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Consigli di Machiavelli al Principe |
Machiavelli,
a proposito dell'arte di governare, consiglia al principe:
"Se
ti urge imporre ai tuoi sudditi leggi o regole che allarghino il tuo
potere di controllo e maggior vantaggio nelle mercanterie, che
smorzino i diritti dei molti ed efervano creando vantaggio al tuo
governo, cosi' come ai seguaci tuoi fedeli, non esporti mai col tuo
nome e la tua faccia in prima persona, ma a far proposta e
imposizione invia qualcuno dei tuoi serventi. Cosicche', se quello
tuo dimandato vien fracollato (coperto) d'insulti dal popolo e dai
suoi rappresentatori e puranco dai mercatari minori e dal clero
minuto uniti ai frati cerconi (questuanti), tu, principe
all'immediata (immediatamente) debbi disdire (negare) a gran
voce che quello scrianzato abbi agito per tuo ordine e vantaggio, e
denunzia che egli da se' solo e su suo unico pensamento siasi gittato
a far quelle insensate proposte. Quindi caccialo fora dalla tua corte
de governo e subito acchiappane un'altro e ponilo al posto suo
vacante. Ma bada bene che anco quel sostituito sia ben disposto a
buttarsi pe' ordine tuo ad esporse con faccia nuda pe' un'altra
caricata".
Questo, sia chiaro, e' il consiglio ripreso a
braccio, ma che mette in evidenza la sferzata ironico-satirica che
Machiavelli sottolinea ad ogni passo del suo discorso. Ma fateci
caso: e' l'identico beffardo consiglio che lo stesso Machiavelli
proprio oggi potrebbe ripetere al nostro Presidente del governo
Berlusconi. Un consiglio che lo aiuterebbe meglio a scegliere come
gestire il suo potere e avvantaggiarsi nel clima di regime, nel nuovo
revisionismo storico, nel riformismo, nei decreti omnibus e nelle
nuove imperterrite leggi salvaladri che la maggioranza sta producendo
a valanga.
Ma forse, a 'sto punto, crediamo si debba operare a
rovescio.
Osservando come si stanno articolando gli avvenimenti
della politica, sono Berlusconi e il suo staff di stretti
collaboratori che potrebbero dare consigli a Machiavelli, giacche' il
nostro mercatante-piazzista d'affari ha di gran lunga superato il
segretario fiorentino, maestro di ogni scaltrezza politica.
Il
nuovo principe di Arcore ci insegna, proprio in questi giorni, come
si mandi allo sbaraglio un servente di nome Nitto Palma con la
proposta di varare una legge che impedisca ai giudici di inquisire e
addirittura di indagare-registrare telefonate di ogni deputato del
parlamento o senatore, specie se fa parte del governo.
E' un
assaggio astuto: "Se va, ha le gambe", come si dice, "ma,
ahime', quelle gambe non girano".
Si scatenano indignate le
opposizioni, si scatenano anche gli alleati del principe unto dal
Signore. E che si fa allora? Proprio come da indicazione perentoria
del Machiavelli, il dimandato-sonda viene immediatamente scaricato:
"Io quel Nitto Palma manco so che faccia abbia! Via, gettatelo
ai porci. Pronti? Avanti un altro! Si ricomincia!"
E' un
copione ormai collaudato e, a emissione imperterrita, si gioca anche
fuori dal Parlamento. Baldassarre, suddito di Berlusconi, posto sul
trono della RAI propone un totale revisionismo storico della storia
recente: "Buttiamo all'aria 'ste favolette comuniste scritte col
consenso della DC. Scriviamo un altro spartito e suoniamo un'altra
musica. Punto primo: la Resistenza ha operato in un clima di guerra
civile!"
I pochi intellettuali rimasti indipendenti e liberi
intervengono pesanti e indignati.
Interviene perfino il
Presidente della Repubblica a cui la maggioranza sta proponendo una
ininterrotta valanga di leggi, una piu' anticostituzionale
dell'altra: "La Resistenza non si tocca e nemmeno la
Costituzione!" sentenzia dai telegiornali.
Veloce come una
volpe stanata, il voltagabbana di regime Baldassarre effettua un
salto mortale, stile Berlusconi e rinnega tutto: "Mi avete
frainteso, io sono sempre stato antifascista, ho sempre considerato
la Resistenza partigiana un momento storico inalienabile. Sono
d'accordo col Presidente Ciampi. Sono per il pluralismo contro il
revisionismo. Non sapevo che i miei spettatori nel momento in cui
tenevo quel discorso sul programma che ho in mente sull'informazione
riguardo alla storia, fossero fascisti. Li credevo tutti operai
iscritti alla Cgil: viva Lenin! Viva Marx, viva Mao Tze Tung!".
