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DARIO FO |
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Finalmente non siamo piu' una colonia Usa. |
I fatti
di Napoli ci riempiono di orgoglio.
Abbiamo dovuto aspettare fino
all'inizio di questo nuovo millennio per vedere la cultura italiana
uscire dagli improbabili scenari dei film d'oltreoceano.
Per anni
siamo rimasti schiavi degli stereotipi di un cinema dominato da
registi gay e drogati che raccontavano fantasiose avventure di
poliziotti e giudici onesti che lottavano per assicurare alla
giustizia imprenditori, politici, spie e giudici violenti e corrotti.
Ma i piu' bersagliati da questa cinematografia disfattista sono stati
sicuramente i poliziotti. Chissa' per quale motivo la sottocultura
della celluloide statunitense si e' sentita in dovere di fustigare i
costumi nazionali prendendosela principalmente con i funzionari dello
stato. Una specie di ossessione comunistoide affligge gli
sceneggiatori di Hollywood che appena raccontano di mafia subito si
inventano che il capo dell'FBI e' in combutta con i criminali e che
qualche club segreto di sceriffi alcolizzati si occupi di fare fuori
i testimoni scomodi. E la cosa incredibile e' che in America si e'
arrivati a un tale parossismo per cui la realta' spesso copia la
finzione cosicche' ti ritrovi con il Watergate e con l'incriminazione
dei poliziotti cacciati dal corpo e incarcerati per il pestaggio a un
negro.
E' risaputo che la risoluzione del finale del film, in cui
e' sempre un poliziotto a salvare tutto e a far trionfare la
giustizia, e' solo un escamotages comodo per evitare la censura e
l'indignazione dei democratici difensori della giustizia e della
liberta'..
E in effetti molti dei fatti italiani dell'ultimo
decennio sono soltanto goffi tentativi di importare i foietton
americani nella nostra penisola. Cos'e' stata la gazzarra di Mani
Pulite se non una pacchiana imitazione di un film statunitense sulla
corruzione dei politici? E giornalisti scioperati e senza scrupoli
hanno sostenuto con un fiume di calunnie giudici che si credono "Gli
Intoccabili" e vogliono radere al suolo il sistema economico e
la societa' civile. Ed e' stato soltanto perche' in Italia abbiamo
una cultura millenaria dello stato che alla fine le forze sane della
nazione sono riuscite a demolire questo maldestro lungometraggio
noir.
Con i fatti di Napoli siamo arrivati all'eccesso piu'
infame. Non so se ci rendiamo conto che si e' giunti a sospettare che
alcuni poliziotti non si siano attenuti esattamente alle parole della
legge. Ma chi puo' pensare una simile assurdita' mai vista? A Napoli
si e' messa in scena un copione ancora piu' assurdo. Poliziotti che
su ordine verbale si recano al pronto soccorso degli ospedali e
strappano dalle mani dei medici che li stanno curando dei feriti,
alcuni dei quali addirittura vittime di incidenti stradali, cittadini
che si sono recati all'ospedale solo alla ricerca di quelli di
cui avevano perduto i contatti. Poi in questura si accaniscono sui
fermati, costringono ragazze a spogliarsi nude in un bagno fetido, e
ad eseguire delle flessioni per puro gusto estetico, insulti, calci,
pugni e bastonate, minacce di perquisizioni anali. Cineoperatori
picchiati, pellicole e cineprese distrutte. Ma alcuni giudici
coraggiosi incriminano i poliziotti colpevoli degli abusi e
pubblici dipendenti presenti ai fatti confermano le violenze... Ma
fortunatamente la vita non e' un film e l'Italia non e' l'America.
Qui certe cose non passano. Interviene il governo che sventa il
complotto mediatico di pubblici ufficiali che usano le indagini a
scopo privato e calunniano i difensori della legalita'. Poliziotti
che non siano perfetti, in Italia, non esistono. Se volete
incontrarli andate negli Stati Uniti, li sono pieni, di queste
assurdita' cinematografiche.
Alla fine vien fuori che il massimo
di violenze compiute in caserma, a Napoli, e' stata una lezione di
ginnastica durante la quale i fermati sono stati invitati a eseguire
alcune flessioni.
Ma dove andremo a finire con l'insulto e la
calunnia?
Franca Rame, Dario Fo, Jacopo Fo
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