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Intervista a Giuliano Sangiorgi, mente della band |
Un nome denso e scuro che sa di meridione: Negramaro, come il vino del Salento. La musica però sembra venire da altre parti d'Europa. Ha tracce di suono inglese, vi si riconoscono dei tratti propri dei Muse o dei Radiohead nell'impostazione della voce, nell'incedere delle chitarre. In ogni caso, si tratta di un rock senza compromessi, che non ha ceduto alle sirene della melodia commerciale e già sentita. Eppure i Negramaro oggi sono ai primi posti delle classifiche italiane, il loro singolo Mentre tutto scorre viene programmato in heavy rotation nelle radio. Il prossimo 25 aprile il gruppo inizierà il proprio tour italiano a Parma, all'interno di un festival dedicato alla liberazione. Il primo maggio, invece, saranno a Roma per l'immancabile concerto. Intanto, raggiungiamo Giuliano Sangiorgi, la mente e il principale compositore della band, durante uno dei suoi innumerevoli spostamenti. Ormai la cittadinanza l'abbiamo sull'autostrada del Sole e la residenza nel furgone - scherza - le nostre radici salentine le ricordiamo solo nel nome. Anche se siamo tutti nati lì e continuiamo a viverci, siamo sempre in viaggio. Giuliano, avete iniziato il vostro tour il 25 aprile. E' una casualità oppure avete scelto consapevolmente una data così emblematica? Un po' tutte due le cose. L'anniversario della liberazione è una grande data. Dovevamo iniziare il tour in aprile, quindi quale giorno migliore del mese per partire? Poi a Parma è un anniversario molto sentito. Tra le altre cose, sarete il primo Maggio a Roma... Sì, sarà un grande momento. Ormai è la seconda volta per noi. Oltre alla musica, ci sono le emozioni, i sogni, le speranze di tanti ragazzi che rendono ancora più grande quello che si suona. Non avete paura di essere etichettati come band "di sinistra"? Noi cerchiamo semplicemente di descrivere lo stato d'animo di ragazzi come noi, di persone che hanno più o meno la nostra età. Le emozioni non hanno bandiera. Poi è un fatto ormai riconosciuto che a sinistra ci sia una cultura musicale più sviluppata, anche nell'attenzione alla canzone d'autore. A destra si privilegiano di più altri aspetti, come quello imprenditoriale. In ogni caso non si può dire che il vostro album sia di nicchia. Negli ultimi mesi siete davvero esplosi. Il nostro album sta andando alla grande. Non ci sono mai interessati tanto i numeri, però sapere di essere al quarto posto in classifica ci fa piacere. Sappiamo di esserci arrivati suonando un rock senza compromessi. Abbiamo sempre dato importanza alla ricerca sonora e forse il successo di questo disco è dato dal fatto che abbiamo imparato a gestirci di più anche sul piano emotivo. Ho scritto senza pensare a nulla, con una benda sugli occhi e sul cuore e forse sono riuscito a incontrare il gusto popolare. Mentre tutto scorre è nato sul tram numero 16 a Milano, così all'improvviso. Non so perché nascano certi pezzi, però è così. Dici di essere vicino alle emozioni dei tuoi coetanei. Come si trova allora un ragazzo come te, anche se privilegiato dal fatto di realizzare il sogno della musica, in un paese come l'Italia? Mi trovo bene perché sono sempre in giro, mi rendo conto di essere privilegiato, per me è quasi un paese dei balocchi. Credo che altrimenti sarebbe molto più dura. Ci sono tanti problemi, però se si guarda alla cultura musicale si vede che è stupenda, al di là di quello che ci vogliono far credere. L'Italia ha una grande cultura musicale, che non è Sanremo, e può dimostrarlo anche all'estero. Ok per quanto riguarda la musica, ma dal punto di vista politico la tua opinione qual è? Sinceramente non so. Politicamente non faccio molto caso a me stesso. Sento che definirmi sarebbe ancora troppo scomodo. Penso che ci vorrà un po' di tempo ancora prima che trovi una collocazione precisa. Intervista di Francesco Borgonovo LIBERAZIONE 27/04/200 |
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