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MAURIZIO MAGGIANI

IL SECOLO XIX 28/08/2001

Italia, brucia che poi arriva la sanatoria


Brucia tutto. Come sempre, più dell'altr'anno, sotto casa nostra, ovunque. Non c'è riparo, non c'è misura, prevenzione o minaccia di punizione che tenga. Brucia e basta. In fin dei conti non ha neppure più senso tornarci sopra, e più inutile che mai è appellarsi. Appellarsi a che, a chi? Al senso di responsabilità, al senso di colpa, all'amor patrio?

L'incediario è un delinquente premeditato che delinque per spregevoli motivi, o è un pazzo. E quando lo diresti un pazzo scopri che molto spesso la tanica di benzina gliela ha regalata il delinquente ben sano di mente. Ci si può appellare a questa gente? Si può anche solo impedire che agiscano? Forse sì, ma non qui, non in questo Paese, così come vanno le cose. E infatti l'incendio e un crimine in costante aumento, e dilaga in regioni vergini. Quest'anno è bruciato il Veneto e il Trentino, due new entry straordinarie. E' bruciata dolosamente la più grande segheria d'Italia nella regione più ordinata e ligia del Paese. In questo Paese bruciare è facile e divertente. E paga. Paga, prima o poi paga. Basta aspettare. E' un investimento a lunga scadenza.

Il piromane, un paziente, un investitore oculato che non si fa pigliare in giro dalla new economy e dal gioco d'azzardo del dot com. Bado al sodo, investe nella terra; se non per sé per i suoi amati figli, per i figli i dei figli. La terra che sarà lì per sempre, lì perché ci si possa fare di tutto.

Il piromane parla con i fatti; brucia per informare , per dire la sua sui limiti di un parco, sulla correttezza di un confine, sul concetto di proprietà, sulla transitorietà delle leggi. Il piromane brucia per difendere il sacro diritto al lavoro, per raddoppiare i voli del suo contratto di forestale, per moltiplicare i guadagni di vivaista. Il piromane sa che ce la farà.

Ce la farà perché in questo Paese chi ha mai detto che un parco è davvero un perenne divieto, un reato proprio un reato per sempre? L'attuale governo nazionale può compendiare l'ottimo lavoro dei sui primi cento giorni in tre proposte, tre grandi sanatorie. La sanatoria è la traslazione dell'illecito in lecito del reato in oblio, della certezza in vacuità. Possiamo forse dire che le abbia inventate questo governo le sanatorie, possiamo dire che si fermerà a tre? Ma poi, possiamo dire in coscienza che le sanatorie non ci piacciono, che la certezza delle leggi ci dia sicurezza più che un senso di restrizione?

La proposta più visibile di cui può onorarsi il nostro governo regionale è la drastica riduzione delle aree a parco. Aree protette, tutelate, inaccessibili alla speculazione. Ma quanti cittadini, bravi contadini, amanti della natura, così legati al suolo natio, l'hanno votato proprio per questo motivo, per farla finita con 'sta menata ecologica? Che poi l'ecologia è anche antidemocratica, essendo la democrazia libertà e la libertà fare a casa propria quello che a uno ci pare.

E' lecito o no dubitare sul grado di coscienza che abbiamo circa il concetto di tutela ambientale? E siamo proprio sicuri che l'incoscienza sia affare della destra e la coscienza patrimonio della sinistra? Io me le ricordo le strade abusive nel cuore più segreto della Costiera di tramonti fatte con i mezzi meccanici della giunta di sinistra a furor di popolo di sinistra con l'assenso di funzionari di sinistra, centro e destra. Le Cinque terre sono state elette a patrimonio dell'Umanità. Giustamente gli abitanti ne vanno orgogliosi; ma quanti tra loro hanno tratto la conseguenza che quel territorio ora appartiene a un vietnamita nello stesso identico modo che a un rivierasco, il quale, assieme all'onore, si assume l'obbligo non indifferente di preservarlo così com'è perché sia goduto dall'umanità intera?

Il piromane ce la farà perché dubito – e lo dico con disperante dolore – che il fenomeno cesserà per rivolta popolare. Si sono visti in questo paese poliziotti linciati per aver arrestato un mafioso, malati di mente per aver tentato violenza carnale, ma temo che non si vedrà mai un carabiniere sottrarre alla furia popolare un piromane.

Ho assistito due anni fa al grande incendio che ha distrutto dal Bracco a Bonassola migliaia di ettari. E' stata una catastrofe immane, e non solo naturale. Ho visto gente piangere disperata, contadini e turisti che ancora oggi portano un lutto sincero, inguaribile, per quel disastro. Così nell'altro grande falò che si è mangiato l'anno prima il Mesco fino a Vernazza. Che mi risulti non è mai stato arrestato nessuno.

Ma perché continuano a dirmi che gli amici che “si sa bene chi è stato”? Se si sa bene chi è stato perché la comunità non si assume il compito di tutelare se stessa? Mica facendo giustizia sommaria. Basterebbe affermare, con atti concreti e ferma volontà, che anche la pur minima pretesa sul territorio che non sia contemplata dalle vigenti leggi, si dimostri giorno dopo giorno per l'eternità nient'altro che un delirio criminale.

E una domanda al ministro Alemanno, che so una brava persona. Chiedere l'aumento delle guardie forestali dopo che si è accertato che parecchi incendi li hanno appiccati le guardie stesse per essere confermate, aumentate, eternizzate, è una buona misura per scongiurare gli incendi?

Maurizio Maggiani

IL SECOLO XIX – 28/08/2001

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