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Come va il mondo? |
Che
possibilita' ci sono che migliori?
Giornali e televisioni fanno a
gara nel dirci che non c'e' niente da fare: il pianeta e' dominato
dal male e nulla si puo' realizzare per risolvere i grandi problemi
della poverta', dell'ignoranza e della fame.
E' tutto un gridare
che la qualita' della vita peggiora.
E questa idea, che in fondo
non si possa sognare un mondo migliore, e' un puntello essenziale al
consenso. Ogni giorno siamo immersi per parecchie ore in una salamoia
mediatica di morti da telefilm, morti veri, violenze di ogni tipo,
storie disperate, odi familiari, etnici, religiosi. Il mondo e'
diviso da una linea chiara: da una parte pochi sono belli, sani e
ricchi, dall'altra i falliti che, nella migliore delle ipotesi,
anelano possedere almeno un briciolo di status symbol e comprano
riviste patinate con le immagini delle auto, dei vestiti e delle
donne che non potranno mai possedere.
Il messaggio che filtra
attraverso i canali televisivi e' chiaro: siamo in trincea,
circondati dal male, dobbiamo lottare per non soccombere ma nessuno
si illuda, la vita e' dura, solo i piu' forti sopravvivono, i deboli
non possono far altro che soccombere e aiutarli e' meritorio quanto
inutile.
Questa visione della situazione e' perfettamente
congeniale alla filosofia del potere tanto che si arriva a censurare
alcune notizie bomba.
Grazie al convegno della Fao si e' parlato
molto di fame, di miseria e di schiavitu'. E sono uscite solo cattive
notizie.
Ed e' strano in effetti perche' ci sono anche molte buone
notizie. Chiaramente e' impossibile parlare di buone notizie a tutto
campo in una situazione nella quale muoiono circa 9 milioni di
persone all'anno di fame e miseria. Ma d'altra parte e' un fatto che
i morti di fame e miseria negli anni '70 erano piu' del doppio di
oggi. La prima osservazione che viene spontanea e' che e' strano che
al convegno della Fao questo risultato non sia stato sbandierato come
un grande successo della globalizzazione. I potenti del mondo
avrebbero potuto vantarsi dei risultati e portarli come prova del
fatto che viviamo nel miglior mondo possibile e che il capitalismo
globalizzato sta risolvendo il problema secolare della miseria. In
effetti avrebbero dovuto avere un bel coraggio per formulare una
simile dichiarazione (ma sappiamo che, generalmente, il coraggio non
manca loro). Infatti la prima drammatica osservazione che possiamo
fare e' che questo miglioramento si e' avuto negli anni '80 e poi, a
partire dagli anni '90 la situazione e' andata via via peggiorando
nuovamente (senza pero' ritornare ai livelli di 30 anni fa). La
globalizzazione dei mercati invece di aprire nuove possibilita' ai
paesi in via di sviluppo ha creato trappole commerciali e sistemi di
concorrenza sleale che hanno gettato sul lastrico milioni di piccoli
coltivatori di caffe' sudamericani, milioni di operai russi, milioni
di pastori africani.
Se i delegati della Fao avessero parlato
chiaramente dell'andamento della lotta alla fame e alla miseria e dei
risultati che si sono ottenuti avrebbero dovuto soffermarsi anche
sulle cause dell'arrestarsi del progressivo miglioramento. Scoprire
che un miglioramento c'e' stato, che negli anni '80 si e' realmente
ottenuta una diminuzione della miseria, indica che la morte per
denutrizione e mancanza di cure elementari non e' un marchio
inestinguibile delle moltitudini dei diseredati. Non e' vero che essi
sono fisiologicamente incapaci di vivere degnamente. Quindi
l'Occidente non ha scuse, non sono una fatalita' inevitabile questi
milioni di morti ma aumentano e diminuiscono a secondo delle scelte
macroeconomiche che vengono messe in atto. D'altronde, se si andasse
ad analizzare dove si sono ottenuti i migliori risultati si
scoprirebbe che generalmente i grandiosi progetti affidati a
funzionari pagati a peso d'oro e alloggiati in hotel faraonici, hanno
permesso di sprecare milioni di dollari con risultati risibili. Al
contrario la' dove si sono pensati progetti che partivano dal basso,
dal piccolo, coinvolgendo direttamente i diseredati, offrendo mezzi e
fiducia, si sono ottenuti risultati straordinari e questo e' il caso
del movimento "Cibo in cambio di istruzione", del movimento
delle cooperative agricole e degli ecovillaggi, che ha ottenuto in
Africa risultati incredibili contro la desertificazione, del
movimento dei micro-orti in Sud America che sfama centinaia di
migliaia di famiglie e del movimento del microcredito che ha prestato
denaro a 20 milioni di donne dando loro la possibilita' di costruire
piccole attivita' in grado di sostenerle economicamente (a questo
riguardo ricordiamo il libro eccezionale di Mohamad Yunus:"Il
banchiere dei poveri" edizioni Feltrinelli).
Insomma, questo
sistema ha scelto di eliminare consciamente milioni di persone
attraverso scelte economiche ingiuste che non mettono sullo stesso
piano la grande multinazionale e il povero contadino. Si e' deciso,
in modo scientifico e programmato, di togliere il diritto di vivere a
queste persone perche' la loro sopravvivenza non offre vantaggi
economici sufficienti. Quindi e' utile al potere minimizzare questo
crimine contro l'umanita' pompando il cinismo della banalita': "Non
c'e' niente da fare...Sono decenni che li aiutiamo ma continuano a
morire oggi come allora. Non cambia niente, non puo' cambiare, li
vedi anche tu per strada questi extracomunitari...Sono
inferiori..."
Per questo crediamo che sia importante dirlo
forte: La situazione della miseria del mondo e' molto migliore di 20
anni fa. Adesso hanno deciso che questo miglioramento non rende e
l'hanno fermato.
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