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DARIO
FO e FRANCA RAME |
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Dacci oggi il nostro delirio quotidiano acciocche' noi si abbia a maledire ogni giorno le astuzie e gli inciuci tra la destra e la sinistra. |
E
lasciaci attoniti a osservare le sceneggiate di Ferrara e Vincino che
fingono di litigare sull'idea di colpire Benigni con uova marce (e'
da qui che viene il termine "ricevere una nutrita ovazione").
Benigni e' reo di ripetere da anni la stessa domanda: "Ma come
hai fatto i soldi, Silvio? Non c'avevi una lira e poi? Cos'e'
successo, Silvio? Che cosa e' successo? Chi te li ha dati tutti quei
quattrini?". Qualche anno fa, in vero, Bossi la risposta
gliel'aveva data: roba di mafia, aveva sentenziato...
Sono i tempi
che sono e quel che succede e' sotto gli occhi di tutti.
La legge
che la Casa delle Liberta' sta approvando sul conflitto di interessi
si occupa di molte questioni ma non del punto essenziale: la garanzia
della pluralita' dell'informazione e la separazione tra gli interessi
di Berlusconi imprenditore e quelli di Berlusconi presidente del
Consiglio dei Ministri.
Evidentemente e' una questione complicata:
se ne occuparono tre saggi (La Pergola, Crisci, Gambino) nominati nel
'94, durante il primo governo Berlusconi. Ci provo' la Camera
approvando all'unanimita' l'articolo 5 il 22 aprile '98 (governo
Prodi).
Ci si riprovo' con l'articolo 10, approvato al Senato il
27 febbraio 2001 (governo Amato). In tutti questi tentativi abortiti,
perche' mai approvati dal secondo ramo del Parlamento, era un
articolo specifico che regolava la proprieta' di imprese di
comunicazione di massa. Nella nuova legge del Polo, semplicemente,
non esiste un articolo che regolamenti questo problema specifico. E
nella nuova legge sul conflitto di interesse (legge Frattini) si
specifica che non vi e' nessuna contraddizione tra il possesso di
quote azionarie di maggioranza di reti televisive e l'esercizio del
ministero di capo del governo. E' sufficiente non gestire
direttamente dette aziende. Cioe' l'amministratore delegato di
Mediaset non puo' diventare capo del governo, il proprietario di
Mediaset si'.
Decisamente l'attuale maggioranza sta mostrando
straordinarie capacita' linguistiche, encomiabili potenzialita' nel
produrre equilibrismi sintattici e di fare questo fingendo di far
quello.
Cosi' succede che a Gela il petrolchimico inquini in modo
spaventoso, la gente muore e c'e' la media piu' alta d'Italia di
nascite deformi. E non sono affermazioni dei soliti ecologisti
esagerati, sono i dati ufficiali a provarlo, basterebbe aver voglia
di leggerli.
Finalmente, dopo anni di proteste ecologiste, viene
applicata la legge Ronchi del 1997 e il petrolchimico e' bloccato. Ma
la gente protesta, preferisce morire inquinata che perdere il lavoro
(a Gela i morti per cancro sono aumentati di 3 volte negli ultimi
anni). In un nostro spettacolo c'era una canzone sull'inquinamento
che diceva :"Ci tocca crepare per poter campare!".
E
dietro alla piazza spingono le lobby dei petrolieri. E allora
si risolve il problema riclassificando il pet-coke da scarto di
produzione, altamente nocivo, a combustibile. Si cambia la legge
cosi' svanisce l'abuso. E' successo lo stesso con il falso in
bilancio...
Che importa se questo dara' via libera all'uso di
questo "combustibile" anche nei cementifici e negli
altiforni. Diventare la pattumiera degli scarti della produzione
petrolifera europea e' un affare...
Nel frattempo il governo
italiano chiede all'Unione Europea di stabilire che il biodiesel (90%
olio di colza, 10% alcol) possa essere venduto senza sovratassazione
solo se altamente miscelato con il gasolio. Poi, forse, si
autorizzeranno sperimentazioni e deroghe. Intanto tutto passa
sotto il controllo delle raffinerie di petrolio, le uniche in grado
di miscelare e vendere gasolio e oli vegetali.
Attenzione: una
simile scelta viene fatta in un momento di grande emergenza
inquinamento nelle citta' italiane. Che importa se ormai decine di
comuni e aziende hanno adottato il biodiesel, di gran lunga piu'
pulito del gasolio, e molti altri, visti i risultati positivi,
stavano attrezzandosi per farlo? Dovranno ritornare a bruciare questa
miscela, piu' inquinante e meno efficiente. La vendita dei carburanti
derivati dal petrolio costa allo stato 1600 lire al litro in cure
mediche, come sostiene il premio Nobel Rubbia. La situazione e'
proprio incredibile: lo stato intasca poche lire di tassa sui
carburanti per pagare molto di piu' il danno provocato, in termini di
spese sanitarie, squilibrio della bilancia dei pagamenti, dissesto
ambientale ecc. Dal punto di vista meramente economico allo stato
converrebbe regalare il biodiesel. Ma invece lo si rende invendibile
gravandolo delle stesse tasse imposte ai carburanti derivati dal
petrolio. Cosi' si elimina una pericolosa concorrenza. Certamente
Berlusconi ha usato altre logiche commerciali per costruire il suo
impero economico. Non crediamo che gli sia capitato spesso di farsi
pagare la pubblicita' 5 volte di piu' di quel che gli costava
farla.
Ma in fondo non possiamo pretendere troppo da lui. Neanche
la sinistra ebbe il coraggio di dar fastidio ai petrolieri, sono
gente che si porta dietro l'aviazione americana anche quando va in
bagno.
Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo
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