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MAURIZIO MAGGIANI
Il SECOLO XIX – 13/08/2002

Gentile bandito si faccia immolare


Gentile rapinatore solitario, spero ardentemente che la pistola che sta usando in questi giorni per portare a buon fine la sua attività sia una pistola giocattolo. Se così è, se i suoi intenti sono solo apparentemente così aggressivi come il revolver testimonierebbe, non posso nasconderle una mia certa dolente simpatia. Intanto ci accomuna una condizione di non secondaria importanza: ambedue siamo privi di mezzo personale di trasportare. Immagino sia per sua scelta che, civilmente, abbia rinunciato a gravare sul traffico cittadino e si sia votato alla fiducia nei mezzi pubblici.

Apprezzo l'uso del taxi, e voglio sperare che lei abbia lasciato una mancia non per bieco opportunismo, ma constatando la gentilezza e la professionalità del conducente e la modestia della sua tariffa. A tal proposito immagino che scelga con attenzione la vettura in cui imbarcarsi. Avrà notato che non tutte sono all'altezza di un servizio delicato come a lei è necessario. Ci sono ancora in circolazione nei posteggi, ad esempio, una paio di Fiat Duna. Se non è troppo giovane conoscerà quella leggendaria automobile, ormai fuori produzione da decenni, come la più sfigata mai prodotta dall'industria mondiale, fatta salva, forse la Trabant della Germania Orientale. Qualora intenda prolungare la sua carriera, controlli bene il taxi e si scelga una vettura più consona. Ma non credo, e glielo dico senza malanimo, che la sua carriera durerà ancora a lungo.

Immagino che sappia che, i diciamo così, operatori seriali sono i più facili da identificare, La serialità è una firma e la firma è un peso gravoso. La firma fa di,lei un Autore, la emancipa dall'anonimato e la eleva al rango di artista, iddio mi perdoni.

Il suo stile è unico, dunque al massimo di visibilità e prevedibilità. Non sarà facile per nessuno in questa città farsi portare alla banca in taxi, men che meno per lei. Potrà decidere la prossima volta di operare in bicicletta, o in scooter, o addirittura a piedi, ma allora non sarà più nessuno; o meglio, sarà un semplice soldato del vasto esercito della malvivenza.

Credo che lei sia dolorosamente cosciente di tutto ciò, e questa è un'ulteriore ragione della mia amara simpatia. La sua assai prevedibile e probabilmente celere cattura fa di lei, signor rapinatore, una sorta di agnello sacrificale. Se posso permettermi, lei si sta immolando, ed espierà, a nome e per conto di tutti i rapinatori che beneficiano dell'impunità a vario titolo acquisita. La prenderanno, e quando questo accadrà, potremo dire, noi cittadini onesti per forza o per elezione, vittime di quotidiane rapine: bè, almeno uno l'hanno preso. E il fatto ci darà un seppur momentaneo conforto. Un po' di fiato per poterci sottoporre alle ulteriori rapine che ci attendono implacabili.

Le faccio qualche esempio. Dall'inizio dell'anno, i miei modestissimi risparmi affidati alle cure della mia banca di fiducia hanno perso il 18% del loro valore. Mi capirà se nell'intimo del mio cuore non posso cancellare la convinzione di essere stato vittima di una rapina. Chi mi ha sottratto i risparmi? Non lo saprò mai, nessuno indagherà per scovarlo; c'è chi dice che sia stato il Mercato, chi la New Economy, chi il Fondo d'Investimento. Mah, posso solo escludere che sia stato lei. Eppure, quando la prenderanno, potrò dire che un po' di giustizia è stata fatta. Proprio l'altra mattina mi sono stati estorti 12 euro e passa per affittare per tre ore una sdraio ficcata a forza negli anfratti di uno scoglio nei bagni comunali, istituiti in origine per il sano sollazzo del popolo cittadino. Potrò mai essere condannato se, rattrappito nell'anfratto roccioso, ho a lungo ululato: rapina, rapina, rapina? Naturalmente nessun tutore dell'ordine è accorso, niente di illegale in verità è accaduto, e lei, rapinatore onestamente dichiaratosi tale, espierà anche per la società a capitale pubblico che gestisce il rapinoso scoglio.

Sarà questione di giorni e verrà proclamata una grande sanatoria fiscale. Gli evasori fiscali potranno così godere dell'impunità per il loro delinquere, Chi, come me, per forza o per amore ha coscienziosamente pagato all'erario l'esoso dovuto, potrà con una certa ragione rammaricarsi della propria onestà, constatare come questa virtù sia totalmente priva di fascino e utilità, notare una volta ancora come rapinare la comunità di quanto le spetta sia un'impresa legalmente riconosciuta. Spetta a lei riportare un po' d'ordine e chiarezza circa ciò che è lecito e no.

Non la voglio tediare oltre signor rapinatore. Salga in fretta, la prego, sul suo prossimo e ultimo taxi e beva il calice amaro del suo arresto conscio che solo così il suo operato trova compimento e ragione. E una qualche utilità sociale. E lasci la pistola a casa, anche se è solo un giocattolo. Per quello che deve fare basta che punti le dita.

Maurizio Maggiani – Il SECOLO XIX – 13/08/2002

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