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MAURIZIO MAGGIANI

Scusi onorevole, mi spiega perché ha sempre bisogno di soldi?

Se ti azzardi a metterci bocca ti danno del qualunquista, se osi fare una domanda ti dicono che è demagogia, se poi non possono fare a meno di risponderti, allora ti spiegano che la democrazia costa, evitando accuratamente di dirti quanto, il personale politico eletto di questo paese dà l'impressione di ritenere un oltraggio alla sua privacy il fatto che i cittadini si interessino di ciò che sborsano per mantenerselo. Forse perché non val la pena di dare molta pubblicità al fatto che gli eletti di questo paese sono, guarda caso, i meglio pagati del mondo, e basterà attendere lo sbarco su Marte per verificare che sono i meglio pagati del sistema solare. In questo paese un operaio metalmeccanico, al pari di un publico impiegato, può contare su un potere di acquisto inferiore di un terzo a quello di un suo collega tedesco, e un insegnante danese. Un medico che si occupa a tempo pieno in un ospedale della salute dei cittadini non potrà mai sperare di avere un salario paria a quello, non di un parlamentare europeo, ma del suo portaborse, e un insegnante di liceo, forse solo alla fine della carriera potrà adire allo stipendio del presidente di una circoscrizione di una media città come La Spezia.

Mentre lo stipendio dell'operaio, del medico, dell'impiegato, è frutto di lotte e trattative, quello di un senatore o di un consigliere se lo fanno il Senato e il Consiglio e lo decidono in base a quello che sembra loro insindacabilmente giusto e congruo. E visto che sono loro a decidere di se stessi, allora si aggiudicano oltre alle indennità più ricche del mondo anche un gruzzolo di benefit. Così, attaccato allo stipendio di un parlamentare o di un consigliere regionale, ci sono diarie, viaggi, studi, pensione e ogni altro conforto. Compreso il teatro, lo stadio, il cinema e quant'altro possa tornargli utile a ricordare il suo mandato al servizio del popolo come un'esperienza indimenticabile.

Voglio fare un esempio soltanto: se un giovane operaio volesse studiare un poco di inglese per vedere di progredire, dovrà cercarsi i soldi per farlo sottraendoli a un salario medio di 800 euro. Un europarlamentare italiano ha diritto a 2250 euro in più al mese per impararsi una lingua. Il punto è che l'idea di servizio, di probità e sacrificio, quell'imperativo morale che ha formato e sostenuto le generazioni che hanno inventato la democrazia, è un odioso, ridicolo retaggio del passato. L'immagine odierna dei servitori del paese è di un ceto, una gilda, una commenda di privilegio.

Quando fu chiesto agli operai della Volkswagen di applicare i contratti di solidarietà e diminuire i loro salari, il primo ministro Kohl, l'ultimo socialista a govenare la Germania, ridusse della stessa percentuale le prebende dei suoi ministri e parlamentari.

Immagine, pura demagogia. Ma le immagini sono importanti, come i simboli. L'immagine dell'ultimo atto del Senato della Repubblica nella passata legislatura è stato l'aumento della paghetta dei suoi senatori, su proposta, non vorrei sbagliare del questore, senatore Ds. Durante la stessa legislatura ci sono stati 4 milioni di nuovi poveri nel nostro paese. Oggi, mentre il Senato rinnovato sta decidendo di aumentare i contributi ai suoi partiti, di ogni genere di partito, a ogni partitello, congrega e comunella che superi l'un per cento dei voti, siamo a 6 milioni di poveri in più.

Perché hanno bisogno di tutti quei soldi, dei privilegi? Ne hanno davvero bisogno, poi? Le spiegazioni sono, quando vengono date, o sordide o odiose. Ripetono le stesse ragioni da più di dieci anni, da Tangentopoli in poi. Paghiamoli bene, ci dicono, sennò cadranno in tentazione di corruzione. Trattiamoli bene perché il loro è un duro lavoro. Paghiamoli bene perché si sacrificano per noi. Sottointendendo che i cittadini eleggono dei deboli, propensi alle tentazioni, privi di spirito di sacrificio e di probità d'animo. I più deboli tra noi, i meno adatti. Visto che nessun altro lavoratore può godere di un trattamento simile avendo la stessa umana natura. La responsabilità di un chirurgo non è inferiore a quella di un membro della commissione salute, ma si dà per scontato che non ruberà il portafogli al paziente narcotizzato anche se guadagna 5 volte meno del parlamentare. A meno che non sia un delinquente. E lo spazzino che vuota tutte le mattine i cassonetti non fa un lavoro meno impegnativo del presidente di circoscrizione che i per i suoi pareri consultivi sull'immondizia guadagna il doppio.

Chiunque, tra le centinaia di migliaia di anonimi volontari di questo paese impegnati a metterci una pezza nelle inefficienze, ingiustizie e disgrazie delle sue certezze, dei suoi agi, del suo reddito. Lo fa per semplice impulso etico, per generosità sociale, per quello che vive come un dovere civico, cristiano, buddista o che. Per quale ragione non dovrei pensare ai servitori della democrazia del mio paese come a uno qualunque di quei volontari? A gente che sente talmente forte il dovere di servire da rinunciare a qualcosa, a molto, addirittura a tutto, come pure era consuetudine in un non lontano passato? Perché servire la democrazia è diventato il più appetibile posto di lavoro della nazione? Perché non devo pensare ai consiglieri regionali della Regione Sicilia, che hanno il record europeo di inefficienza e assenteismo e con i miei soldi si sono fatti uno stipendio addirittura del 20 per cento superiore a quello dei deputati del parlamento nazionale, come a degli scippatori del bene pubblico?

Perché, onorevole Fini, uomo di principi, uomo dello stato, voterà oggi per i nuovi contributi ai partiti dopo che ha speso tanto tempo a raccogliere firme per abrogarli del tutto? Cosa è cambiato, onorevole Fini? Perché oggi l'uomo che farà lo sciopero della fame contro questi nuovi contributi non è Pannella, ma l'onorevole Mastella, e lo farà perché è l'unico a non pigliarli? Perché devo sentirmi dire che la politica costa e io che la pago non posso aver voce in capitolo su come farla e a che costi? Quanti cittadini di questo paese, qualora interpellati, sarebbero disposti a pagare volentieri l'immondizia multimediale che risulta essere oggi il sistemo efficace per fare la politica?

Maurizio Maggiani – IL SECOLO XIX – 25/07/2002

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