| BIBLIOTECA | EDICOLA |TEATRO | CINEMA | IL MUSEO | Il BAR DI MOE | LA CASA DELLA MUSICA | LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
|
LA STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | NOSTRI LUOGHI | ARSENALE | L'OSTERIA | IL PORTO DEI RAGAZZI | LA GATTERIA |

CINEMA

La favola di Nicole

Racconta Nicole Kidman: “Mia madre mi ha sempre ripetuto: “Sono rare le persone che sanno cosa vogliono fare nella vita”. Così, quando a 17 anni le ho detto che non volevo andare al college, ma continuare a fare l'attrice, mi ha appoggiato. Mi ha risposto: “Ti appoggio perché poche persone sanno con certezza quello che vogliono fare”. I miei mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato. Non vengo da una famiglia di attori. Mio padre è un medico, mia madre è un'insegnante in una scuola per infermiere, quindi è stata una cosa del tutto inattesa”.

La più bella del reame

Quando un anno volge al termine, la tentazione di sognare il futuro diventa irresistibile. Se poi ci si occupa di cinema, vale a dire della fabbrica dei sogni, viene spontaneo chiedersi, come nella favola di Biancaneve, chi sarà, nell'anno che verrà, la più bella del reame. Noi abbiamo un debole, da sempre, per una dolce e ostinata ragazza di provincia dai capelli rossi e dalla pelle d'avorio. Il suo nome è Nicole Kidman. E' da anni, secondo noi, la più brava e la più bella, anche se Zio Oscar sembra proprio non volersene accorgere. Ma procediamo con ordine. Come ogni favola che si rispetti, anche questa va raccontata dall'inizio.

Dunque, Nicole Kidman è arrivata con mezzi di fortuna da una terra selvaggia come l'Australia sull'onda di un piccolo film giallo di grande successo intitolato Ore 10: calma piatta, diretto da Philip Noyce.

Dice Nicole Kidman: “Sono nata alle Hawaii e ho vissuto a Washington fino a 4 anni. Ecco perché non ho l'accento americano. Avevo un leggero accento americano. Ad esempio, pronunciavo diversamente la parola “after”. A scuola mi prendevano tutti in giro. Poi, però, l'ho perso del tutto ed ora ho un forte accento australiano”.

Giunta a Hollywood, Nicole Kidman viene usata come il classico bell'accessorio femminile. Il suo primo contratto è per un film stile “donne e motori” intitolato Giorni di tuono. Il regista è il mago della pubblicità Tony Scott, il protagonista è l'astro emergente Tom Cruise. Fra i due attori, qualcuno mormora che sia nato un flirt. Ma sembrerebbe soltanto la solita trovata pubblicitaria.

In seguito, Nicole torna a candidarsi come nuova dark lady con i film Billy Bathgate di Robert Benton e Malice, il sospetto di Harold Becker.

Ma ecco, dietro l'angolo, uno di quei colpi di fortuna che capitano solo nelle favole. Nicole Kidman trova, o meglio ritrova, il principe Azzurro. E' lui, Tom Cruise, il ragazzo che tutte le mamme vorrebbero per figlio e che tutte le figlie vorrebbero per marito. L'occasione è un film che interpretano alla pari: Cuori ribelli di Ron Howard, dove realtà e finzione si mescolano creando il cocktail preferito dagli spettatori di tutto il mondo.

Di lei, Tom Cruise dice: “Non dimenticherò mai la telefonata che mi ha fatto Dustin Hoffman subito dopo il provino di Nicole per Billy Bathgate: “Questa donna...è così giovane, stupenda e di talento. Da dove viene? Da dove viene questo talento? E cosa diavolo ci fa con te?”.

Di lui, Nicole dice: “ Nel film Cuori ribelli, ho ferito Tom Cruise con un forcone al nostro primo incontro. Al secondo incontro lui è disteso nudo su un letto e io sbircio sotto una ciotola per dare un'occhiata all'inguine. Quindi, direi che i primi due incontri sono decisamente poco convenzionali. Forse ci hanno aiutato a metterci insieme. Forse era anche destino”.

A Nicole Kidman, Tom Cruise offre l'amore, ma soprattutto un contratto di ferro. Una casa in comune, dei figli adottivi e la benedizione di una major company hollywoodiana. Ma Nicole, invece, decide di continuare a far carriera di testa sua. Eccola che accetta una proposta indecente: interpretare una perfida arrivista nel film Da morire, diretto dal regista gay indipendente Gus Van Sant.

Dice Nicole Kidman: “Suzanne Stone, è questo il nome del mio personaggio, ha richiesto un bel po' di lavoro. Ovviamente è completamente diversa da me nella vita reale. Questo cerco di metterlo bene in chiaro. Ma parte di quello che faccio io è quello a cui spesso aspira lei”.

Mentre l'industria del cinema e i rotocalchi tentano in tutti i modi di tenerla nei binari della mammina e mogliettina perfetta, Nicole Kidman avanza implacabilmente sulla strada che ha scelto. Eccola a disposizione di un'altra regista indipendente, l'australiana Jane Campion, per lo scabroso Ritratto di signora tratto da Henry James.

