Abbey
Road. Ci sono le striscie del passaggio pedonale sul quale passò,
ultimo della fila di quattro Beatles all'apogeo della loro
carriera. Da una parte della strada c'è il muretto che
protegge il cortile degli studi di registrazione e sul muretto,
oggi, ci sono mazzi di fiori, ceri accesi, scritte e bigliettini.
Sotto la pioggia invernale di questa giornata plumbea dozzine di
persone si sono radunate per commemorare George Harrison. Tra la
gente c'è Robert Young, sulla sessantina. "Sono
triste. Non scioccato, perché era ammalato da tanto tempo.
Me l'aspettavo. Ma è triste perché è la fine
di un epoca. I Beatles sono stati parte della mia vita. George
era una persona che avrei tanto voluto incontrare. Non mi
aspettavo di vedere tanti fiori. Io sono un giardiniere. Ho
lasciato il lavoro qui vicino per venire un momento a vedere.
Davvero non immaginavo di trovare tanta gente". Ha una
canzona favorita di George o dei Beatles? "Non saprei dire.
Per me i Beatles sono un fenomeno, nel loro complesso. George
Harrison era un grande chitarrista. Suonava ottimamente già
all'età di diciassette anni. Anch'io all'epoca suonavo la
chitarra. Ma chi non ci provava? Eravamo tutti contagiati dal
fenomeno Beatles". Tra i mazzi di fiori ci sono dei
bigliettini. Su uno si legge: "George mancherà a
tanta gente. Era una persona così genuina. Addio George".
Porta la firma "Amanda e amici scousers". Gli scousers
sono gli abitanti di Liverpool, la città natale di
Harrison e dove nacquero tutti i Beatles. George era l'unico che
aveva anche radici irlandesi. Un altro bigliettino porta la
scritta: "Grazie George, riposa in pace, xxx". Le x
significano: "tanti baci". In un altro cartoncino c'è
la scritta: "Riposa in pace dark horse e grazie". Al
posto della firma c?è "Hare Khrisna". "Dark
horse" vuol dire "cavallo nero", in gergo è
la persona che si distingue perché se ne sta da una parte
rispetto al gruppo. Su un altro bigliettino si legge: "Dormi
bene, da Harrow Hill". In un altro c'è scritto "Non
è un peccato?". Porta la firma di Carol Darren e
Simon George. Tra un mazzo di tulipani bianchi c'è un
cartoncino che recita, come se fossero i versi di una canzone:
"Give our love to John rip" , porta il nostro amore a
John, riposa in pace. E' firmato con le sigle "rs sb lc".
Dall'altra parte della strada trovo una una ragazza con gli
occhi umidi che scatta fotografie. Si chiama Kim Ashton, ha
venticinque anni e viene da Chicago. "Sono arrivata a Londra
ieri. Ho sentito la notizia stamattina e sono venuta subito qui.
Mi sento triste. Ma sono contenta di essere venuta. Trovo
stupefacente che la gente scriva tante cose in memoria di George.
A casa avevamo tutti i suoi dischi. Sono stata una sua fan fin da
quando ero bambina perché ai miei genitori piaceveno i
Beatles. Sono una delle migliori band al mondo di tutti i tempi.
Hanno dato tanta ispirazione a tanti altri anche se non lo
riconoscono". La tua canzone favorita? "Mi piace
moltissimo long and winding road". In segno di rispetto
gli studi di registrazione hanno le finestre spalancate con tutte
le luci accese. Anche la porta d'ingresso è aperta.
Proprio come se qualcuno fosse sul punto di entrare o uscire da
un momento all'altro.
Alfio Bernabei
L'UNITA' 01/12/2001
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