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Gino Strada e il personale di
Emergency sono tornati a Kabul. Il chirurgo italiano e i suoi hanno
raggiunto la capitale afgana mercoledì sera, dopo essere
partiti dal territorio controllato dall'Alleanza del Nord nelle prime
ore della mattina. Strada è accompagnato da Kate Rowlands -
coordinatore medico - Koko Jalil, uomo di fiducia dell'organizzazione
in Afghanistan, e dai due operatori Fabrizio Lazzaretti e Alberto
Vendemmiati: in questo momento si tratta degli unici occidentali
nella capitale afgana.
"Hanno viaggiato sotto una
pioggia di bombe",raccontano dalla sede milanese di Emergency.
L'idea di partire era nell'aria da giorni: mercoledì, la
decisione. Una gomma bucata, cambiata alla velocità della
luce, una corsa sotto i bombardamenti, e poi Kabul. "Siamo in
ospedale, tutto bene", è stata la comunicazione lampo
arrivata alla sede milanese di Emergency. Poi il satellitare è
stato spento, per motivi di sicurezza, ed è tornato a
squillare ieri sera e di nuovo questa mattina. Il gruppo ha
raccontato che la capitale afgana è in condizioni disastrose:
la situazione peggiore è in alcune zone della periferia, dove
i bombardamenti sono stati più intensi.
Lo scopo della
missione di Emergency è riaprire l'ospedale che era stato
chiuso nella primavera scorsa - a poche settimane dall'inaugurazione
- dopo un'irruzione della polizia dei Taliban. La struttura dovrebbe
riaprire la prossima settimana, quando le attrezzature saranno
rimesse in funzione. E' probabile che nei prossimi giorni il gruppo
incontri rappresentanti del governo dei Taliban per definire le
modalità della riapertura. Ad Anabah, nella valle del Panshir,
dove si trova il secondo ospedale di Emergency in Afghanistan, e dove
nei giorni scorsi sono arrivate moltissime vittime civili dei
bombardamenti, sono rimasti il chirurgo Marco Gratti e lo staff
locale.
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