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MAURIZIO MAGGIANI

A Lucrezia, che sarà il Bambin Gesù

Equi Terme è un bel paese di Lunigiana, tutto circondato da strepitosi versanti apuani, ricco di acque buone per curare e munito di grandi e suggestive grotte. Un buon posto per le vacanze e se c'è un po' di neve, perfetto per un presepe. Infatti ci fanno di tradizione un presepe vivente; uno dei molti dell'Appennino, dove la fame, il freddo e il buio sono vivi ricordi genetici e la speranza che dal mezzo dell'inverno possa nascere una nuova età di redenzione, qualcosa di più di un rito di tradizione. Il presepe di Equi è famoso nel circondario, ma quest'anno si è meritato persino un po' di righe sui giornali prima ancora del suo svolgersi. Il fatto è che, annuncia la stampa, Gesù Bambino sarà quest'anno interpretato, in una notte, da Lucrezia, una bambina nata sette mesi fa. Perché a Equi non è che ci sia tanto da scegliere nel ramo dei neonati.

“non sono nati quattro maschi, ma solo tre” dicono gli organizzatori, e il presepe si replica per quattro giorni. E poi, a sette mesi se proprio non si va a faccanasare, non è che si distingua il sesso sotto un pannolino. Ovvio. E sono certo che non sia la prima bambina a fare la parte del Redentore su e giù per l'Italia che ama così tanto i bambini da aver deciso di non potersi assumere la responsabilità di farli nascere da queste parti. Nessuno ci starebbe a badare se non fossimo nel cuore dell'inverno vandeano, in fervida rinascenza di ogni qualsivoglia forma di beghinismo. In nome della difesa dell'identità e della razza, sono pronti sul mercato della fede elettorale manipoli ben scelti di atei, nutritissimi cori di farisei, mai in precedenza sfiorati dalla Grazia, disponibili a porsi loro stessi nella mangiatoia avvolti in pannolini, purché il presepe garrisca in ogni luogo a presidiere la cristianità. E pensare che ai tempi belli delle radici inquisitorie della cattolicità, il presepe non era affatto gradito all'autorità ecclesiastica. Così' va il mondo.

Ma Lucrezia? Lucrezia, piccolina com'è, non sa quanto sia bello il gesto che le hanno imposto di fare. Quanto sia colmo di intrinseco significato quel piccolo avvenimento accaduto per trivia necessità. Spero che le verrà ricordato, spero che potrà tra vent'anni guardare se stessa in una vecchia fotografia mentre è Gesù appena nato. E pensarci su, e trarne qualche bel pensiero.

Ci sono studiosi di una certa serietà pronti a giurare, e a scrivere, che a papa Luciani sia costata la pelle l'aver osato proclamare al popolo cattolico che Dio è anche madre, soprattutto madre; per i vigili guardiani della vera fede nel Dio Padre, una affermazione di inaudità gravità. Ma io non sono Papa e credo di essere cristiano appena un peletto in più del senatore Pera; anche se, diversamente da lui non ho alcuna familiarità con il cardinal Ratzinger. Ragion per cui so di non rischiare la pelle se oso ora pronunciare la seguente bestemmia; e se l'enorme peso della redenzione, se l'immensa fatica della profezia toccasse oggi alle femmine ancorché ai maschi?

No, non voglio dire che le donne hanno un ruolo, partecipano, danno un grande contributo, ecc. Voglio proprio dire questo: e se fosse più appropriato in questi tempi cercare i segni della profezia, porre le speranze della nostra redenzione presso la culla di una bambina? Io non dire come io e i miei colleghi maschi possiamo coltivare una qualche predilezione da parte di Dio madre e padre degli uomini. Io non rinvengo nel mio sesso una particolare forza profetica e redentrice, ma colgo ovunque in me e intorno a me, ben visibili, i segni di una grande debolezza e deficienza. Mentre conosco donne che vivono nello squallore del mondo dei maschi, cariche di profezia e di forza redentrice. E se voglio ricordarmi della nascita del Redentore, nel disporre in una grotta di solitudine e miseria una culla di paglia, mi domando perché mai quel posto debba essere assegnato ancora una volta, come tradizione comanda, a un piccolo maschio. Mi chiedo cosa ne penserà Dio padre e madre, di Lucrezia a immagine del suo figliolo prediletto. E mi chiedo se il Cristo, avesse oggi davanti a sé ambedue in Jeans il triplice Pietro e la Maddalena, che per amore fedele ha sfidato impero e sinedrio, che sceglierebbe per il duro lavoro dei prossimi millenni.

Ma tutto questo è bene che a Equi non si venga a sapere, per non rovinare una semplice, familiare festa.

Maurizio Maggiani – IL SECOLO XIX – 19/12/2004

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