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PIERA BRUNO |
Antologia poetica |
Antologia poetica
Da Tempo rubato:
Alanya
Sotto il gran cielo
spaziato di rosso
un grigio colombo
tentava col becco
il pavimento
a lato del mare.
Assenti uomini cani.
Il tuono dellonda
che scoppia improvvisa
e in alto si leva
e ricade
franta corolla di
gocciole nere:
non lo frastorna.
Tagiura
Ahi ahi ahi Ramadan senza amore:
Ramadan di Rivoluzione!
Il giorno non mangia non beve
non guarda una donna. Sonnecchia.
Stranito lavora e si inquieta
impaziente che il sole, avvolto
di seta di nuvole rosa, tramonti.
Corre nel verminio della città
che si svuota. Per sedersi
alla mensa paterna.
Prostende le mani e al tuonare
del grande cannone, che porta
la sera, spalanca labbra
e fauci golose di giovane belva.
Si sazia del cibo festivo. La luna,
Ay, sorella del sole, apparsa
frattanto nel cielo sorride
al suo farsi beato.
«E io ti invoco Luna di Ramadan.
Luna più bianca che docili tessi
trame dargento per la sua
terra riarsa ed increspi
di mite pallore la balza
del mare e discolori la stella.
Insonne oscillare fra ombra e sogno,
fra sogno e luce, di
barche fanali. Poi gli estremi
confini sfiorando, di Nàhlut
di Sebha Gadàmes, la pace
ai pii musulmani ridoni
prostrati al cospetto di Dio:
per me solo un brivido daria, o luna
amica inimica, che non consuma
il mio pianto, mentre
la macchina verde assecondi
dal cielo e quel fuggire notturno
accompagni nel vago alitare
di tardo giasmino nuziale.
E quando tramonti, al ritorno
dellastro del giorno, tu ancora
lo vedi al cenno dei fidi parenti
dormire sereno».
Ahi ahi ahi Ramadan senza amore:
Ramadan di Rivoluzione!
1973: Isabella
Forse vigilia di festa e dunque
difficile aprirsi un sentiero in mezzo
alla folla italiana che, al sabato sera,
si snoda lenta e ciarla discute
si ferma per via. Di fronte ad un cinema
-Orfeo-, lasciando il tuo gruppo
tu mi chiamasti. Quante volte mi sono
poi chiesta come mi avessi notata
e riconosciuta. Io, ti rammentavo
bambina e invece mi era davanti
quasi una donna, alta sottile
la voce lieve ed il tratto gentile
sognata figura narrante
una fiaba, i programmi
del suo incauto avvenire.
Che tali programmi ad votum fossero
andati lo seppi in un breve
volgere danni leggendo su tutti
i giornali il tuo nome di giovane
hostess perita nella sciagura.
Il vero intorno allaerea carcassa
sepolta con la sua preda di lacerti umani
nel fondale a un tiro di fune
da verde ellenica sponda
giunse più tardi con lettera riservata
sul mio tavolo di lavoro
in un paese straniero.
1978: A.B.
Colleghi alla Metu eri al mio
confronto quasi un ragazzo. E giusto
per dati anagrafici mi facevi
reazionaria accettando comunque
il mio aiuto quando assai raro
ne avessi bisogno. Due volte
dottore con tesi discusse in Italia
su larte pura intuizione
la religione della libertà.
Chi sa come la tua lingua-
la definivi anomala varia-
tale parola traduce ed enuncia
il concetto che si nega ai profani.
-Come al tempo dei tempi soleva
la concubina più amata
celare il bel volto fra i veli-.
Nel nome della libertà ti uccisero.
In classe. Delitto non morte,
quia absurdum. Salvo qualcuno
non intendesse offrire vittime umane
ai «monopoli di posizione». Mi riferisco
nest - ce pas? anche alla tua giovane terra.
Tempo rubato
Fra un istante, quando
sarà spenta
questa candela illume
e il gatto bigio avrà
mollemente percorso
lalto confine
delle Suore Bianche...
fra un istante, quando
la memoria avrà incollato
ai rami delle palme
arrendevoli
la cortina di sabbia
che turbina
e ci toglie
lo sfavillio del cielo;
e farà a meno delle sue accuse
la triste nenia orientale:
un flauto un violino
un tamburo...
i fari delle macchine assonnate
mai più giocheranno
a dividere in lame
opalescenti
lasfalto notturno;
né più saliranno dai campi
le voci richiamo
dei miti animali.
