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MAURIZIO MAGGIANI

IL SECOLO XIX 12/09/2001

Quelle certezze non rassicurano



Sono confuso. Passano i giorni, aumentano le informazioni, le opinioni e le immagini e capisco sempre di meno. Arrivano le notizie, sciorinate davanti ai miei occhi perché io possa essere rassicurato e condotto nella giusta direzione, e le certezze non mi rassicurano per niente e il giusto mi sfugge.

E' una pessima sensazione, uno stato d'animo deleterio. Infatti mi accorgo che non riesco a fare progetti che vadano oltre l'immediato che riesco a percepire. Non so cosa devo guardare, da chi mi devo guardare, dove devo guardare. E' come se la nube di polvere di New York non si fosse mai posata e oggi continuasse ad essere sospesa, dilatata sull'intero panorama che mi circonda. E' una grande vittoria dei terroristi planetari, e non l'unica, questa.

Da uomo libero, da uomo che non crede che il destino suo e del mondo debba essere per forza infame, vorrei contrattaccare, e non mi è chiaro da quali posizioni poterlo fare con la speranza di vincere.

Ma vincere davvero. Voglio un mondo più giusto, più prospero, più speranzoso, e se per fare sì che siano sconfitti i terroristi planetari devo rinunciare a questo, se le mie speranze devono soccombere assieme a loro, mi chiedo cosa mi resti alla fine da vincere.

Mi si chiede di schierarmi con il bene contro il Male. Le maiuscole mi inquietano, le maiuscole sono avvolte dall'assoluto, l'assoluto pretende fede e disdegna la ragione. Preferirei schierarmi con la giustizia contro il crimine, con l'umana ragione contro la disumana insensatezza.

Ma del resto come potrei non sentirmi uomo che opera per il Bene? Solo che vorrei costruirlo anch'io il bene, e ragionare dentro il bene, e avere del bene la visione più ampia possibile.

Oggi questo non mi è possibile, oggi devo consegnare la mia visione del mondo giusto all'uomo che fino al 10 settembre aveva occasione di passare alla storia in virtù della sua volontà di sacrificare l'ecosistema del pianeta pur di consentire al suo popolo di consumare come e quanto desidera le sue risorse.

E posso solo sperare che oggi, nella ristrettezza delle sue maiuscole, abbia un'idea del bene che sia tollerabile con gli standard della ragione e della giustizia a cui mi sono abituato nascendo in un paese della democrazia occidentale. Posso perdere questa abitudine, mi si può chiedere di lasciarla dormiente fin quando tutto sarà finito? Quando finirà?

Se il presidente Bush è il Bene, lo sceicco Bin Laden è il Male. Una versione della realtà, una visione del mondo, così come era rappresentata nelle figure dipinte nelle chiese romaniche; immagini semplici e chiare perché le plebi del medioevo potessero capire. E professare senza incertezze la fede. Bastano due figurine perché gli uomini della contemporaneità si sentano appagati circa le prospettive del loro destino, del destino del mondo?

Per quanto mi riguarda gradirei moltissimo che Bin Laden fosse preso oggi stesso. Avrei gradito molto di più che lo fosse stato un anno, due anni, tre anni or sono, quando già c'erano ottime ragioni per farlo. Si è impegnato a consegnarlo alla giustizia il presidente pakistano, ex capo dei servizi del suo paese, giunto al potere con un golpe, massimo fautore del regime talebano e grande sostenitore dello sceicco. Il generale si è convertito, ora è dalla parte del Bene; se anche i talebani si convertiranno al Bene, Bin Laden pagherà. Cancellata dalla storia murale la sua figurina, il Male finirà? E se anche fossero eliminati i suoi aspiranti kamikaze? E i suoi miliziani? Lo si potrà fare? Dove si nascondono i terroristi planetari?

Prima dell'attacco all'America Bin Laden ha speculato in Borsa. Colpo magistrale di inside trading: era l'unico a sapere cosa sarebbe successo. Deve aver guadagnato miliardi di miliardi da aggiungere alle altre migliaia. Lo ha potuto fare perché egli è ben insediato nel sistema finanziario globale, perché è di casa a Wall Street, perché lì ha miliziani fidati; perché per abbattere il simbolo ha bisogno della sua sostanza.

Quando ieri mattina si è aperta la Borsa di New York, abbiamo guardato alla sala delle chiamate come al cuore del mondo del Bene: se tiene la Borsa, questa è la nostra prima vittoria. Dunque, il cuore del Male ha prosperato nel cuore del Bene. E prospererà, perché se è possibile, e facile, emanare ultimatum agli inverecondi talebani, tutt'altra cosa è chiedere conto alla finanza globale. Che è per sua stessa natura, per la natura che gli abbiamo assegnato, irresponsabile.

Se lo sceicco sparirà, non si estinguerà il suo potere, il denaro del suo potere, né i miliziani del suo denaro. La figurina si apre e si scompone in un disegno astratto, un labirinto perfetto, invalicabile. Quando anche l'Afghanistan sarà spianato e sarà gettato sale sui suoi campi, ci sarà un altro luogo da cui il successore di Bin Laden darà interviste deliranti alla Cnn. Sarà la figurina di un paese medio orientale, probabilmente, ma in realtà sarà solo un'altra ansa di un labirinto mortalmente perfetto.

Come potranno rispondere gli uomini liberi e ragionevoli del mondo? Saranno ancora liberi di ragionare o dovranno rassegnarsi a invocare l'immagine del Bene dipinto sui loro televisori? E' per questo che sono confuso, perché non so. E la cosa peggiore è che forse, oggi, nessuno può davvero aiutarmi a sapere.

Maurizio Maggiani – IL SECOLO XIX – 19/09/2001

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