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di Ida & Mario

A NOI PIACE SOFFRIRE



RISTORANTE "CICCIOTTO"

Calata Ponticello a Marechiaro, 32 – Napoli

tel. (081) 5751165 – 5757124



"Quanno sponta la luna a Marechiaro

pure li pisce ‘nce fanno all’ammore

s’arrevotano l’onne de lu mare

pe ‘lla priezza cagnano culore

quanno sponta la luna a Marechiaro"

Gli immortali versi di Salvatore Di Giacomo celebrano un preciso luogo dell’anima, più che fisico, di Napoli, e vi torneranno in mente quando vi sederete ad uno dei pochi tavoli di Cicciotto, ristorante piccolissimo e perciò veramente frequentabile solo durante la stagione calda, quando appunto i tavolini di legno traballante debordano sul suolo pubblico, malamente coperti da una tettoia di fortuna, fino quasi alla spalletta della terrazza che dà sulla spiaggia di Marechiaro. La prenotazione è d’obbligo, e se volete immergervi totalmente nell’atmosfera degiacomiana bisognerà che andiate una sera d’estate, un po’ tardi, quando una luna piena sta per tramontare a mare. La luce è scarsa, ma i camerieri – giovani nerboruti in maniche di camicia che parlano un dialetto più antico di quello di Di Giacomo – per prima cosa vi piazzeranno sul tavolo una candela in una boccia di vetro. Se siete in coppia, la serata virerà subito sul magico, e se – l’avvertimento è rivolto soprattutto alle signore, ma non solo – sono gli occhi il punto forte del vostro fascino, sappiate che quella candela li farà brillare come stelle, raddoppiando le vostre chances.

E non crediate che la forza del locale finisca qui: da Cicciotto si mangia, e si mangia sul serio.

Con modi un po’ bruschi vi verrà servito subito un antipasto misto nel quale troneggiano mozzarella di bufala, cicinielli fritti, polipetti alla luciana, frittelle di alghe, frutti di mare in sautè, impepata di cozze, e tutto quello che la stagione consente di pescare. I primi sono cucinati in maniera impeccabile: fra i classici (scialatielli ai frutti di mare, spaghetti con le vongole, tubettoni con le cozze) emerge lo spaghetto con l’astice o con i granchi, da mangiare rigorosamente con le mani, per i quali la serata potrebbe virare sul comico – unto (se vi fate scivolare il granchio dalle mani facendolo atterrare sul tavolo dei vicini) o sull’erotico (se siete in grado di succhiare le chele di astice con movenze e sguardi allusivi). Fra i secondi, segnaliamo il pesce alla brace (scampi, gamberoni, calamari) e la classicissima spigola all’acqua pazza. Le lische - o anche un po’ di polpa, se siete animalisti – possono essere furtivamente buttati ai numerosi gatti che campano della carità degli avventori e hanno passato la serata a strusciarsi alle vostre gambe e a miagolare piano per impietosirvi.

Per finire, dolci della casa (babà, zeppolone, gelato) con limoncello gelido. Il conto è assolutamente onesto e tiene conto solo di quello che avete mangiato e bevuto, non della luna, non del rumore di risacca, non degli occhi che avete avuto di fronte, non della magia di cui avete goduto. La fenestella di Marechiaro è a dieci passi e pochi scalini dal ristorante, e non guarderà mentre vi scambiate tenerezze.

"Chi dice ca ‘lli stelle so lucente

nun sape st’uocchie ca tu tiene in fronte

Stì ‘ddoie stelle le ssaccio io sulamente

dint’a lu core mio tengo ‘lli pponte

chi dice ca li stelle so lucente"

 

(visitato ad Agosto 1999, inverno 2000, estate 2001, estate 2002)


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