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Ancora guerra? |
Il
grande Cesare si prepara alla guerra.
E il nostro piccolo Cesare,
come lo chiama Giorgio Bocca, grida: "Anch'io! Anch'io!".
Pare
proprio che una nuova guerra contro l'Iraq sia ineluttabile. Ma, ci
assicurano, come al solito, che sara' scientifica, piena di bombe
intelligenti, azioni chirurgiche, armi avvenieristiche che riducono a
numeri insignificanti la quantita' dei morti. Una guerra che sara'
seguita da migliaia di giornalisti e teleoperatori ma della quale non
vedremo niente. Una guerra pulita, giusta, sana e morigerata. Una
guerra moderna. E come ha dichiarato un alto ufficiale del
Pentagono:"Sara' una guerra facile!"
"Dobbiamo
battere il terrorismo!" Grida il grande Cesare. E il piccolo
Cesare gli fa eco.
Se e quando scattera' l'attacco non e' dato di
sapere.
Di certo questa guerra e' folle come tutte le guerre ma
e' contraddistinta da alcune varianti che la rendono particolarmente
odiosa.
Innanzi tutto essa viene dopo una serie di guerre pulite
che si sono dimostrate fucine di orrori. Nessuno ha perso tempo a
contare i profughi afgani stroncati dalla fame e dal freddo o
stritolati dal lancio di casse di aiuti umanitari. Esistono rapporti
su migliaia di civili uccisi, parecchi convogli di persone indifese
scambiati per colonne di nemici e massacrati e un paio di matrimoni
stroncati da nugoli di bombe. Non sappiamo invece quante migliaia di
Talebani o supposti tali siano stati massacrati, soffocati nei
container o sepolti ancora vivi in fosse comuni. Di sicuro molti tra
questi prigionieri erano al di sotto dei 14 anni. Quasi nulla si sa
poi dei campi di prigionia dove attualmente migliaia di esseri umani
sono tenuti in condizioni che sono state definite da molti organismi
internazionali simili a quelle dei campi di sterminio nazisti. In
compenso la quasi totalita' dei capi talebani e dei dirigenti della
banda di Bin Laden godono di ottima salute. Il terrorismo e la
guerriglia prosperano in Afghanistan e i civili continuano a morire
per volonta' o per errori. E i signori della guerra afgani intanto si
preparano a scannarsi tra di loro.
Senza calcolare il conto ancora
non presentato dall'inquinamento di vaste aree dovuto ai proiettili
anticarro rivestiti di uranio impoverito. In Iraq e ex Jugoslavia le
persone continuano a morire per questa causa a migliaia e le nascite
malformi sono aumentate in modo impressionante. Ma anche qui poco si
sa perche' si impedisce in ogni maniera l'insediarsi di commissioni
scientifiche internazionali e le informazioni che circolano sono
unicamente quelle raccolte faticosamente dalle associazioni
umanitarie.
C'e'
poi da dire che scatenare una guerra contro l'Iraq e' un po' ridicolo
visto che la guerra contro questo paese continua ormai quotidiana da
un decennio. Quasi mai i giornali e le televisioni ne danno notizia
ma pressoche' tutti i giorni i bombardieri Usa sganciano ordigni
sull'Iraq dimostrando capacita' di errore veramente considerevoli. Se
non bastasse l'economia irakena e' allo stremo grazie all'embargo
commerciale e al modo criminale nel quale Saddam gestisce il potere.
In Iraq si muore per una banale infezione e gli interventi chirurgici
vengono fatti senza anestesia perche' non ci sono medicine e
anestetici.
Potremmo poi aggiungere che la guerra in Afghanistan
ha fatto esplodere focolai di violenza e terrorismo in Palestina,
Indonesia, Nigeria, Kashmir, costati migliaia di morti. Certamente
una nuova guerra in Iraq provochera' un ulteriore aumento degli
scontri in tutto il mondo.
E se non bastassero queste
considerazioni a favore della rinuncia all'attacco "definitivo"
all'Iraq potremmo riflettere sull'insieme dei fatti avvenuti prima e
dopo l'11 settembre 2001.
Il grande Cesare presento'
quell'orribile strage in modo assolutamente limpido e semplice: le
stragi erano frutto della follia criminale dei terroristi.
A
distanza di un anno non c'e' piu' quasi nessuno ad essere convinto
che i retroscena di quel massacro siano semplici e limpidi.
Tre
sono le questioni essenziali.
Le stesse autorita' statunitensi
hanno aperto un'inchiesta per scoprire come mai nei mesi prima
dell'11 settembre decine di miliardi di dollari siano stati investiti
in speculazioni sulle azioni delle compagnie aeree e assicurative che
sarebbero uscite gravemente danneggiate dagli attentati. E non furono
solo gli uomini di Bin Laden a speculare ma anche alcune
multinazionali americane.
I grandi quotidiani americani
considerano ormai indubbio che il presidente Bush sapesse molto di
piu' di quel che ammette sugli attentati dell'11 settembre, prima che
avvenissero. O e' completamente incapace o per qualche motivo non ha
preso in sufficiente considerazione gli allarmi.
Fin dall'estate
era pronto un piano di guerra contro l'Afghanistan, legato alla
necessita' di bonificare la zona dai Talebani per consentire a un
enorme oleodotto di attraversare il paese allo scopo di portare
petrolio e gas dall'ex Unione Sovietica fino alle coste
indiane.
Basterebbero queste considerazioni per creare dubbi sulle
spiegazioni troppo facili.
E si potrebbero aggiungere anche altri
particolari: l'amicizia tra Bush e Bin Laden (che come Saddam e i
Talebani sono creature Usa).
La crisi economica e gli scandali
della Enron e degli altri colossi Usa era gia' in incubazione in
primavera.
Che ne sarebbe stato dell'economia americana se gli
scandali sulle grandi truffe azionarie e il crollo della borsa
fossero esplosi in una situazione di pace?
Non sarebbe la prima
volta che si prepara una guerra per salvare l'economia e gli
indici di gradimento. Ed e' innegabile che l'aumento esponenziale
delle spese militari Usa dopo l'11 settembre abbia dato una notevole
boccata d'ossigeno all'economia statunitense.
Con questo non
vogliamo certo negare che siano stati terroristi fondamentalisti
mussulmani a realizzare gli attentati. Ma possiamo immaginare che
nell'intrico di alta finanza, servizi segreti, doppiogiochisti,
infiltrati e agenti provocatori la linea di confine che separa i
buoni dai cattivi risulti alla fine molto confusa.
Di certo la
guerra che gli Usa stanno conducendo contro il terrorismo e'
strutturalmente incapace di arginare questa terribile piaga e sembra
invece di alimentarla a dismisura.
Come hanno sottolineato molti
esperti americani il terrorismo non si batte con i caccia bombardieri
ma con un lavoro di indagine scientifica e minuziosa e operando per
ridurre la miseria e la disperazione che i terroristi utilizzano come
bandiera della loro guerra insensata e come argomento per reclutare
kamikaze.
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