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LA DONNA É DIVERSA |
Anche
a mettercela tutta, non riesco a farmi una ragione del perché
proprio d'estate, e proprio quando fa più caldo, e la macaia
ti preme con il suo tallone di ferro, e quello che di meglio pensi di
poter fare è respirare, semplicemente respirare ecco, nel
momento dell'anno in cui è la leggerezza dello spirito l'unica
qualità umana ad aver scampo dal peso della calura, la carne,
la carnaccia, la trippa, viscere e pudenda, si fanno straordinaria
attrazione.
Diventano ossessione, culto, aperto dibattito,
spettacolo. Carne e sudore, lascivia e apnea. Mah?! Ieri mi è
bastata un'attesa di venti minuti da un dentista, venti minuti di
giornali nervosamente sfogliati cercando di dimenticarmi del perché
ero lì invece che al mare, per guastarmi del tutto: venti
pagine sulla cellulite delle signore vips ai bagni, tanto per
cominciare a mettere a posto lo stomaco. Dieci sulle eccitanti
rivelazioni di un'amante tradita dal suo venerato allenatore. Ma
quella era, diciamo così, stampa del ramo; quella del ramo
serietà e compostezza, invece, mi ha offerto ben altri spunti
di riflessione gastrica. Naturalmente il caso della settimana.
Politico, culturale, sociologico.
La signora sindaco di Cosenza è
incinta di un uomo a lei sicuramente caro ma non coniugalmente
autorizzato all'onesto piacere che ora sta fruttificando. Dichiara
dunque il suo stato agli elettori perché non confondano con
cellulite e adipe ciò che di così prezioso porterà
a compimento.
L'uomo, gagliardamente gravato di alte
responsabilità nella sinistra regionale, si sgrava del peso
morale che lo annienta e dichiara alla stampa, all'esterrefatta
famiglia di se medesimo, all'universo intero: penso di essere io il
padre dell'augusto nascituro. Penso? Si, penso. Che gentiluomo! Che
grandezza d'animo! La sciocca certezza è degli uomini da poco,
quelli grandi si nutrono della vastità del dubbio.
Naturalmente i militanti del suo partito sanno bene cosa si cela
dietro, anzi, davanti al "penso" del loro leader: la parte
peggiore di se stessi. Quella parte che, evidentemente, quarant'anni
di lotte e pensiero femministi non sono riusciti a far ricacciare giù
per il gargarozzo dei maschi e a farceli strozzare.
Ecco, visto da
queste bassezze, la lettera pastorale del prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede, assume una grandezza e una
serietà e una sapienza stratosferici. Il cardinale Ratzinger
l'ha pubblicata in piena estate, nel cuore della stagione della
trippa, e credo che sia stata una sfida. È una lettera che
tratta della carne come tratta dello spirito, perché tratta di
maschio e di femmina, di uomo e di donna. Ma dentro quella lettera
c'è la carne, non la cellulite. Si può essere in
accordo o in disaccordo su quello che dice, ma lo si può
esserlo solo dopo aver esercitato il pensiero, non la fregola. Non è
roba da anticamere dei dentisti.
Dice molto semplicemente la
lettera che i maschi e le femmine sono diversi, che l'uomo e la donna
sono generi distinti che svolgono ruoli distinti nel perseguimento
del disegno divino.
Ne consegue dunque, tanto per cominciare, che
l'idea di uguaglianza tra uomo donna è vacua e fallace.
La
Chiesa, i credenti e i non credenti possono usare questa lettera in
molti modi, alcuni dei quali nefandi, ma nessuno può
rinunciare a riflettere.
Ad esempio sul fatto che uguaglianza non
è la stessa cosa di parità.
Io, per l'appunto,
credo di non essere uguale alla mia donna. Credo che io e lei
possiamo essere diversi ed avere nel contempo pari dignità
agli occhi dello Stato, di Dio e di noi stessi.
Credo che tra le
peggiori cose che ho visto in questi anni ci siano state quelle donne
che hanno deciso di essere uguali agli uomini, e si sono comportate
come la parte peggiore di loro. Per rivincita, per vendetta? Forse
perché era il peggio che andavano cercando.
L'identità
tra comportamenti maschili e femminili nel personale politico è
oggi, finalmente, un traguardo raggiunto. Tragicamente raggiunto.
Sono cresciuto assieme a una generazione di femministe, e non credo
che è questo quello che avevano in testa: riuscire ad essere
ipocrite, mendaci, opportuniste come i loro colleghi. Credo,
sinceramente, che se il mondo si salverà, saranno le donne a
farlo. Per la loro diversità.
Credo, e il cardinale non lo
crede, che sia oscenamente maschilista impedire alle donne di
celebrare i sacramenti.
Visto che, tra l'altro, se esiste
quell'enorme fatto che chiamiamo cristianesimo è perché
crediamo sulla parola di una tale Magdala, forse cugina di Giacomo,
che testimonia di aver visto, lei sola, il sepolcro dell'Ucciso vuoto
e di aver parlato con lui vivo dopo morto. Di un genere assai diverso
la Magdala, che ha creduto ed è andata al Sepolcro quando
tuiti i maschi avevano già tagliato la corda. Magdala non ha
detto "penso". Ci sono circa due miliardi di Mandale che
sono un pochino diverse dal leader politico calabrese e dalla sua
sindachessa.
MAURIZIO MAGGIANI, IL SECOLO XIX,
08/08/2004
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