Rossa tu Pietro mi hai tradito insultami discepolo prediletto sarai testata d'angolo
il tempo è un mio attributo non ho modo di liberarmene pioggia di sangue stella della morte
non fiori non ceri non lagrime non strida occhi chiusi sapienti lasciano spazio al silenzio
spirò tra una danza popolare cadde tra il giubilo fuori luogo anche nell'uscita di scena
mare calmo e solo plaude con le onde un uomo consapevole della nullità del presente
affina l'udito segui i consigli dai spazio a chi s'illude di avere mete
chicchirichì.
Hai ragione tu che affermi che un poeta compone meglio sotto l'effetto del dolore. Nessuna droga ti schiarisce la mente come il magone che hai dentro. Penso di essere il solo che fa un'ode al male in cuore. Non me ne vergogno, è la mia musa. SOLITUDINE e SOFFERENZA guidatemi alla vetta dei pensieri sublimi.
Fumi di olio di ganjia m'inceneriscono il cervello Vapori di alcool mi indeboliscono le membra Eroe troiano sarò sconfitto da nemico sono cattivo per principio Non posso scappare ammetterei colpe attribuitemi aumenterei la gloria di achille So e non ci posso fare niente viaggio mentalmente Cassandra del duemila
Non ti preoccupare sta per giungere la mia ora Daltronde anche in vita mi precedevi sempre L'unico mio guadagno è che soffrirò Mentre tu beato vagherai in un buco nero Avrai la mente libera Guarderai al futuro come al passato Aspetterò arrampicandomi su specchi Subirò i colpi casuali del destino Seguirò desideri fuggitivi Sperando di essere già lì con te Occhi spenti nel vuoto Mente come marmellata sotto vuoto Collezionando rovinosi insuccessi Riuscirò persino ad invidiare La tua morte
Nuvole di nebbia passano basse spiriti malvagi scappano in silenzio. Non ho paura di scontrarmi, taglio il vento e avanzo. Sono l'unico raggio di luce in questo grigio momento. Per la prima volta mi sento sicuro, sono preparato per l'ultimo istante. Scocco la mia freccia verso il centro del bersaglio e mi sveglio.
Il pubblico ride alle battute del saltimbanco credendo di capire dall'esteriorità cosa succede realmente Falsità e misteri vengono analizzati Le ipotesi diventano subito tesi Il pubblico ride di un uomo libero e stravagante che intanto muore dentro solo
Sentendo ogni pulsazione di sangue nelle vene mi esprimo a gesti stupidi. Occhi come fari nella notte m'illuminano, io, nudo, al banco dell'imputato. Sono colpevole di essere quel che sono, purtroppo non come il mio prossimo vuole. Nella mia cella ascolto il silenzio, cercando sicura comprensione. Bella gloriosa morte poni fine a quello che dovrei essere. Non esiste l'odio per i morti non fanno male a nessuno. Concime per la terra sarò almeno utile a qualcosa. Spiccherò l'ultimo salto sperando che nel vuoto non mi passi davanti tutta la vita. Sarebbe un dolore tremendo, ne potrei morire. Non ci sarà beatitudine eterna, ebbene non sarei capace nemmeno di far bene il niente.
Loro conoscono le mie mosse infatti faccio quello che vogliono Loro sanno cosa mi piace Sono loro i miei modelli Loro prevedono cosa diventerò Pecora nel grande gregge Ape nell'alveare Formica nel formicaio Il bello è che è colpa mia Sono io il primo a seguirli Potrei scegliere altre vie ma non ne sono capace Sono e sarò sempre dipendente Conforme agli altri
Falsi amici di un vecchio superuomo cantano inni ad un futuro senza speranze sapendo che altri eroi faranno meglio ciò che è già stato fatto. Abbandonato ritorna normale girando il coltello nella piaga di un passato onorevole. Immortale non gli resta che agognare l'ultimo suo miracolo il suicidio.
Sono finite le sofferenze La città sta bruciando Nessun grido echeggia La luna e le stelle Guardano tranquille Ritornano ricchezza e povertà Consuetudini abbandonate Solo la memoria di qualche vate in canti di svago Terrà vivo il ricordo Piango e penso Rido e cammino nella notte
Che cos'è il mondo? Chi può dire di conoscerlo a tal punto da poterne riferire i comportamenti? Ne siamo a parte e osiamo volerlo conoscere tutto. Siamo come foglie sconvolte attorno all'occhio del ciclone. Il futuro ci indebolisce, ogni giorno crolla una torre di Babele. Partoriamo nuovi valori: indifferentismo egoistico. L'uomo ignora quale sia la meta della sua esistenza teme di seguire il miraggio troppo arduo prendere una decisione. Meglio seguire tutto e niente Il nostro valore sta neglio occhi del prossimo La maschera prevale sull'attore. Uomo dabbene pare essere quello che, consapevole di ciò, osserva il mondo con sguardo disilluso e non si preoccupa di nulla se non d'essere quello che vuole di fare come gli pare.
Nanu Il fluoriclasse viene
sempre sostituito la giusta ovazione del pubblico.
La
morte dentro.
Riempiamolo
di sorrisi immagini parole.
Se
ne va un grande amico
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