La notte senza sussurri;
ma correranno
lacrime quiete
- come sotto il lavello
lungo rosario si snoda
di scarabei
tondi neri
e non ne senti il fruscio-.
Sono passate quattro mercedes.
Ignoto lamento ripete
un suo accorato
Mahmoud.
Si allenta il dolore
del cane inseguito
dal piede di un vecchio.
Lorma del poliziotto
scandisce la solita
attesa del giorno.
Da Liguria quasi una patria
Kurban Bayrami: Ankara
Angeli biondi e grigi
colombi iridati nellaureo
tramonto scorrono il cielo.
Poi ad un cenno si annerano
i suoni della vigilia
e la città cede al sonno.
Il sole ottobrino che nasce
assai tardi sfiora le terse
vetrate di Yeniscehir
Altri soli si accendono
e danzano letra
a un biblico canto.
Viali deserti e radi pastori
le pecorelle stupite
che vanno...
Ma sul velluto dei passi
lo scampanare raccolto
i belati sono
vagiti presaghi e scorati
pianti senili.
Lincontro della straniera
allampanata restringe al muro
la massa palpitante:
la voce acuta irridente
allesistere antico
ultimo segno rosso
sui velli del sacrificio.
Dinar
Lo stagno come un lago;
ma troppo recenti alla vista
le albere del pepe. Tutta
affidata ad unepigrafe
in tedesco non si rivisita
lavventura di Marsia. Infatti
dove oche piovorne starnazzano
e un garson intento alla
guantiera colma di çay
mi ignora, mentre gli opening bids
dei barbari giocatori di bridge
cadono atone pietre sullarmonia
vocale dei Turchi:
lArcadia è morta.
Liguria quasi una patria
Gerani fioriti a gennaio
in un balcone sospeso dove
allesalare dellombra
la bruma del mare si volge
a flabello di luce.
Li colgo rossi tra foglie
arse dal gelo -bianchi
su steli distorti
avari- con ruvida
mano che trema.
Anno proda irridente
caligo di tempesta: se
dallaltana del cielo
corrusco non balena
alle rapprese nuvole
a questo chiuso esitare
voi sovvenite gerani
sbocciati dinverno
gemme smorenti in unora
e pure viatico dolce
sul lubrico varo e rito
fraterno al cammino
del non-ritorno.
Via Piave
Nel riquadro del mare in verticale,
labile azzurro segmentato
di scaglie nere e festoni,
di fuggitivi pinnacoli bianchi,
posa una banda di luce.
Un brivido scorre le chiome dei platani
ad ogni smorire di foglie
accartocciate sullasfalto.
Irrisolta ai due lati la linea
di case di antenne terrazzi.
Sospesi agli archi dei pali in rilievo
sulle nuvole grigie che si negano
alla festa del tramonto
si accenderanno fra poco
i lampioni dellestate conclusa.
Monte Antola
Alla cadenza eguale dei nostri
passi umani - non ha misura il rintocco
del bastone che ci sorregge
e ad ora ad ora il fruscìo
rade dellerba affonda
nel tenero fango prova i masselli
eminenti da mulattiera vieta
e mai più percorsa -
fanno bordone alate spirali
farfalle già ebbre
allincenso dei fiori che
lombra scorre del monte
il plettro vocale dellaria;
e cicale tardo agostane e a non
finire dolenti in un vano
compianto di prefiche stolte
mentre è sicura lestate;
e scarti di grillo insequente
fra lerba e il sentiero
arabeschi sussurri
di rondine senza compagni:
volando ci insegna la vetta
con un grido si dona
allimbuto mistero cui
la corona guarda dei verde-
azzurri Appennini.
Suoni segnali note accordate
in distesa armonia sul pentagramma
del cielo per fare più lieve
questa tua e mia senile
pervicacia a salire.
Lanima che pretende a portata
di mano la meta lontana
si appaga nel grato concento
e la fatica oblìa.
Se noto e improvviso dove
un terreno avaro contende
alla stella poche lagrime
dacqua sibila il fischio
sottile allora si leva
su noi e ci incombe il silenzio.
A che tentare i due segni
già impressi dagli aghi dei
piccoli denti e mai cancellati...
Triangolare e malvagia
la testa viperina si aderge
oscilla si avanza:
me risospinta al piano
il tuo cammino Padre non si arresta.
