Patty LaBelle è universalmente conosciuta per "Lady Marmalade", un successo dance del '73, dal testo liberatorio e in difesa dell'emancipazione delle donne. Ma la sua carriera è, in realtà, un manuale di black music ricco di invenzioni brillanti e brani storici come "I'm in love", "The Right Kinda Lover" e "Someone Like You". Dal vivo, oltre ad essere un'eccellente show woman, presenterà le nuove canzoni, autobiografiche e dedicate al mondo della donna, dell'ultimo album "Timeless Yourney".

Patty, cosa prova dopo 40 anni di canzoni?

Sono felice di esserci ancora, perché non c'è nulla di facile in questo lavoro o business o come lo vuole chiamare.

Nella canzone "New Day" lei parla di nuova indipendenza: è un messaggio per le donne?

Quando scrivo una canzone penso alle donne come agli uomini. E credo che ogni mattina, quando ci si sveglia, si debba essere grati e fiduciosi per il nuovo giorno che ti è arrivato. Quello che ti può succedere oggi può essere molto meglio di com'è andata ieri. Forse non è stata un gran giornata, ma devi sempre pensare che hai un'altra chance.

In "Sometimes love", invece, lei canta: “non sei l'unica a essere stata ferita in amore”. Almeno questa è complicità fra donne?

Sì, in fondo vedo sempre le cose da una prospettiva femminile: quello che è successo a me, il mio rapporto con gli uomini. Però può essere esteso a chiunque viva una relazione: gay, lesbiche, tutti. Altre donne come me sono passate per un divorzio, sono state ferite in amore, lo hanno visto finire. Non è facile sopportare questo genere di esperienze, bisogna esserci dentro.

Però lei dice anche: meglio chiudere una brutta storia che farla sopravvivere. E' così difficile stare insieme?

Io ho sofferto in silenzio per molti anni, dopo il mio divorzio. Credevo che il mio fosse un matrimonio perfetto.... Avrei potuto ricominciare da capo, risposarmi, ma sono arrivata alla conclusione che il matrimonio perfetto non esiste.

Le fa piacere che tanti giovani talenti la rispettino, come Christina Aguilera che ha inciso la sua "Lady Marmalade"...

... e gli Outkast, Wyclef Jean, Celine Dion: tutti hanno fatto dei remix e mi hanno ridato il sorriso.

Pensa che la soul music, la black music in genere, abbia la capacità di esprimere i sentimenti più profondi?

Vuol sapere se mi commuove? Allora le dico subito che le canzoni di Al Green o Marvin Gaye mi riempiono ancora di gioia, perché francamente non c'è molta musica da ascoltare oggi. Quando perdi un artista come Ray Charles....

Pensa di essere un simbolo per il soul?

Non proprio, e non credo nemmeno di essere il tipo di artista che fa tutto per i soldi. Guardi, io adoro cantare quello che provo.

Cosa pensa sul palco quando canta "Lady Marmalade"?

Continua a piacermi, perché è una canzone di grande libertà, lo è sempre stata. Molte ragazze l'hanno fatta loro, l'hanno presa ad esempio».

Lei è impegnata in molte attività sociali: un artista deve farlo?

Sì, io mi dedico all'assistenza di malati di diabete e di cancro, sono nel comitato della National Alzheimer Association e sul palco parlo spesso di persone che hanno bisogno di aiuto. Nel mondo si ammazza gente perché è bianca o nera, la si odia perché è gay o perché è di un'altra fede e io uso la mia "Patty LaBelle" per sensibilizzare la gente durante i concerti, lo faccio sempre, e vado anche in tv per dirlo. Perché, vede, è il mio lavoro: un buon entertainer deve saper coinvolgere il pubblico, no?.

Intervista di Renato Tortarolo – IL SECOLO XIX – 30/06/2004