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DARIO FO |
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Gli italiani ci rubano il lavoro! |
Tempo
fa, nel bar di un paesino vicino a Perugia, la barista reagi'
all'ingresso di due signori con la pelle molto abbronzata dicendo con
voce chiaramente udibile: "Questi marocchini vengono qui a
rubarci i soldi e il lavoro".
Niente di particolarmente
strano se non fosse che la signora in questione aveva trascorso 17
anni della sua vita in Belgio come immigrata. Ed e' un'amnesia
straordinaria aver scordato di essere stata, a sua volta, trattata
come una ladra di lavoro, forse anche borseggiatrice e anche un po'
puttana.
L'intolleranza verso gli immigrati, in Italia, e'
particolarmente odiosa perche' siamo un popolo di antichi emigranti.
Come ai tempi dell'antica Roma gli schiavi liberati diventano i piu'
ossessivi persecutori di chi non e' un uomo libero.
A nulla serve
parlare di popoli depredati di ogni risorsa, di un terzo mondo
affamato dallo sfruttamento coloniale, di milioni di profughi creati
da guerre condotte o fomentate dal nostro ricco occidente.
E
neppure otterreste risultati ricordando, a molti italici che si
professano cristiani, cattolici, credenti, che si trovano a non
sopportare persone che hanno lo stesso colore della pelle, gli stessi
occhi e gli stessi capelli crespi di Gesu', oltre la stessa miseria.
Ricordare loro l'importanza dell'amore, della carita', della pieta',
delle quali in chiesa cantano laudi, sarebbe tempo perso.
Mentre
da alcune parti si invita a imparare a convivere con la mafia,
dall'altra si bombarda la platea televisiva giocando sul terrore, sul
pericolo imminente, costituito da quegli intrusi pezzenti che
arrivano stipati in carrette del mare che si sfasciano sulle nostre
coste.
E qui si raggiunge l'apice dell'incongruenza.
Infatti
stiamo reagendo alla presenza di alcuni malviventi senza scrupoli non
colpendo questi, ma negando diritti civili essenziali a centinaia di
migliaia di persone disperate, che vengono da noi alla ricerca di
un'onesta possibilita' di lavoro e di vita. E' l'ennesima versione
della sindrome afgana, come dice Sergio Frau: "Per trovare l'ago
nel pagliaio si da' fuoco al pagliaio".
E non ci si rende
conto che, cosi', al contrario, si trascinano gli immigrati tra le
braccia della criminalita' organizzata.
Dovremmo rovesciare
completamente la situazione: abbiamo bisogno di centinaia di migliaia
di immigrati per far si' che il nostro sistema produttivo regga. Le
industrie del veneto non riescono a soddisfare le richieste di
mercato per mancanza di manodopera. La Coldiretti ha addirittura
annunciato che se non arrivano subito 20 mila nuovi immigrati si
dovranno abbandonare tonnellate di frutti sulle piante. La situazione
richiederebbe interventi costruttivi, agevolare l'arrivo di
lavoratori, organizzare la loro accoglienza, case, servizi, aiuti dal
punto di vista burocratico. Invece non si predispone nessun servizio
e le leggi attuali rendono difficilissima l'immigrazione legale. Chi
ha provato a rendere possibile l'ingresso di un lavoratore straniero
sa quanto sia difficile, anche disponendo di un'assunzione immediata.
E pure se si tratta di casi drammatici superare il muro della cecita'
burocratica e' complicatissimo. Noi abbiamo toccato con mano la
situazione. Sono nove mesi che tentiamo di far entrare legalmente in
Italia una donna che vive, in Marocco, una situazione veramente
drammatica e non ci siamo ancora riusciti pur disponendo di un
contratto di assunzione.
Questa situazione da' opportunita'
meravigliose a chi invece della legge se ne infischia, ingrossa le
file di chi e' disposto a pagare la mafia delle immigrazioni
clandestine, restando poi in una situazione di ricatto e di
sudditanza verso queste bande criminali. Di sicuro e' indispensabile
dotarsi di sistemi certi di identificazione di chi viene fermato
senza documenti (e piu' utile e semplice delle impronte digitali ci
sembra una fotografia) ma non abbiamo l'impressione che si stia
realmente agendo contro le centrali criminali. Un'amica
extracomunitaria, una rispettabile professionista, ci ha raccontato
costernata del percorso preferenziale che a volte trovano presso la
burocrazia i magnaccia quando cercano permessi di soggiorno per le
loro prostitute schiave... O qualcuno puo' veramente credere che le
decine di migliaia di prostitute straniere presenti in Italia siano
tutte clandestine? Si e' intolleranti verso i lavoratori stranieri e
molto meno lo si e' verso i banditi che sanno destreggiarsi tra
leggi, avvocati e mazzette. E contemporaneamente si alimenta, in modo
ottuso e stolto, il sospetto e l'insofferenza verso l'immigrato. Anni
fa un giornale di provincia titolo' in prima pagina: "Marocchino
accoltella un italiano".
Leggendo nelle pagine interne si
scopriva che, invece, era stato il marocchino a finire all'ospedale
con un coltello piantato nello stomaco. Ma chissa' quanti avranno
avuto il tempo di leggere tutta la storia.
Una modesta proposta
sarebbe che tutte le reti televisive iniziassero a raccontare, ogni
sera, la storia di un immigrato che lavora e che cerca di
ricostruirsi una vita...
Ma, come si sa, l'extracomunitario onesto
non fa audience.
Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo
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