Da Petits Riens
La notte ha coltelli
e stiletti
ha lame acute e smerigli di vetro.
Interminata notte mi divide la
mente; mi fruga il cuore trafitto
a brani: lo getta ai cani.
Annaspo nel velo della notte
per sollevare a un rugginito
chiodo lacerti e sangue. Inseguo
nel gheriglio della notte il tuo
respiro di breve luna ondante
sulla torcia che sfa. Ogni
fruscio mi illude. Ogni
pausa è il tocco bianco del
giorno a finestre invisibili.
Il Dio morente
china il Suo capo
di falbo avorio sopra la messe
spenta in un vaso di rame.
Cromia deforme sfiora la nicchia
e gigli e argenti slontana
dellantica croce: così le note
brevi o lente, salite da due
flauti una viola una spinetta
vagano nellincanto di altri
tempi. Allapplauso la suora
gira linterruttore, la luce
fiotta e inonda. Dal muro dombra
il Crocifisso sovviene ancora
del Suo umano sguardare dolente
i volti grati i deposti strumenti.
Dai pii parenti
e di buonora appresi
a non dar mente ai differenti incarnati,
rose leggiadre o tanno dei volti ultimo
oltraggio. Un giorno, senza averla
cercata, di amorosa beanza smemorai:
le anime ancora eguali e chiare
facendo. Fiaccola in terra, specchio
e furto del cielo, -tra muri di castello
e calembours di ruscello papiro vergato
tarocco agitato torà indenne di lessicali
frequenze- anima, chi ti intende? Chi ti
arriva se mille e mille fra le dita,
cere candenti per sottili orditi,
sfoglia delle tue squame? Nel colmo veglia-
sonno di questo allertato crepuscolo,
-si aggroppano i fili degli spettri impazzano
gli scettri al tintinnio tarlato dei coralli-,
sgrano cabale e rune invento visi
e stemmi cerco, in un morente
spolverio di anobi, laugurio Merry
Christmas: plico sgargiante al nome di mio
padre non glielho mai mostrato, sangue
e scempio non divinasse dellanima incolore.
Quale sia il vento
che stridenti
avvolge corse di spuma e le
cimase sfalda ai crateri delle
acervate sabbie, il mare cresce
ogni sette onde. E per sette
onde si avvalla. Tale eguaglianza
è quanto ai liguri basta
contro lancestre iracondo.
Invano una pausa ho inquisito
-un ammicco un velo di Nereide-
per computare labbrivio. I conti
mai pareggiati, sono rimasta
alla spiaggia. «Arrivata in ritardo
-con tenero piglio inducevi-
hai lasciato il proscenio qualche
attimo prima che la tua pièce
fosse conclusa e riaccese le luci».
Anche se un po barocco,
Fellini
il tuo regista preferito; davi largento a Risi
(Dino) e a Scola. Nei discorsi impegnati
su Bertolucci e Bergman più preparato, mi
sovvenivi quando, alle corde, sembravo
perdente. Smaccatamente parziale con gli
autori francesi ma solo un tiro alla mamma,
indispettita del nostro ridere alle lacrime,
il terzo coinvolgimento nelle hulotiane
vacanze del Tati. Le charme discret,
della borghesia naturalmente, lo inseguimmo
per club dessai periferia e revival purché
proposto in lingua originale. Yol il nostro
ultimo film. Dal remoto Ferroviere fosti
fedele allimmagine di Sylvia Koscina.
A Mastroianni anteponevi Gassman (forse
lultimo plagio della mamma, una sua
vendetta postuma).
Gènes
Quelques èglises rue garibaldi
le tertre de carignano lemblême
byzantin de Saint Georges sur
les portails dardoise les filigranes
rouges noires azur
èpars sur les toiles de rubaldo
les palmiers chétif les lauriers
déchus voici ce que je sais de cette
ville, ce qui mappartient delle
puisque tu me las inculqué
pendant huit lustres, avec une solide
obstination et un paternel amour.
Mais maintenant la ville ou je suis
née a coupeé ses signes: peut être elle était,
elle nest plus: pâles peines
et sombres nuages plannent sur
les âmes.
Genova
Qualche tempio via garibaldi
il colle carignano lemblema
bizantino di San Giorgio sui
portali di ardesia le rosse
e brune e azzurre filigrane
divise nelle tele di rubaldo(1),
le palme stente i lauri
decaduti, è quanto so di questa
città, quanto di lei mi appartiene
giacché me lo hai inculcato
per otto lustri, con salda
ostinazione e paterno amore.
