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MAURIZIO MAGGIANI

L'orgia dell'illecito

Dunque il nostro governo troverà i soldi per pagare gli stipendi arretrati dei deputati dell'assemblea regionale siciliana, per continuare a tenere in agonia quel che resta della sanità pubblica, per assestare le frane e per quant'altro serve a questo Paese per far finta di essere uno stato, grazie a un Grande Condono. Niente di nuovo, mi pare. Se si fa eccezione per il breve e tragico periodo in cui il Paese è stato governato dalla dittatura dei giudici comunisti e ai loro fantocci al governo pareva di cattivo gusto congratularsi pubblicamente con chi rubava alla collettività evadendo le tasse, il condono dei reati fiscali è stato un tradizionale ed efficace sistema di amministrazione del pubblico tesoro.

Non uno dei grandi statisti della prima repubblica si è mai tirato indietro quando si è trattato di premiare l'illecito e l'abuso. La differenza, questa volta, è l'aspetto spettacolare del Grande Condono: questo non è un ennesimo qualunque condono, questa è un'orgia condoniale.

Visto da abbastanza lontano per poter essere distaccati, questa parte della legge finanziaria sembra scritta dalla banda Bassotti in preda al deliquio psichedelico, ebbra di gioia vendicativa dopo essere riuscita finalmente a forzare il deposito di Paperone.

Visto da qui, visto da chi ha per sua orrenda sfortuna ancora un po' di senso del pudore, so non addirittura dell'onestà, lascia senza parole. Non c'è illecito, furto e furtarello commesso ai danni dell'erario che non vi trovi la sua redenzione. Una roba da mondo alla rovescia dei carnevali medievali, un grottesco gratta e vinci universale da quadro di Bosch. Mi chiedo quanti poveri disgraziati, costretti da una sorte ingrata a versare in modo ridicolmente equo le loro tasse, stiano in questi momenti guardando carichi di vergogna i loro figli.

Io stesso mi sono vergognato come un ladro al pensiero di quanto bene avrei potuto fare comportandomi da onesto evasore. Ho telefonato al mio commercialista per chiedergli di rubare almeno qualcosina all'ultimo momento, ma era troppo tardi. E', il Grande Condono, un'apoteosi dell'indecoro che mozza il fiato. Non credo che esista un solo cittadino europeo al di fuori di questo indecente paese della Cuccagna che possa credere all'esistenza di una, cito testualmente, “tassa della serenità” che consiste nel pagare una mancia all'erario e levarsi una volta per tutte di torno i suoi controlli.

Si compie oggi una revisione di storica portata della figura del contribuente. Da oggi chi ha il dovere di pagare le tasse e mantenere la comunità è una minoranza di cittadini ben definita, ciò che resta della fosca forza lavoro intellettuale e manuale dipendente. Essendo appunto dipendente si rode di invidia per la leggiadra classe dei liberi imprenditori, è facile preda delle ideologie sinistrorse, è portata al fiancheggiamento del terrorismo giustizialista. E dunque va purgata, punita, spennata e irrisa. A meno che non dia mostra di sapersi riscattare, dandosi alacremente da fare con qualcosa di nero, in nero purchessia.

C'è almeno un elemento positivo, rinfrancante, di cristallina equità, in questa legge finanziaria: la tassa sul fumo per finanziare la scuola e ricerca. Non fumo di inquinamento, fumo di sigarette.

Io sono un tabagista e sono fiero di contribuire con il mio vizio alla vita del paese. Dato lo stato della scuola e della ricerca, la loro strutturale mancanza di risorse, so che dovrò impegnarmi a consumare almeno il doppio della mia odierna razione di tabacco. Mi ingegnerò, da solerte cittadino, per convincere al consumi della mia adorata droga i miei vicini di casa, i loro promettenti figli: il loro futuro dipenderà in larga misura da quanto sapranno darsi da fare a fumare e a far fumare. Dio non voglia che non si possa finanziare la pubblica ricerca sul cancro solo perché qualcuno si è tirato indietro davanti a un pacchetto di MS.

So già che qualcuno potrà obiettare rozzamente: se sono i fumatori a pagare la scuola, allora a scuola ci devono andare i fumatori; loro per primi, e se poi ne avanza anche per gli altri, passino, se no, nisba. Sì, è vero, il ragionamento non fa una grinza, ma la solidarietà, dove la mettiamo la solidarietà? Magari tra i non fumatori, ci sarà qualcuno che pagherà un giorno abbastanza tasse da pagarci le lastre ai polmoni. Speriamo.

Maurizio Maggiani – IL SECOLO XIX – 15/12/2002

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