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DARIO
FO e FRANCA RAME |
||
L'utero e' mio? |
Divampa
la polemica sulla fecondazione assistita. E ancora una volta trionfa
la linea dura cattolica e si pongono limiti severi alla possibilita'
di scegliere come fare un figlio nei casi di sterilita'. Limiti,
intendiamoci, che valgono solo per chi non ha soldi perche', a
pagamento, nelle cliniche private, tutto e' permesso.
Ritorna
cosi' alla ribalta l'atteggiamento maschilista della Chiesa Cattolica
che continua a considerare le donne esseri da dirigere e gestire
cioe' persone di seconda classe, quasi degli immigrati
extracomunitari.
Ci sembra giusto ricordare come e quando sia nata
questa visione della fede che nega agli esseri umani sprovvisti di
membro virile tutta una serie di diritti, a partire da quello di
diventare sacerdote, vescovo, cardinale e papa.
La Chiesa
cattolica e' un'organizzazione di genere maschile e si sostiene che
questa impostazione derivi direttamente dall'insegnamento di Gesu'.
Secondo la dottrina che impariamo fin da bambini sarebbe stato
proprio lui a scegliere come suoi apostoli 12 maschi e nessuna
femmina, il che dimostrerebbe, incontrovertibilmente, che Gesu'
giudicasse le donne incapaci di assolvere compiti mistici di
grande valore.
Ma questa visione della parola di Gesu' trae
origine da una lettura volutamente errata, distratta del Vangelo e
dall'assenza di una collocazione storica.
Infatti e' necessario
sapere che il cristianesimo fu una grandiosa rivoluzione proprio per
quanto riguarda la considerazione della donna e la visione della
sessualita'.
Bisogna considerare che a quei tempi la donna, a Roma
come in Palestina, era, nel migliorie dei casi, poco piu' di una
schiava. Le donne non avevano diritti, neppure quello di possedere
beni. Erano "cose" di proprieta' del padre prima e del
marito dopo. A Roma e ad Atene, nelle classi nobili, veniva praticata
su larga scala l'eliminazione fisica o l'abbandono delle figlie
femmine. La violenza domestica contro le donne non conosceva limiti e
il maschio poteva disporre della femmina in qualsiasi modo senza
temere nessuna forma di punizione o disapprovazione sociale.
Se
e' vero che Gesu' scelse dei discepoli maschi e' vero anche che
accolse fra i suoi seguaci un gruppo di donne con compiti
organizzativi e religiosi. Non vi e' nessun punto della narrazione
del Vangelo nel quale si sottolinei l'inferiorita' di queste rispetto
ai maschi. Ad esempio Gesu' rimprovera gli apostoli accusandoli di
avere poca fede ma mai questo rimprovero viene mosso alle donne che
lo seguono. E appare cosi' consequenziale la scelta, nel momento
cruciale della resurrezione, di apparire alle pie donne e non agli
apostoli. Sembra proprio che Gesu' tenga le donne in maggior
considerazione degli uomini, tanto che nell'ultima cena annuncia ai
suoi discepoli che essi lo rinnegheranno, come puntualmente accade.
Mentre nessuna donna, in nessun caso e' accusata di aver rinnegato la
sua fede in Gesu'. Anzi le sue discepole sono le uniche che hanno il
coraggio di seguire il suo martirio fin sotto la croce, incuranti del
terribile pericolo al quale si esponevano.
E se andiamo a leggere
i Vangeli che la Chiesa Cattolica ha censurato, chiamati "Vangeli
Apocrifi", troviamo addirittura pagine nelle quali gli apostoli
si lamentano con il Messia perche' tiene in maggior considerazione
Maria Maddalena di loro. E Gesu', brutalmente, risponde che questo e'
giusto perche' lei e' l'unica ad aver capito la sua parola.
E a
ben guardare la battaglia di Gesu' contro la corruzione della
religione ebraica ha proprio i sacerdoti come bersaglio e le loro
discriminazioni contro le donne.
Ci sono passi del Vangelo che
diventano impressionanti se visti in questa luce.
Per due volte il
Messia si oppone alla lapidazione di donne colpevoli di comportamenti
sessuali indecenti. E arriva a dire: perdonatele perche' hanno
peccato per troppo amore. Era il tempo nel quale i reati di
tradimento e di promiscuita' sessuale, commessi dalle donne, erano
considerati la piu' grande minaccia all'ordine sociale e puniti con
violenza selvaggia. Intromettersi in questa tradizione, arrivando
persino a bloccare la folla che stava per lapidare una donna era un
gesto inaudito.
Come impensabile era il rompere il tabu' di
toccare una donna che, a causa di una malattia, soffriva di
mestruazioni ininterrotte, arrivando, davanti ai suoi discepoli
scandalizzati, ad abbracciarla. Va ricordato che l'Antico Testamento
considerava la donna mestruata un abominio orrendo, impura e
portatrice di sventure indicibili.
Ecco che cosi' si spiega
perche' il cristianesimo degli inizi era un movimento soprattutto di
donne che all'interno delle comunita' cristiane avevano spesso un
ruolo piu' importante di quello goduto dagli uomini ed erano
considerate sacerdotesse e capi spirituali. E furono in gran parte
donne coloro che vennero martirizzate dalle persecuzioni imperiali.
Ed era spesso proprio il contenuto femminista del cristianesimo
l'elemento fondamentale che scatenava queste persecuzioni. A scuola
ci insegnano che Roma era tollerante verso tutte le religioni e che
perseguito' solamente il cristianesimo. Ma si tratta di una menzonia
facilmente smentibile.
Roma perseguito' sempre con violenza
inaudita tutti i culti che negavano la superiorita' maschile. Ad
esempio furono decine di migliaia le donne crocefisse perche' adepte
del culto matriarcale di Iside.
Esse, prima di Gesu', furono
crocifisse perche' la loro fede era considerata un tradimento dei
fondamenti dello stato romano. La crocefissione era in effetti il
modo nel quale venivano giustiziati solo coloro che erano giudicati
nemici di Roma.
Poi una parte della Chiesa scelse, non senza
scontri furibondi, di venire a patti con l'Impero Romano. E la
contropartita che si offri' fu essenzialmente la cancellazione di
ogni forma di rispetto della donna, in primo luogo la sua
possibilita' di essere sacerdote all'interno della Chiesa. Lungo
questa via si procedette alacremente arrivando a negare che la donna
avesse un anima. E tra le motivazioni che portarono a vietare le
traduzioni e la libera lettura del Vangelo ci fu certamente il timore
che le donne, venendo a conoscere per intero la reale voce di Gesu',
scoprissero la predilizione e il rispetto che egli aveva per loro e
la volonta' di imporre che godessero degli stessi diritti dei
maschi.
Da anni ormai all'interno del cristianesimo e' iniziato un
cammino di rivalutazione del femminile ma si tratta di un processo
lento che incontra resistenze feroci.
Dovremo attendere ancora
parecchio prima che la Chiesa Cattolica accetti il diritto alla
libera autodeterminazione della donna in tutti i campi. E ancora
neppure si intravede all'orizzonte la possibilita' di un papa nero.
Per un papa femmina speriamo nel tremila.
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