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A NOI PIACE SOFFRIRE |
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RISTORANTE
"IL RITROVO" |
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Il mio amico Michael è proprio un americano con tutti i crismi, cresciuto a hamburger, latte, burro di arachidi e certezze nazionaliste. Però non è affatto stupido, e soprattutto è curioso. Ride di gusto quando vede una Smart - che lui ribattezzerà Stupid Car - e insiste per fotografarla. Gli hanno detto che a Napoli si compra bene nei negozi, e lui li visita TUTTI, nel quadrilatero Corso Umberto - Via Toledo - Via Chiaia - Via dei Mille (per la cronaca, ce ne saranno forse un migliaio). Gli hanno detto e che la contrattazione sul prezzo è lecita, e lui mercanteggia con una ostinazione mediorientale anche nei negozi del centro, dove le commesse lo guardano con un sopracciglio alzato e un appena celato disprezzo. Gli hanno detto che in Italia si mangia bene, e si rifiuta di inghiottire nulla che sappia anche vagamente di etnico o globale o statunitense. Scopre gli spaghetti al pomodoro e basilico, e perde definitivamente il lume della ragione gastronomica. Nel tentativo di ricondurlo anche ad altri piatti - non si vive di soli spaghetti - lo abbiamo portato nella sempre incantevole Positano, per la precisione a Montepertuso, una frazione di Positano arroccata su una montagna impossibile, a picco sul mare che, come dice il nome, ha nella sua parte più impervia un grosso buco causato dall'erosione dei venti. Il ristorante è intimo e casereccio, stile vecchia trattoria, con i tralci di peperoni e pomodori secchi appesi alle travi di legno, il menù del giorno scritto sulla lavagnetta, il pergolatino esterno con la glicine rampicante. L'atmosfera è calma e raccolta, quasi silenziosa. Il mare è vicino, e si sente: nella accuratezza degli scialatielli con le vongole, nella fragranza del pesce alla brace. Però anche il monte è vicino, e quindi c'è un'ampia gradita varietà di scelta, soprattutto in inverno: funghi, coniglio, lepre, carni arrostite e in tegame, con olive di Gaeta e capperi, odori positanesi per eccellenza. Il dessert include ad ampie mani un altro odore costiero per eccellenza, quello dei limoni, i giganteschi limoni di Sorrento con la buccia profumatissima e spugnosa e quasi niente succo, da mangiare a fette cosparse di zucchero. E quindi vai con la deliziosa al limone, il tiramisu al limone, la crema al limone, il babà affogato nel limoncello. Il conto è onestissimo, senza soprese. Michael è contento: nel menù c'erano gli spaghetti alla positanese, e lui ha scoperto che "alla positanese" significava "con i pomodorini freschi e il basilico". E disprezzando tutto il resto, se n'è fatto portare una porzione doppia, che ha spazzolato con entusiasmo yankee. Alla fine, è stato nostro dovere insegnargli a fare la scarpetta. (visitato a fine Gennaio 2002) |
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