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Innanzi tutto
vorremmo ringraziare le migliaia di lettori che hanno preso
la
nostra mail "Diamo una possibilita' alla pace" e l'hanno
incollata in
centinaia di forum e rispedita a migliaia di amici.
E' una cosa che ci ha
molto colpito e che alla fine ha imposto ad
alcuni quotidiani di riprendere
a loro volta il testo, in alcuni
casi mistificando gravemente... Primo fra
tutti il Corriere della
Sera che e' arrivato a invertire l'ordine delle frasi
citate allo
scopo di stravolgere il senso del nostro discorso. Cosi' sono
riusciti addirittura a titolare: Dario Fo e Franca Rame:"Uccide
piu' la
speculazione", facendoci passare per persone ciniche
e senza nessun
senso di umanita', alle quali poco importa di
tutti i morti di queste
orrende stragi.
Ma e' tutto un
balletto di imbrogli e il quadro, che sembrava cosi' lineare,
sta
confondendosi sempre piu'.
Bush, dopo le
prime dichiarazioni nelle quali parlava di "azioni militari
chirurgiche", ha cominciato a dare per scontato che in
questa guerra
accadra' anche di sbagliare e quindi causare la
morte di vittime innocenti
nella popolazione. Lo scenario futuro
appare piu' che allarmante.
La Nato potrebbe colpire Afganistan e
Irak. I russi potrebbero
approfittare della situazione per
regolare i loro conti aperti con i ribelli
musulmani ceceni. Lo
ha ipotizzato Alan Fridman in un dibattito
televisivo e
Caracciolo, direttore di Limes, ha aggiunto che i cinesi
potrebbero
anch'essi cogliere la palla al volo e usare la mano pesante con
la
loro minoranza musulmana che e' gia' sul piede di guerra nel sud
ovest
di quel paese. L'India a quel punto non avrebbe scrupoli a
schiacciare
l'opposizione musulmana in Kashmir e noi aggiungiamo
che anche
Sharon, finalmente, avra' il via libera per
l'eliminazione di Arafat e cosi'
si risolvera' la fastidiosa
questione palestinese.
Insomma approfittando dell'orrore provocato
dai massacri di New York e
del Pentagono potrebbero realizzare un
regolamento di conti generale con
l'Islam, diventato ormai il
nemico pubblico numero uno. Il nuovo Impero
del Male. A nessuno
importa che i musulmani moderati siano centinaia di
milioni e
siano addolorati quanto noi per l'ecatombe di questa settimana.
Gia
negli Usa si picchiano gli arabi per strada e si assaltano le
moschee...
I teorici del terrore contro il terrore non si rendono
conto che rischiano di
organizzare la piu' grande campagna di
reclutamento di kamikaze
islamici che sia mai stata messa in
opera.
Giulietto
Chiesa, giornalista della Stampa, ha notato un aspetto non
secondario di tutta la vicenda. L'Afganistan e' uno dei primi
produttori di
oppio del mondo. La droga, che viene esportata in
Pakistan, ha un valore
stimato in miliardi di dollari, migliaia
di miliardi di lire. Un quantitativo
di denaro enorme che
viene ripulito nei paradisi fiscali e reinvestito in
speculazioni
finanziarie e altre attivita' legali grazie alla collaborazione di
alcune delle piu' importanti banche del mondo.
E ora salta
fuori che nei giorni immediatamente precedenti l'11 settembre
c'e'
stato un crollo delle quotazioni delle assicurazioni Usa. Le stesse
che
ora devono pagare i danni immensi provocati dalle esplosioni
e dalla
paralisi economica che le ha seguite. Le autorita' Usa
hanno aperto
un'inchiesta e pare proprio che enormi gruppi
finanziari fossero a
conoscenza del fatto che qualche cosa di
terribile stava per succedere. E
si sono messi a svendere tutte
le azioni che avevano in mano e a
scommettere sul crollo del
settore.
Si puo' pensare al miliardario Bin Laden e ai soldi
dell'oppio afgano ma
non bastano, in questa speculazione sulle
azioni delle assicurazioni si
sono mosse quantita' di denaro
ancora piu' grandi. Tanto grandi che il
crollo e' avvenuto prima
degli attentati e non dopo.
E ora viene
anche fuori che qualcuno nei servizi segreti Usa e Nato,
sapeva
di un piano terroristico, si era a conoscenza anche del fatto che
avrebbero colpito intorno a settembre... E Bin Laden lo aveva
annunciato
in un'intervista addirittura alcuni mesi fa: ci
sarebbe stato "the big one"
(il grande evento) gli
agenti speciali Usa stavano perfino pedinando
alcuni
kamikaze, poi li hanno persi...
E non dimentichiamo che il
terrorista che ha rivendicato i massacri con
una telefonata, per
dimostrare di non essere il solito mitomane, ha fornito
un'informazione molto speciale: il nome in codice del presidente
Usa.
Uno dei segreti teoricamente meglio custoditi del mondo, il
nome in
codice viene cambiato oltretutto quasi quotidianamente.
Come poteva
saperlo? Devono avere agganci perfino all'interno del
sistema di
sicurezza di Bush...
Analizzando
tutti questi elementi, la situazione ci appare molto piu'
complessa
e contraddittoria di come ce la vogliono raccontare. Non sara'
possibile battere il terrorismo senza tagliare i ponti tra questo
e la grande
finanza internazionale, senza chiudere il sistema di
paradisi fiscali e
segreti bancari che fanno tanto comodo ai
padroni del mondo.
Bonificare le zone grigie della finanza
internazionale sarebbe uno
straordinario passo in avanti nella
battaglia contro il terrorismo. Molto
piu' efficace che
bombardare Kabul ma costerebbe qualche sacrificio
anche alle
grandi multinazionali, alle grandi banche, ai grandi speculatori
che
nei paradisi fiscali ci sguazzano.
Se sparando a un terrorista
colpisci per sbaglio un bambino va bene. Ma
di rischiare di
colpire il portafoglio un banchiere non se ne parla neanche.
La
prima regola nel grande gioco e' gioca con i fanti e lascia stare i
santi.
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