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Ultimo cd di Franco Battiato
Ferro Battuto, l'album di Franco Battiato che esce oggi, è come una vetrina dell'inesauribile evoluzione del musicista siciliano. Vi si ritrovano certe sperimentazioni elettroniche degli anni '70 di Aries e Pollution e ci sono elementi di vocalità etnica: duettando con Natasha Atlas, Battiato riesce a disamericanizzare, arabizzandola, la cover di Jimi Hendrix Hey Joe, che è un piccolo gioiello. Rivisita poi, con sensualità odierna, ritmiche primi anni '80 in Running Against The Grain (con Jim Kerr dei Simple Minds), portando qualcuno a definire quest'album La voce del padrone del Terzo Millennio. Un disco che unisce lingua tedesca e proverbi in dialetto siciliano, che tratta di vegetarianesimo prendendo ispirazione da Plutarco e di ricordi rifacendosi a Schopenhauer.
Ferro Battuto ha una copertina che si ispira al socialismo reale. Spiega il musicista: Ho notato spesso, nei regimi totalitari socialisti come in quelli mediorentali, che i potenti di turno vengono raffigurati in manifesti assurdi. Musicalmente, invece, il totem è Nietzsche. Spiega Sgalambro: Padre mancato della musica dionisiaca, Nietzsche è invece il padre, o parente stretto, della musica leggera, i suoi lieder, bolsi o borghesi, non lo farebbero sospettare, ma il suo scritto contro Wagner è lo spartito in cui scorrono i suoni di Dioniso, promettenti, ma muti. Nietzsche padre della musica leggera. Se è così, essa ha un padre terribile.
I testi sono stati scritti a quattro mani con il filosofo catanese Manlio Sgalambro, con un sodalizio molto strambo e riuscito: suo il suggerimento di una citazione (un campionamento di Minor Swing) del chitarrista jazz gitano Django Reinhardt in Scherzo in mi minore, sua la voce che dialoga con Natasha Atlas in Personalità empirica e che probabilmente parteciperà in maniera più sostanziosa alla tour del musicista (canterà certamente La vie en rose, un brano di Marlene Dietrich, Summer on a solitary beach e Insieme a te non ci sto più di Paolo Conte). Insieme, sembrano usciti da una commedia di Billy Wilder, ma più sofisticata: formano una coppia curiosa, ma ben assortita, sono spassosi, anche se Sgalambro non va più in là del sorriso, si danno del lei, per rispetto o forse per una forma snobistica d'intimità. Fra i due, la sintonia, dagli argomenti più futili ai grandi temi della morale e della convivenza civile, è straordinaria: Siamo due tostissimi dice Battiato ma non vuol dire che siamo ottusi. Siamo anche autonomi, l'uno dall'altro. Non lavoriamo mai insieme, ma per fax o per telefono. Testi e musiche s'incrociano per tutta la lavorazione del disco. Abbiamo scritto anche opere classiche: ce ne hanno proposte addirittura tre. Ne sceglieremo una sola.
Racconta Sgalambro: Ho un Io molto sfaccettato, sono capace di cantare e provare un tour, e poi chiudermi nel mio studio. Sono sempre stato così. Ricordo che a 19 anni mi sono venduto il banjo per comprarmi un libro: l' Incipit di psicologia di William James, filosofo americano, fondatore del pragmatismo e fratello dello scrittore Henry. Il trattato costava 70 lire, una cifra che mi sono procurato con quella piccola vendita. Continua il filosofo: Ho ammiratrici, poche, che seguono i miei studi. Altre che seguono me. Lo trovo più lusinghiero.
Una nuova avventura è ora in arrivo, con il cinema. Battiato s'è stufato di video e ha preparato un corto di 40 minuti che ha come sottofondo alcuni dei nuovi brani ed è ambientato in parte a Berlino: vi recitano Andrea Pezzi, Elisabetta Sgrabi, Manlio Sgalambro e, brevemente, lui stesso.
Marinella Venegoni estratto da LA STAMPA 13/04/01
Renato Tortarolo estratto da IL SECOLO XIX 13/04/01
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