Dice Nicole Kidman: “Io e Jane abbiamo lavorato molto insieme. Non mi era mai capitato di non riuscire a uscire da un personaggio. Non riuscivo a togliermelo di dosso la sera. E' stato sempre con me per cinque mesi, tutto il tempo che è stato necessario per fare il film. Il fatto che il mio personaggio fosse una donna che ha difficoltà a capire la propria sessualità è quello che più mi ha elettrizzata. Dentro di lei ci sono molte pulsioni, come si vede nella scena in cui immagina di essere baciata e sedotta da tre uomini contemporaneamente. Eppure lei ha difficoltà a consentire agli uomini di amarla o a consentire a se stessa di amare un uomo. Quando alla fine riesce ad innamorarsi, si innamora dell'uomo sbagliato. Dell'unico che non la ama”.

Ma per tenere a bada tutti i gestori e consiglieri hollywoodiani sempre più contrariati dal suo comportamento ribelle, Nicole Kidman nasconde un asso nella manica. Un progetto importante, ambiziosissimo, che la vedrà di nuovo al fianco di Tom Cruise, sotto l'occhio vigile del più grande regista vivente. Il film si intitola Eyes Wide Shut, il regista è nientemeno che Stanley Kubrick, ma il soggetto è il più pericoloso per la coppia d'oro di Hollywood: la storia della crisi di un matrimonio raccontata in uno stile onirico hardcore. Quest'avventura culmina in un'epica tragedia. Stanley Kubrick muore improvvisamente al termine delle riprese, il montaggio del film subisce tagli e manipolazioni, la caparbia Nicole costringe Tom ad inaugurare la Mostra di Venezia per sfidare ancora una volta le ire dell'establishment hollywoodiano e, dulcis in fundo, il matrimonio va in malora.

La favola della più bella coppia di Hollywood è giunta al tramonto. Tom Cruise viene presto abbinato alla nuova star esotica del momento, la spagnola Penelope Cruz, e Nicole Kidman è costretta a subire un divorzio cruento e vessatorio. Ma la ragazza venuta dall'Australia non si perde d'animo e continua imperterrita a fare le sue scelte controcorrente, privilegiando sempre e comunque i film indipendente, come The Others del giovane spagnoli Alejandro Amenabar, una favola horror che si regge interamente sulla sua soprannaturale bravura o Birthday girl di Jez Butterworth, dove interpreta una ragazza venuta dal freddo ma dall'orgasmo facile e bollente.

Il capolavoro di Nicole Kidman è però un musical, genere ormai quasi proibito dell'industria del cinema che lo considera da tempo troppo difficile e troppo poco redditizio. Il film si intitola Moulin Rouge, ed è il musical più temerario che si possa immaginare. E' diretto dal regista gay australiano Buz Luhrmann ed è ambientato nella Parigi fin siècle ma le canzoni sono tutte modernissimi successi della musica pop contemporanea. Nicole Kidman, dopo essersi dannata anima e corpo per riuscire a realizzarlo, convincendo uno ad uno i finanziatori, sullo schermo risulta a dir poco travolgente. Recita, canta e balla come fosse l'ultima impresa della sua vita.

Dice Nicole Kidman: “Io interpreto Satine. Non appena l'ho sentito mi sono detta: “Mi piace questo nome. Mi piacerebbe interpretare un personaggio che si chiama Satine”. Nel film sono entraîneuse. Canto e ballo ma, non posso negarlo, sono anche una entraîneuse del Moulin Rouge”.

Contro ogni previsione, Moulin Rouge entusiasma al Festival di Cannes, diventa un successo al botteghino in tutto il mondo, le fa guadagnare un Golden Globe e la conduce di prepotenza fino alla nomination all'oscar. Oscar che ovviamente non vincerà perché Hollywood ha una memoria di elefante e questa soddisfazione forse non gliela darà mai. Comunque, anche quest'anno Nicole Kidman ritenta la corsa all'Oscar con The Hours di Stephen Daldry, film dal prestigioso cast tutto femminile, che conta sulla presenza di altre due autentiche dive come Julianne Moore e Meryl Streep. Nicole Kidman, assolutamente irriconoscibile, interpreta in modo magistrale la grande scrittrice Virginia Woolf. Speriamo che anche i membri dell'Academy Award non la riconoscano: in tal caso, il Premio Oscar questa volta sarebbe assicurato.

La rossa abbraccia il Dogma

Ed eccoci giunti al giorno d'oggi. Nell'anno che verrà, Nicole Kidman lancia l'ennesima sfida a Hollywood. La prossima stagione la vedrà interprete del più ambizioso film del regista danese Lars Von Trier, il creatore dello stile Dogma. Il film si intitola Dogville, è ambientato in America, ma nemmeno un fotogramma verrà impressionato negli Stati Uniti, come avvenne per il precedente Dancer in the dark. Perché, come tutti sanno, il danese Lars Von Trier, che detesta i viaggi e detesta la falsità dell'industria cinematografica hollywoodiana, non ha mai attraversato l'oceano e mai lo attraverserà. Dice Nicole Kidman: “Lars Von Trier ti mette alla prova sul piano emotivo, ma per questo io l'ammiro. L'ho sempre considerato un regista di grande talento e mi sento onorata che abbia scritto una parte per me e abbia voluto che fossi io a interpretarla”.

Probabilmente neanche con The Hours, né tantomeno con Dogville, Nicole Kidman riuscirà a conquistare quel Premio Oscar che merita da tempo. Ma ancor più probabilmente continuerà a provarci, a modo suo. E noi, sicuramente, non smetteremo mai di fare il tifo per lei.

David Grieco – L'UNITA' – 31/12/2002

| MOTORI DI RICERCA | UFFICIO INFORMAZIONI | LA POSTA | CHAT | SMS gratis | LINK TO LINK!
| LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing List | Forum | Newsletter | Il libro degli ospiti | ARCHIVIO | LA POESIA DEL FARO|