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GIANNI PRIANO

Uno dei tuoi fratelli lasciò i lecci



Uno dei tuoi fratelli lasciò i lecci

che ancora non aveva quindici anni

e con il mento tondo prese il mare

come si prende lo zolfo dentro un' ostia

come l'amaro dentro il vino bianco

in Argentina si ferì le dita

fino a farne uscire paglie d'oro

e poi monete che sprezzava via

in bocca il sigaro e il ghigno di noialtri.

Si chiamava Luensu come il nonno

(l'ultimo morto nella Casarossa)

lui che morì per primo in Argentina.

L'altro dei tuoi fratelli in cima a un carro

andò oltre Palmaro Prà Multedo

passò Sestri Ponente e a Cornigliano

trafficò in sapone ed acquaragia

liquirizia bottoni filo e spago

e vino tanto da fiorire il fegato

di erbaspada crochi crisantemi.

Si chiamava Giobatta come il padre

(tuo e suo, Giobatta il massacane)

lui che morì per primo all'Ospedale.

La tua sorella che la fece suora

cuordigesù e cuoredimaria

il raccolto smagrito e mai la carne

più di due volte all'anno dentro il piatto

battezzata Regina fu la prima

a morire in Convento di Clausura.


Ma la vera clausura alla tua figlia

Antonia toccò nel Manicomio

di Cogoleto cullando un bambolotto

al posto del bambino nato solo

per respirare mezz'ora dentro il mondo

tra le cattive cose della vita.

Lui sola cosa buona della vita.


I tre fratelli sono:


- Regina Priano, nata nel 1844 a Voltri, monica canonichessa nel Convento di Santa Maria in Passione a Genova.


- Lorenzo Priano nato nel 1846 a Voltri ed emigrato in Argentina nel 1861. Il passaporto lo descrive alto 1,46; capelli castani, fronte spaziosa, occhi chiari, naso grande, bocca grande, ciglia bionde, mento tondo, viso ovale, colorito naturale, nessun segno particolare.


- Gio Batta Pasqualino Priano, nato a Voltri nel 1864. Ambulante e negoziante a Cornigliano sposa Maria Luigia Capurro da cui ha una figlia: Antonietta Lilla. Gio Batta morirà all'età di 38 anni all'Ospedale Genovese di Sant'Andrea. Morirà giovane, trentaseienne, anche l'unica figlia Antonietta Lilla, sposata ad un uomo di mare sceso dalle colline di Alessandria.



Gianni Priano


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