Certo
l'andamento fortemente sgangherato di questo governo e'
impressionante. In breve tempo, due ministri sono stati buttati fuori
come ramazze dal coro. Altri reggitori di contorno hanno fatto la
stessa fine, ma in sordina. La stessa sordina che e' stata imposta
alla notizia del consigliere della Provincia siciliana, sorpreso
bellamente dalla polizia seduto fra i mammasantissima della mafia in
congresso (summit ristretto per soli boss).
Il consigliere
arrestato all'istante e' di Forza Italia, quindi, alla televisione,
due sole reti su sei a disposizione del principe ne hanno dato
fuggevole notizia. Per il resto, silenzio.
Ma non tutto va a buca:
spingi, gioca basso, ricatta, riduci. In un anno, il maestro dei
mercatari al governo e' riuscito a far passare, con la forza della
maggioranza al Parlamento, il decreto legge che cancella il falso in
bilancio (e Ciampi firma). Che strano!
Poi arriva la cosiddetta
rogatoria blocca-processi (e Ciampi firma).
Ed ecco finalmente
approvata in Parlamento anche la legge sul conflitto d'interessi (ci
si augura che questa volta Ciampi abbia un colpo di reni e non
firmi). "E' una schifezza!", urlano orripilate le solite
anime candide, come le definisce lo strabordante Ferrara, della
dormiente opposizione.
"Sotto con un'altra!"
Si
tenta di ricusare i giudici del processo a Berlusconi e a Previti,
detto lo "squalo romano". Ma anche questa va a buca.
Il
cavaliere dichiara a pie' sospinto di guardare all'America e alla
democrazia americana come unico modello da seguire.
Ma tu guarda,
proprio in questi giorni Bush, in clima di scandalo continuo nelle
Borse, in seguito a tre grossi fallimenti di imprese che hanno
truffato centinaia di migliaia di risparmiatori per miliardi di
dollari, e' stato costretto a promettere di inasprire le leggi contro
il falso in bilancio, causa di tanto sfascio legale ed economico.
Da
noi, il principe saltimbanco fa esattamente il contrario e la nostra
Confindustria applaude.
Trasparenza del mercato, parita' di spazi
e diritti nella gestione dell'informazione, competitivita' sono ormai
diventate da noi parole vuote, senza senso.
Tremonti a 'sto punto
e' stato iscritto sulla lista dei ministri da buttare. I suoi
programmi, sbandierati durante la campagna elettorale, si stanno
rivelando un bluff continuo: aveva promesso che, con la legge sul
rientro impunito dei capitali all'estero, avremmo goduto di una
immensa crescita di nuovo denaro per i finanziamenti di imprese.
Altro bluff. Le agevolazioni in materia fiscale, l'emersione del
lavoro nero dal pantano, la stimolazione degli investimenti si sono
rivelate uno sbandieramento a vuoto, con bidone finale.
Tutto
questo sbatti sbatti senza costrutto ha determinato una seria
tensione negativa fra gli imprenditori che temono, oltretutto, il
profilarsi di un autunno molto caldo nelle fabbriche, come non
avviene da vent'anni.
Anche i sondaggi di cui il principe acrobata
e' campione dicono che il malessere determinato dalla prospettiva di
un prossimo futuro e' generale e profondo.
Per di piu', incombono
processi molto pericolosi che vedono alla sbarra il presidente
superpadrone e i suoi colonnelli col rischio di pesanti condanne che
lo metterebbero, lui e il suo staff, fuorigioco. Ecco perche' i suoi
avvocati, inseriti nel governo, si arrabattano alla follia pur di
trovare nuove gabole-scappatoia e buttare all'aria processi e
giudici.
Come diceva Shakespeare nel suo Misura per Misura:
"Nemmeno per il re funziona il trucco di nascondersi dietro una
maschera o un portaparola (portavoce), allorche' il trucco si e'
troppo palesemente scoperto. Quando al re capitera' di cascare da
cavallo, non basteranno per rimetterlo in sella tutti gli uomini
validi e i facchini del suo regno. E non ci sara' nessuno dei
palafrenieri che potra' prendere il suo posto. Il re pur di stare in
alto, s'e' posto in cima a una piramide di ingiustizie, soprusi,
trucchi da pagliaccio spietato. Scalando la piramide e' montato sulle
spalle di opportunisti, servitori badando ognuno a trarre il massimo
vantaggio dallo stare in quel gran mucchio.
Ma tutto e' costruito
sul nulla.
La velocita' del crollo si rivelera' terrificante.
I
piu' sorpresi appariranno gli uomini a cui toccava l'onere di opporsi
al suo imperio. E non hanno fatto nulla per abbattere quel despota,
anzi, spesso l'hanno favorito. Quelli, fra tutti gli spettatori della
catastrofe, saranno i piu' sconvolti: "Tu guarda! E'
incredibile!", esclameranno, "Il re ha fatto tutto da
solo!"
Dario Fo Franca Rame Jacopo Fo
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