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Sogno la Magnani |
Canterà Paolo Conte, ma sogna Anna Magnani. E' stata cinque volte a Sanremo, ma per lei il Festival di Sanremo, ma per lei il Festival è finito. Ha una grande sensibilità sociale, ma non ama parlare d'impegno. A sei mesi dal tour con De Gregori, Ron e Pino Daniele, Fiorella Mannoia torna in concerto. Quattro mesi in giro per l'Italia, in 50 città.
Fiorella, non può stare senza il pubblico?
No, sento ancora l'onda positiva dell'estate scorsa: nessuno di noi voleva smettere di cantare insieme. Così, rimasta sola ho deciso di riprendere le strade dei concerti.
E dei teatri...
Sì, sono la mia seconda casa, ci passo buona parte della mia vita, mi ci trovo bene.
Farebbe un musical?
No, e nemmeno una commedia musicale. Ma mi piacerebbe recitare, fare prosa, ammesso che ne sia capace.
Le sue attrici preferite?
Ne abbiamo avute così tante: da Lina Morelli ad Anna Magnani, ch'è stata grandissima.
Anche lei nello show sarà così drammatica?
No, al contrario sarò ironica. Voglio divertire, e spero di coinvolgermi per prima.
Con la musica o lo show?
Questa volta sarà la musica a ispirarci: ho tolto tanta tecnologia, voglio fare sentire la musica vera, gli strumenti
E la scenografia?
Una sorpresa, anche per me. Con un respiro molto retrò.
Anche nel repertorio?
Più o meno: rivisiterò artisti che mi hanno sempre messo soggezione, come Paolo Conte e Pino Daniele.
Daniele? Ma se ci ha fatto un tour insieme.
Sì, ma ho sempre avuto pudore a cantare in napoletano. e poi pensavo che i nostri mondi fossero distanti, anche se di Pino ho sempre amato le canzoni e ne conosco ogni parola.
E Paolo Conte?
Avevo esplorato timidamente il suo mondo cantando "Come mi vuoi". Conte ha un universo tutto suo, nel quale è difficile entrare.Lo fanno in pochi: è un mondo molto maschile, con ambienti fumosi che ricordano i porti del nord, strane ambientazioni.
E cosa canterà?
Fra le altre, ho pensato a "Boogie".
Ha dimenticato Fossati?
No, Ivano non mancherà mai: ho scelto "Treni a vapore" e "Le notti di maggio", più due canzoni che non avevo mai fatto: "Panama" e "Buontempo".
Un merito da interprete?
Aver dato risalto a canzoni ingiustamente trascurate o dimenticate.
Vorrebbe essere autrice?
Per nulla, rivendico il mio ruolo: posso spaziare dove voglio.
Com'è diventata famosa?
Imparando a dire no, a fare una serie di rinunce. Scegliendo di non dire stupidaggini.
Per Nick Cave, la canzone impegnata non esiste.
Ha ragione, puoi essere sensibile e attenta alla realtà, cantarla anche, ma una canzone rimane solo una canzone.
La più bella soddisfazione?
Aver portato Sally di Vasco Rossi a un pubblico diverso dal suo. Com'era successo per Quello che le donne non dicono di Ruggeri.
Come ha capito le sue doti?
Quando ho intuito dove poteva arrivare la mia voce: a piegare le parole. Fu all'epoca di Come si cambia.
La citano in uno spot del Festival di Sanremo.
L'ho saputo, e mi è sembrato un gesto di considerazione.
Tornerebbe a Sanremo?
No, ormai non serve più a niente, se non a far conoscere i giovani: è l'unica platea.
Intervista di Renato Tortarolo IL SECOLO XIX 02/02/2003
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