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MAURIZIO MAGGIANI

Riflessioni di Capodanno tra maremoto e treppiede

Oggi, il primo giorno di un anno nuovo, mi sono alzato di buon ora pieno di buone intenzioni e di energia. Ha gelato questa notte, e per prima cosa sono andato a liberare dal ghiaccio le vecchie carpe che abitano la fontana sotto casa. Una piccola buona azione augurale; le carpe sono forse più vecchie di me, di certo più grasse: mi hanno onorato di un susseguoso guizzo e sono tornate alla profondità dei loro atavici pensieri. E poi mi sono messo al sole, al tiepido, limpido, innocente sole di capodanno. Silenzi. La piazza deserta, le imposte serrate, la gente dormiente del greve sonno che la sta ristorando dai postumi dell'onesta bisboccia della notte. Io non ho bisbocciato un granché; ad essere onesti non per il lutto a cui sono stato invitato.

Non è stato necessario: in fatto di sollazzi ho imparato a gustare la fragranza dell'intimità. Ma il lutto mi torna in mente. Appoggiato alla fontana, gli occhi persi nel sole e l'anima nel silenzio, compongo mente e sul telefono nuovo di zecca il numero per trasmettere il mio obolo ai sopravvissuti dell'ultimo diluvio universale. Adesso che so che il governo ha rinunciato a farci su la cresta dell'Iva, lo faccio con animo leggero. Digito sulla tastiera i pochi, piccoli numeri e una quantità di altri, enormi, mi si assiepa intorno. Ecco. La radio questa mattina ha detto 150 mila, forse 400 mila. Morti. Per i vivi, perché vivan0o quelli rimasti, per i molti popoli schiacciati dal maremoto, il governo degli Stati Uniti, guida spirituale del mondo, ha stanziato 35 milioni di dollari. Per portare il sollievo della democrazia alle masse europee dell'Iraq ne ha spesi, fino ad ora, 25 miliardi. Ottocento volte di più. A dimostrazione del fatto che sono le idee che devono prevalere sulla materia, che vita e morte non sono niente se non sono giustificate dai principi. Amen. Il governo spagnolo ha stanziato 50 milioni di euro, al cambio attuale il doppio degli Stati Uniti. A dimostrazione del fatto che un modesto Paese che vigliaccamente si è sottratto in Iraq all'ineludibile mandato di guerra e di pace, ha subdolamente accumulato abbastanza sostanze da poterle sperperare per la vita nuda e cruda di sconosciuti abitanti dell'Oceano Indiano. Amen. Il mio governo ha stanziato 3,5 milioni di euro, essendo molto nelle spese per concorrere alla conquista della democrazia del martoriato Iraq e per l'epocale abbattimento delle tasse a carico dei suoi amati cittadini. In quattro giorni i cittadini hanno volontariamente versato più del triplo del loro governo; darei una mano per scoprire se sono stati i ricchi beneficiari della riduzione delle tasse ad essere stati più generosi. In ogni caso l'epocale manovra fiscale ora si è del tutto vanificata: invece di incrementare i consumi, con le detrazioni fiscali è stata fatta della gratuita benificenza. Ma qualcosa non è contemplata nel calcolo del Pil. Amen. Ma i governi d'Europa si sono trovati d'accordo nel discutere nell'ambito del G8 la remissione del debito estero dei Paesi maremotati, come se quei Paesi avessero anche la minima possibilità di pagarlo quel debito nei prossimi cento anni, mille anni. Il mondo non è più come prima, la terra ha deviato dal suo asse, il giorno terrestre ha i tempi sconvolti e un immenso dolore da sopportare, ma i furboni pensano si sapersela cavare come sempre. Forse ce la faranno ancora, forse no. Buon anno a tutti loro e amen.

Ma ecco un bambino è arrivato alla fontana con un cartoccio di briciole con le carpe. Si affaccia nell'acqua scura e chiacchiera con i pescioloni. E' il primo essere umano che vedo affacciarsi al mondo questa mattina. E' un'immagine dolcissima, promettente, un buon augurio. I bambini salveranno il mondo, ci diciamo quando proprio non troviamo nessun'altra risorsa, ma forse i bambini vorrebbero fare cose meno impegnative, come crescere in santa pace. Per non disturbare il futuro dell'umanità mi allontano stando bene attento a seguire il sole, a non infilarmi nelle gelide ombre delle case. E mio viene in mente il muratore che l'altra sera ha vibrato una treppiedata in testa al nostro primo ministro. Un gesto esecrabile, ma per fortuna i treppiedi di oggi sono oggetti molto leggeri e non rappresentano un arma delittuosamente offensiva. Dice che lo ha fatto in odio alla persona. Mi chiedo se fosse un milanista offeso dalla rinuncia del presidente della sua squadra – certo i tifosi non sono nuovi agli eccessi – o magari un candidato ingiustamente escluso da un reality show mandato in onda da una rete Mediaset – dove concorrono individui ben disposti agli eccessi – o un becero militante di sinistra istigato dalla sua ala radicale all'odio di classe. Immagino comunque che abbia passato l'ultimo dell'anno di quelli che non si dimenticano. Tutto il Paese si augura che sarà esemplarmente punito, ma mi chiedo quanti miliardi di esseri umani sparsi nel globo terracqueo coltivino in cuor loro l'orrendo desiderio di essere per un folle istante il muratore treppiedista, ciascuno con il proprio primo ministro a portata. Mi chiedo se per una buona parte di loro non sia da prendere in considerazione la pietosa applicazione delle attenuanti generiche.

Maurizio Maggiani – IL SECOLO XIX – 02/01/2005

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