Ma oggi la mia città natale
ha mutato i suoi segni,
essa fu, ora più non esiste
e pallide pene e neri suoni
si levano sulle anime.
(1) Rubaldo Merello, pittore genovese
En turc père est baba
En turc père on dit baba: nom qui inspire respect
profond, appobatione immédiate. Mais
nos amis avaient le coeur si tendre
et le contact si spontané quils tauraient
appelé Haci Baba, le just pélerin
qui sen est allé sur les sites austères
de sa foi, puisse la planète Europe
ne pas déflorer lâme de la
sentence. Donc tu étais père
et cest tout, mais père à partie entière.
82' nci yas gününde evimiz güllerle
-tabii kermizi güllerle- baklava ile
ve Izmirin günes renkli sarabyila
dolu idi. Le jour de ton 82ème
anniversaire notre maison fut pleine
de roses -rouges évidenment- de baklava
dolives et de vin qui versait le soleil dIzmir.
In turco
In turco padre è baba: nome di grande
rispetto di immediato consenso. Ma
così tenero il cuore degli amici
e spontaneo lapproccio che ti avrebbero
detto Haci Baba, il giusto andato
pellegrino agli inclementi siti
della sua fede, non deflorasse
il pianeta Europa lanima della
sentenza. Quindi era padre
e basta ma tale a tutti gli effetti.
82' nci ya_ gününde evimiz güllerle
-tabii kermizi güllerle- baklava ile
ve Izmirin güne_ renkli _arabyila
dolu idi. Il giorno del tuo 82°
compleanno la nostra casa fu piena
di rose -ovviamente rosse- di baklavà
olive e solare vino di Smirne.
Motherhood
Imagining you, her heart has become
a cradle to lull your sleeping
and give serenity to the dear face,
to the anxiuosness of your child-breathing.
You grew up and her heart has become
an orchard to keep you safe on the wave
of cypresses and palms, to be mirrored
in the clearness of the source.
(meanwhile
on the table sweet-smelling lavander, her
hands were preparing white leaves and gold racemes
the clean goblets overflowing with honey).
When the storm broke out with the coming of
nothingness, her heart has become a marble-
board to defend the dream, a dagger
to dispel illusions, a fire-fan
and a poker so as in a deep
dreariness to crack red and not
to burn the embers of a defeated memory.
Maternità
Dopo averti inventato, il mio cuore
si è fatto culla per guardare il tuo
sonno e dare quiete al caro volto
allansia del respiro fanciullo.
Crescevi e il mio cuore si è fatto
verziere per trattenerti nellonda
di cipressi e palme, specchiarti
al cristallo delle fonti.
(Intanto
sulla mensa odorosa di spigo le mie
mani imbandivano bianchi pani e racemi
doro, i lindi calici colmi di miele).
Quando fu la bufera e lapparire del
nulla, il mio cuore si è fatto tabella
di marmo per custodire il sogno stiletto
per fugare i fantasmi ventola
e attizzatoio perché, fra la grisaglia
cinerea, crepiti rossa e non si
spenga la brace della memoria.
Una donna nella nostra famiglia
Mai rimosse fobie infantili un dubbio
oscuro i suoi capricci -sul collo
di candido cigno la piccola testa regale
ondeggiava con grazia anche quando
mentiva o cedeva alle erinni di collera
e paura -trattennero la donna dalle
vertigini oblique della torre. Sedette
sul prato e nulla la sfiorava non fosse
impedire al vento la serica bandiera
della gonna. Cera con lei un uomo
si mosse solo. Ma da una loggia
a metà strada con lala della mano
placava il crescere della sua ansia.
La Turchia
Ai bambini turchi allestero
La Turchia è un paese caldo
Il sole una grande melagrana.
Le sue montagne sono montagne i mari
Mari gli uomini hanno sguardi umani.
Parlano con la lingua della luna delle
Stelle gli slanciati pioppi della steppa.
Aridi fiumi scorrono con le loro
Canzoni profumati altipiani.
Silenziosi come uno di voi i camini
Fumano alla fine dellautunno.
La Turchia è infinita come
infinito dentro di me il rimpianto.
La Turchia è una lontana sorgente
Che ogni notte irrora il mio sonno
Tashin Saraç