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Milva: questa Rai mi ha messo in soffitta |
Non bastano le censure della Rai a zittirla. Milva è viva, e lotta insieme a noi. E canta con voce superba, canta le poesie potenti e carnali di Alda Merini. Due donne a confronto: da una parte la Rossa che spopola in Europa ma che la televisione di Stato ha volutamente dimenticato, dall'altra la poetessa, tra le più grandi, che sopravvive con una pensione ridicola. Storie di donne negate, storie di artiste accomunate dalla passione, l'estro, l'orgoglio. Nasce per rabbia, e per amore, il sodalizio tra le due. Nasce grazie alle note di Giovanni Nuti, tra i primi a musicare i versi di Alda, e alla volontà della Edel, piccola casa discografica, che ha pubblicato un disco che segna il ritorno di Milva dopo undici anni di silenzio. Silenzio solo italiano precisa la cantante Perché nel frattempo ho realizzato un album in francese e tedesco. Si intitola Sono nata il 21 a Primavera ed è un'opera forte e struggente, magnifico dono per la rutilante Merini che proprio il 21, il 21, a Primavera, compirà 73 anni. Ma dono soprattutto per chiunque conosca la musica e un'urgenza del cuore e un palpito di consapevolezza, e conoscenza. Ed è un bel regalo ritrovare, intatta, la voce di Milva. Bentornata, signora. Grazie, in realtà non sono mai andata via. Sto lavorando moltissimo, ma non sempre nel mio Paese. L'altra sera si è esibita con Merini al Teatro Strehler di Milano. E' stato un successo. Replicherà? No, almeno per il momento, non è nei miei progetti. Poi mi mancherebbe la presenza cameo di Alda. Il regalo, in realtà, me lo ha fatto lei. Ho insistito molto perché ci fosse. E mi ha accontentata, nonostante un dolore all'anca che la tormenta. Vi assomigliate? Un po'. Abbiamo entrambe un caratteraccio. Entrambe testarde, forti. Ma lei, Alda, è senza dubbio più passionale di me. Merini è un vulcano, un fiume in piena, forse perché ha un dannato desiderio di amare, di essere amata. E' persino sfacciata in questo suo richiedere attenzioni amorose. Attenzioni, dice. Forse l'Italia dovrebbe essere più attenta a Merini, ai suoi artisti. Per lei si sono mobilitati intellettuali, associazioni e il popolo della rete. Per farle ottenere una pensione più dignitosa. Sì, lo so. Sembra che qualcosa si stia muovendo. C'è che questo Paese arriva sempre in ritardo sulle cose importanti. Figuriamoci se questo governo ha a cuore la poesia. Figuriamoci. Avete lavorato assieme negli ultimi due anni. E ora? Ora c'è un rapporto profondo. Ho conosciuto Alda parecchio tempo fa a casa di mia figlia Martina che stava catalogando le opere di Baj. Fu una fulminazione leggere le poesie di Alda su Baj. L'idea di cantare i suoi versi nacque allora. Ma è difficile cantare la poesia? Non quella di Merini. E' cos' semplice, naturale. Non c'è niente di masturbatorio, di artificioso. Lei è diretta, così diretta... Bella complicità. Vero. Sa, Alda non ama le donne. E' gelosa, porta rancore, le vive come rivali. Quasi tutte, ma con me ha un rapporto speciale. Apprezza il mio pudore. E io adoro la sua sfrontatezza, quelle battute fulminanti. Fuma anche sessanta sigarette al giorno, taglia via il filtro, fuma cicche tremende. L'altra sera avrebbe voluto accenderne una in teatro. Le dico: Non si può Alda c'è la legge Sirchia. E Lei: Eliminiamolo Sirchia, sono la prova vivente che il fumo non fa male. E lei, signora? La rivedremo un giorno in tv? Non so. Ho scritto due lettere al direttore di Rai 1. Nessuna risposta. Non è così importante partecipare ai salottini catodici. Per fortuna c'è chi si ricorda ancora di Milva. Ho realizzato un tour in Israele, sto lavorando a Kalipateira, un'opera che presenteremo a giugno in Grecia, nel teatro di Erodio Attico. Per questo non riesco a capire questa curiosa censura italiana. La giudicano, forse, troppo colta? Colta io? Colto Strehler, coltissimo Berio. Credo che mi giudichino scomoda. Ma davvero, non riesco a capirne il motivo. E' anche vero che mi è oscuro il motivo per cui sia stato allontanato un professionista serio come Enzo Biagi. Ci sono meccanismi insondabili che muovono i dirigenti di Viale Mazzini. Quindi lei è l'unica a non esser stata invitata a Sanremo? A essere sincera un invito a latere l'ho ricevuto anch'io. Si trattava di dover cantare uno o due ritornelli. Mi sono rifiutata. Guardi, non è mia intenzione parlare male dei colleghi, ma la sceneggiatura dei cosiddetti big mi è sembrata di pessimo gusto. Ci è stato detto che rappresento l'Italia. A parte la stima per Albano, nonostante continui a urlare piuttosto che a cantare, posso affermare con sicurezza che questi personaggi non rappresentano proprio nulla. O meglio: sono lo specchio di quanto si vuole rappresentare. Un Paese mediocre. E senza memoria. Per di più. Per questo canta Merini? Anche per questo. E mi piacerebbe che questo disco fosse un piccolo successo, non commerciale, ma un piccolo successo di nicchia. Perché i versi di Alda possano finalmente arrivare anche a quanti non frequentano di norma la poesia. Sono parole bellissime, le sue, che bruciano dentro. Che tutti dovrebbero conoscere. Sono parole che fanno bene. Intervista di Daniela Amenta L'UNITA' 17/03/2004 |
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