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Un minuto di raccoglimento per i ricchi |
Carlo
Marx, stravagante pensatore del 1800, scrisse che il capitalismo
nasconde l'orrore del suo corpo di ingiustizie e prevaricazioni,
mostrandosi vestito decorosamente nei paesi ricchi ma gira
completamente nudo nelle colonie.
Ora una novita' di portata
epocale si e' materializzata e via via sta spaventosamente
lievitando, come un pane del demonio, sotto gli occhi sbigottiti di
milioni di benpensanti benestanti.
C'era un tempo in cui il
capitalismo si limitava a prendersela con i piu' deboli, si sforzava
di pagare una miseria ai lavoratori e di truffarli poi vendendo loro
prodotti di infima qualita'. Era una vergogna, certo, ma solo per i
lavoratori stessi e le loro miserrime famigliole e poche "anime
belle" (come dice il Giuliano Ferrara) che provavano orrore
davanti alla brutale crudelta' del sistema.
Ma c'erano milioni di
ben nutriti e ben vestiti personaggi che giudicavano il capitalismo
il miglior modo possibile di vivere e si pascevano di tutto il cibo e
le delizie che abbondavano nella loro casa morbidamente protetta da
armamenti tecnologicamente superiori.
In effetti ancor oggi il
capitalismo si dedica a far lavorare 12 ore al giorno bambini
impegnati a cucire scarpe e palloni firmati e a lucrare vendendo
farine avariate per gli aiuti umanitari. Ma sono pratiche alle quali
si dedicano piu' che altro i ricchi di piccolo cabotaggio. Tra i veri
signori del mondo e' in disuso perfino la pratica di far lavorare le
persone per paghe da fame. I veri ricchi, i megamiliardari con
patrimoni superiori al miliardo di dollari non si arricchiscono
sfruttando il lavoro, non e' piu' quello il cuore della loro
attivita' economica, anzi dal lavoro salariato spesso non ricavano
neppure un dollaro. I soldi li fanno in ben altra maniera.
Non
siamo impazziti. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Dopo la Enron
e la Tyco e altre aziende piu' piccole, anche Worldcom e' caduta in
disgrazia sotto l'accusa di aver falsificato i bilanci rubando
miliardi di dollari a milioni di azionisti ed e' indubbio che siano
rimasti fregati una quantita' notevole di ricchi, ricchini, aspiranti
ricchi e finti ricchi benpensanti. Forse voi, cari lettori, viste le
vostre probabili inclinazioni sinistrorse, non siete restati molto
colpiti da questo evento. Ma si puo' ben immaginare l'espressione
attonita del lettore militante del Sole 24 ore, quando, giocando in
borsa col suo portatile super accessoriato, si e' accorto che il
capitalismo e' basato sulla truffa, che la piu' importante societa'
di revisione dei conti del mondo e' un'organizzazione di terrificanti
bidonisti e che i giornalisti economici che avevano consigliato a
tutti di investire in queste multinazionali del contropacco e del
raggiro, si sono dimostrati essere solo l'ultimo anello di una
corruzione mondiale che ha foraggiato politici e signori dei mass
media per anni con cifre da capogiro. E questa volta la vittima non
e' uno zozzone negro incapace di leggere un listino borsistico ma
proprio lui, il ricco speculatore in mutande davanti al suo personal
con connessione alla velocita' della luce alla borsa telematica
planetaria con tanto e di carta di credito oro.
La misura di
questo raggiro e' ormai andata al di la' di ogni grandezza monetaria
mentalmente comprensibile. Parliamo di svariate centinaia di miliardi
di dollari di valore azionario scomparsi nel nulla assoluto e di un
pugno di beneinformati che ne ha approfittato con tale dovizia di
mezzi, al punto che mai, neppure vivessero mille anni, potrebbero
spendere la decima parte di quello che hanno rubato con l'inganno. Il
gioco era estremamente semplice. Si spendono miliardi di dollari per
corrompere politici e giornalisti, raccattare appalti immensi,
convincere il mondo di
essere un'azienda in ottima salute con un
futuro meraviglioso e inossidabile. Vedere le azioni salire di valore
e vendere gradualmente mano a mano che il titolo sale. Nel frattempo
la S.p.a. (Societa' per azioni) e' dissanguata perche' corrompere
costa e dar l'idea di essere l'azienda piu' redditizia del mondo
comporta spaventosi investimenti di immagine. Ad un certo punto pero'
il sistema "salta" e il valore delle azioni crolla ma tu
hai gia' venduto tutto e guadagnato l'impossibile. I dirigenti della
S.p.a. finiscono nei guai e vengono sacrificati sull'altare del
profitto con contorno di suicidi di chi sa troppo. La dinamica di
questi colossali raggiri e' ormai venuta a galla. Resta un'incognita:
come reagiranno i ricchi del pianeta quando si accorgeranno che i
mega ricchi vogliono il loro portafoglio e non ci si puo' fidare
neanche della borsa?
Si tratta di una frattura culturale non da
poco. Da secoli l'imprenditoria borghese e' cresciuta sulla base
della sua capacita' di garantire un minimo di fiducia almeno
all'interno di una ristretta casta di personaggi facoltosi. E adesso?
che succede se si sgretola uno dei fondamenti della societa'
capitalista?
L'esperienza, spesso amara, ci insegna che i ricchi
sono generalmente spregevoli e pavidi e ci viene da sospettare che
non succedera' proprio niente e che, al massimo, accorgendosi di
essere diventati anch'essi cacciagione, i capitalisti meno
capitalizzati tentino solo di non farsi impallinare. D'altra parte,
il nostro spirito di comici, ci induce a valutare anche un'altra,
improbabile evenienza. Che succederebbe se i Paperon de' Paperoni
piccoli e medi, turlupinati dai colossi planetari, si irritassero e
decidessero che e' ora che in questo mondo ci sia un minimo di
giustizia? Ci piace immaginare una rivoluzione capeggiata una volta
tanto da capitalisti fregati, con cortei durissimi pieni di limousine
e di elicotteri e i poliziotti che sono presi da una certa timidezza
quando devono manganellare i manifestanti, soggiogati dal numero di
zeri presente nei loro estratti bancari...
E che dire degli
avvocati che si porterebbero dietro ai processi successivi ai moti di
piazza?
Beh, sognare e' gratis.
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