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La civiltà dell'obeso |
A Los Angeles, dove sono andato per una triste bisogna, ho notato una quantità impressionante di obesi. Ovunque: al supermercato, nei luoghi di ristoro, perfino tra il personale di uno dei migliori ospedali del mondo (così dicono loro). Per strada se ne vedono pochi perché nessuno va a piedi, ma siamo riusciti a vederne uno in divisa. Mio cugino Franco ed io eravamo insieme laggiù e lui, che ha viaggiato molto più di me, mi diceva che si tratta di un fenomeno anche più evidente nelle città degli stati centrali. La civiltà dello zucchero, come la chiamò Roland Barthes, mi ha fatto pensare che, forse, gli americani si riempono di grassi e di zucchero ogni giorno.
Pensate alle loro bevande dolci e appiccicose, alle salse che ti spalmano ovunque, tutte dolciastre (se non vuoi la salsa ti guardano male e confabulano tra di loro). I loro panini, si fa per dire, sono ripieni di pancetta, lardo e prosciutto ed ogni sorta di altri intrugli salsosi e, naturalmente dolciastri. Si vantano di mangiarti a morsi feroci, come antichi cow boys, ora ridotti a saltimbanchi da rodeo che a Pasadena, poveretti, sono costretti ad esibirsi a cavallo del toro e, alla fine, ad addentare l'enorme pane molle che sta alla base ed alla sommità di una quantità industriale di salumeria.
Vent'anni fa ebbi ad assistere allo sbarco di un autobus, di alcune famiglie degli stati dell'interno che venivano a Los Angeles per vedere le orche nell'acquario: i bambini e le signore, delle dimensioni dei cetacei, ma non così agili e veloci, portavano in mano coni gelato da mezzo chilo, i papà si muovevano col paninone farcito, tentando di camminare usando anche le cosce. Insomma un fenomeno americano, sarà un modo per fruire dell'opulenza del paese, chissà, affari loro.
Invece ora sono anche affari nostri. Anche da noi siamo ricchi di obesi, tanti da giustificare gli aumenti delle tariffe dei trasporti, soprattutto aerei. Ma ciò che fa pensare è il fatto che si tratta di gente ufficialmente povera. Maestose signore nere e basse signore provenienti dal centro e sud America, ostentano sederi doppi rispetto al normale. Non mi pare che abbiano già assunto l'abitudine alla pastasciutta, anzi, pare che tendano a mangiare come quando a casa loro avevano l'opportunità di farlo: cioè male, ma tanto...
Negli Stati Uniti, le solite società produttrici di alimenti e benefattrici dell'umanità, hanno pensato di ridurre la mole dei panini, con lieve diminuzione di prezzo: ora i bulimici mangeranno due panini e spenderanno poco meno del doppio. Qualcuno ha pensato alla tassa sui cibi grassi! Chi sarà mai questo signore così preoccupato della nostra salute, che ci sottrarrà qualche euro per tenerci snelli? Dicono che lo stress, l'alimentazione sbagliata, le mamme che non cucinano, siano tutti fattori concomitanti e concorrenti a produrre obesi.
Ma guarda un po'. Un tempo si pensava, oltre alle diete, all'effetto di malattie che gli endocrinologhi indicavano con buona approssimazione, ora tutti, sono uguali (che democrazia sarebbe, sennò) e tutti, quindi, devono attenersi alla dieta di Stato. I mediterranei, in genere, sono magri e snelli, anche i ricchi arabi, altri tendono ad ingrassare, come mai? Le modelle di Rembrandt ostentavano cellulite, ma allora grasso era bello. Lo so che le mamme dovrebbero controllare meglio l'alimentazione dei loro bambini e dovrebbero farlo anche i papà, che spesso sono in grado di cucinare bene e benissimo.
Cominciamo in casa ad educare i figli ad una alimentazione equilibrata, poi vedremo di pagare insegnanti e di istituire comitati (pagati) di controllo, intanto diamo direttive serie alle mense scolastiche e risparmiamo piuttosto sulle spese per fare bella figura all'estero che su quelle, piccole, destinate all'educazione alimentare, che si fa, nei refettori scolastici, con cibi sani e ben confezionati. Lasciamo perdere il pesce al venerdì, diamo pesce due volte alla settimana e tanta verdura (che è costosissima). Ma cominciamo in casa, non vorrei che qualcuno venisse a dirmi che non ha tempo, che impiega il tempo a leggere Un buon libro o sentire buona musica: si tratta di un ipocrita..., di quelli che protesterebbero se Il potere non si occupasse della salute. Cominci ad occuparsene egli stesso.
Le cause dell'obesità sono tante e forse non siamo in grado di controllare, ma non mi sembra che si debba sempre ricorrere alla legge: durante la guerra e negli anni successivi gli obesi erano solo i malati, gli altri erano normali, non per via della fame, o non soltanto, ma per via che non mangiavano per ragioni nervose, bensì per nutrirsi e, qualche volta, per il piacere. Il bulimico non mangia per il piacere di gustare una buona cosa, mangia per mancanza d'altro, occorre cercare dalla parte dell'altro.
Giovanni Rebora IL SECOLO XIX 04/09/2003
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